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Agrivoltaico bifacciale negli uliveti, la disposizione migliore

Un nuovo studio ha esaminato le prestazioni di un sistema agrivoltaico con moduli bifacciali con tre diverse cultivar di olivo per valutare le condizioni che massimizzano il rendimento energetico e quello agricolo

Agrivoltaico bifacciale negli uliveti
Foto di Albrecht Fietz da Pixabay

Agrivoltaico bifacciale negli uliveti, come migliorare l’uso del suolo

(Rinnovabili.it) – L’agrivoltaico si sta affermando non solo come un nuovo trend per la diffusione dell’energia solare, ma anche come una soluzione per mitigare gli impatti del clima sulle colture. I modelli avanzati o di seconda generazione possono infatti creare veri e propri ecosistemi in cui produzione elettrica e alimentare si aiutano a vicenda.

Il trucco? Riuscire a calibrare l’impianto sulle esigenze del territorio e sulle specificità della specie vegetale. Ogni coltura e ogni località hanno necessariamente una storia a sé, su cui la ricerca di settore deve ancora fare pienamente luce. A costruire questo percorso di conoscenze è oggi un nuovo studio dedicato all’agrivoltaico bifacciale negli uliveti. La ricerca, condotta dagli scienziati della Università di Jaén (Spagna) e dell’Università di Roma La Sapienza, ha esaminato le prestazioni di un sistema agrovoltaico con tre diverse cultivar di olivo

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Olive e pannelli solari, un binomio possibile

Precedenti lavori avevano già valutato la fattibilità di tali impianti negli uliveti mediterranei. Lo studio del gruppo fa un passo in più analizzando in maniera completa sia la produzione energetica che quella agricola. Il team ha impiegato la provincia spagnola di Jaén, rinomata per i suoi uliveti, come scenario virtuale dove simulare la propria analisi. Quindi ha preso in considerazione tre distinte varietà di olivo – Picual, Manzanilla e Chemlali – e varie configurazioni di sistemi fotovoltaici bifacciali, con l’obiettivo di ottimizzare i rendimenti complessivi di entrambi gli elementi.

Il risultato? La resa fotovoltaica è massimizzata quando l’angolo di inclinazione è strettamente allineato con la latitudine, mentre un’inclinazione verticale si rivela ottimale per garantire il rendimento agricolo più elevato. Lo studio ha anche mostrato che la variazione dell’angolo di inclinazione ha un impatto più significativo sulla produzione energetica, mentre l’altezza dei moduli solari influisce principalmente sulla resa degli ulivi. 

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“Per quantificare la produttività combinata del terreno in termini di energia e produzione agricola, viene utilizzato il rapporto equivalente terra (LER)”, si legge nell’articolo pubblicato su Applied Energy. “I risultati hanno dimostrato un LER massimo del 171% quando i moduli sono inclinati di 20°, migliorando così la produttività complessiva del terreno. Inoltre, lo studio rivela che gli ulivi mostrano una moderata sensibilità all’ombreggiamento”. Lo studio sull’agrivoltaico bifacciale negli uliveti, continuano gli autori, sottolinea “l’importanza di ottimizzare la configurazione dei sistemi fotovoltaici per il doppio uso del territorio […] tenendo conto della produttività agricola”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.