Rinnovabili: gli impatti ambientali e sociali del Progetto Italia

Siglato memorandum tra GSE ed Eni. Obiettivo: valorizzare il territorio italiano rilanciando l’occupazione e l’economia nel segno della sostenibilità ambientale

Rinnovabili Progetto Italia

 

(Rinnovabili.it) – Creare nuove opportunità in ambito energetico rilanciando le aree industriali dismesse grazie alle rinnovabili. In due parole: Progetto Italia. Si chiama così, infatti, l’iniziativa lanciata lo scorso anno a livello nazionale dall’Eni. Il progetto prevede la realizzazione di impianti di generazione da fonte rinnovabile di grande scala nelle aree industriali Syndial disponibili all’uso e di scarso interesse per attività economiche. La società ha individuato in via preliminare oltre 400 ettari di terreno disponibile, in 6 regioni (Liguria, Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata), dove, in due fasi successive, saranno istallati 220 MW rinnovabili entro il 2020.

In termini di tecnologia, – si legge sulla pagina dell’iniziativa – la maggior parte dei progetti sarà di fotovoltaico, ma non si escludono altre tecnologie (biomassa e/o solare a concentrazione)”, sviluppate dalla stessa Eni.

 

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In questo contesto rientra il Memorandum of Understanding firmato oggi l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, e il Presidente del GSE, Francesco Sperandini. Nell’ambito dell’accordo, il Gestore si impegna a fornire il know-how acquisito nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica per effettuare l’analisi dei vantaggi ambientali e socio-economici del Progetto Italia che Eni sta realizzando per rilanciare e valorizzare, in un’ottica di sviluppo sostenibile, le aree industriali dismesse del Paese, in particolare nel Mezzogiorno.

In questo percorso Eni sarà affiancata dal GSE, che effettuerà la valutazione delle iniziative in termini di sostenibilità ambientale, inclusione sociale, sviluppo economico e governance. «La sostenibilità ambientale per molti è un semplice aggettivo – ha dichiarato il Presidente del GSE, Francesco Sperandini – per il GSE è invece il sostantivo alla base della sua mission aziendale, che è quella di promuovere lo sviluppo sostenibile declinato in tutte le sue dimensioni, con il duplice scopo di lasciare alle generazioni future un ambiente che abbia risorse qualitativamente e quantitativamente migliori di quelle oggi a nostra disposizione e, allo stesso tempo, migliorare le attuali condizioni di vivibilità del nostro territorio».

 

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Il Memorandum sottoscritto ha durata pluriennale e prevede il costante monitoraggio del progetto da parte di uno steering commitee i cui membri saranno nominati nelle prossime settimane da Eni e GSE. Il comitato potrà quindi successivamente valutare ambiti di collaborazione su tematiche quali mobilità sostenibile, efficienza comportamentale e soluzioni tecnologiche per l’impiego di materiali riciclabili al fine di contenere l’impatto ambientale degli impianti di generazione rinnovabile.

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1 commento

  1. Buongiorno

    Voglio dire la mia su questo argomento che mi sta anche a cuore, mi chiedo il perchè di usare ben 60 ettari in un area industriale con scarso valore economico, quando converrebbe invece attivare quel’area farla sviluppare e magari mettere sopra i tetti un bel pò di pannelli, si prenderebbero ben 2 obbiettivi, il primo un aumento vero dell’occupazione a lunga durata e il secondo un abbassamento dei costi zonali elettrici e una cessione dell energia in esubero cosi da avere un guadagno doppio in un solo posto.

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