In Lombardia la prima comunità energetica rinnovabile alpina

Il comune di Tirano si candida a divenire modello di Renewable Energy Community. Il sindaco: “l’idea è di evolvere verso l’autonomia energetica”

comunità energetica rinnovabile

 

 

Presentato il progetto pilota di comunità energetica rinnovabile

(Rinnovabili.it) – Tirano, in Lombardia, si candida a divenire la prima comunità energetica rinnovabile (o REC per dirla con l’acronimo inglese) delle Alpi. Il suo sindaco, Franco Spada, ha presentato il progetto pilota in un evento che ha riunito allo stesso tavolo il mondo della ricerca (RSE), i produttori (TCVVV spa, Energia Legno srl), i distributori di energia locali le associazioni di categoria (FIPER).

Che una simile iniziativa parta proprio da qui non è una sorpresa. La cittadina è ormai da tempo nella classifica dei Comuni di rinnovabili di Legambiente: grazie a energia solare, mini-idroelettrico, biomasse e teleriscaldamento, Tirano è nel gruppo dei magnifici 40, le realtà che rappresentano oggi il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale. La trasformazione in Renewable Energy Community sembra dunque un passaggio quasi obbligato come spiega Spada: “L’idea è di far evolvere il modello Tirano, comune già 100% rinnovabile, all’autonomia energetica, creando una maggiore attrattività per le imprese a investire sul territorio e a creare nuovi posti di lavoro per i giovani nelle cosiddette aree marginali”. 

 

Ma cosa significa, davvero, essere una comunità energetica rinnovabile? Oggi, il termine è spesso usato per descrivere lo sviluppo della generazione distribuita a livello di gruppi di individui o imprese, ma può riferirsi a progetti fortemente diversi fra loro. L’elemento in comune è ovviamente l’autoconsumo di energia pulita con impianti parzialmente o interamente di proprietà delle comunità. La definizione è flessibile dal momento che esistono diversi modelli giuridici ed economici; a seconda del contesto locale, possono essere coinvolti cittadini, imprese locali, enti di beneficenza e il settore pubblico.

 

Nonostante l’attenzione in Europa si è accesa a partire dall’ultimo pacchetto clima energia e per la precisione dalla direttiva RED II, le REC hanno una lunga storia alle spalle. Uno dei primi progetti in tal senso è stato Tvindkraft, una turbina eolica costruita e installata nel 1978 da centinaia di persone della comunità danese di Ulfborg. Da allora, le Renewable Energy Community sono cresciute progressivamente ma concentrandosi per lo più in Danimarca, Germania e in alcune parti del Regno Unito.

 

La normativa europea ha portato il modello anche in Italia Durante l’incontro, Ricerca Sistemi Energetici-RSE, incaricata dal Ministero dello Sviluppo Economico per lo studio di fattibilità delle comunità dell’energia, ha spiegato che l’obiettivo del progetto è di rendere il sistema energetico locale, quindi elettrico e termico, più efficiente e resiliente, puntando sulla figura dei prosumer.

Cosa rende Tirano un ottimo terreno di prova? Dai dati esposti si registra già un surplus di energia da fonti rinnovabili che potrebbe nell’ottica della REC rimanere sul territorio se opportunamente accumulata e redistribuita nei momenti di maggior richiesta. Nel comune sono presenti 8 produttori in media tensione, di cui 3 termici cogenerativi, 5 fotovoltaici e ben 192 prosumer. Questo nuovo modello di produzione e distribuzione di energia rinnovabile fortemente voluto dall’Unione europea in prospettiva potrà apportare oltre agli eventi benefici ambientali in termini di riduzione di CO2 anche vantaggi economici ai membri della comunità medesima.

 “Crediamo che il modello di Tirano – ha sottolineato Righini, presidente FIPER – possa essere un caso studio interessante da poter replicare su altri territori alpini; l’obiettivo è sicuramente energetico ma soprattutto di valorizzare le risorse rinnovabili, prima tra tutte la biomassa legnosa, e il capitale umano presenti sui territori alpini”.

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3 Commenti

  1. Indubbiamente è una realtà lodevole e sostenibile, diffusibile, necessaria per avvicinarsi alla concreta “indipendenza energetica”. D’altra parte va incrementato l’utilizzo delle fonti energetiche disperse, decentralizzate e rinnovabili. Occorre però avere presente di rendere sostenibile l’investimento e i costi, i quali devono comunque essere altamente concorrenziali con le stesse fonti energetiche fossili in una economia di mercato.
    Oggi si può e occorre procedere alla realizzazione delle “mini-grid” energetiche.

    • Condivido il suo ‘Bene’, stimato ing. Lozzi, . . MA , mi incurioscise il proseguo della sua esclamazione
      ”ma c’e’ ben altro di meglio”. Le idee migliori devono essere sostenute con il ocraggio di cercare di realizzarle. Non crede??!! Bisogna riconoscere che a Tirana questo coraggio l’hanno avuto!
      Avanti tutta cosi e successo a Tirana come stimolo da emulare. ordiali saluti!

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