
Quando a fine 2019, la Commissione europea ha presentato il suo Green Deal, la nuova strategia di decarbonizzazione dell’UE-27, ha tenuto a ribadire soprattutto un concetto. Quello della giusta transizione o just transition. “La trasformazione che ci attende non ha precedenti”, ha dichiarato il presidente Ursula von der Leyen. “E funzionerà solo se è equa e giusta per tutti per tutti”.
Quando si parla di Just Transition non si descrive solo un punto di arrivo ma anche le modalità, i principi e processi per raggiungere la meta. E quest’ultima deve essere in grado di far coesistere le necessita energetiche, con quelle ambientali, economiche e sociali. Lo stesso concetto è alla base del nuovo report di sostenibilità di Eni, intitolato “Eni for 2019 – A just transition”. Il documento racconta lavoro e obiettivi della società alla luce dei 17 target di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030 e dell’Accordo sul clima di Parigi del 2015. E lo fa proprio partendo dal valore “dell’agire insieme” per non lasciare indietro nessuno.
“Il momento storico che stiamo attraversando – ha dichiarato Claudio Descalzi, a.d. di Eni – sta mettendo sul nostro cammino sfide complesse, ma siamo convinti che dalle difficoltà possano nascere nuove opportunità. Gli impegni che abbiamo preso per portare avanti il processo di trasformazione sono ancora più forti oggi, così come la nostra determinazione al contrasto del cambiamento climatico e il nostro sforzo per una transizione energetica equa”.
Gli ultimi sei anni hanno segnato una svolta nella strategia economica della compagnia che oggi, rispetto le altre grandi società europee dell’Oil&Gas, vanta gli impegni climatici più ambiziosi (dati studio TPI). Il 14° rapporto di sostenibilità Eni for racconta esattamente questo percorso. Si parte dagli ultimi risultati conseguiti per arrivare alle mete stabilite per i prossimi anni in tema di neutralità carbonica, eccellenza operativa e alleanze per lo sviluppo locale.
La strategia Eni verso la carbon neutrality
Eni for 2019 – A just transition racchiude gli elementi chiave della nuova mission societaria, a partire dai Piani di medio-lungo termine, volti a cogliere le opportunità della transizione energetica e della decarbonizzazione. Nel dettaglio, il report dedica alla sostenibilità due grandi approfondimenti: uno relativo al percorso avviato verso la neutralità carbonica al 2050 e uno dedicato ai Key Performance Indicator (KPI) del triennio 2017-2019.
A inizio anno Eni ha presentato il suo Piano Strategico di lungo termine al 2050 e il Piano d’azione 2020-2023, entrambi imperniati sui 17 obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite. La strategia accelera sulle fonti rinnovabili, introducendo un obiettivo di oltre 55 GW al 2050. E annuncia una graduale riconversione dei siti italiani di raffinazione attraverso nuove tecnologie per la produzione di prodotti da riciclo, unitamente ad un incremento della capacità delle bioraffinerie.
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Ma soprattutto indica i target di riduzione delle emissioni di carbonio. La società ha sviluppato una metodologia – rivista e verificata da terze parti – per la misurazione omnicomprensiva del proprio impegno. In altre parole, l’analisi considera tutte le fonti emissive, così come indicate dal Protocollo internazionale dei Gas Serra (GHG Protocol): Scope 1 o emissioni dirette; Scope 2 o emissioni indirette da elettricità acquistata e utilizzata; Scope 3, ossia tutte le altre emissioni indirette
Sulla base della nuova metodologia, il Gruppo ha fissato una riduzione del 100% di tutte le emissioni nette scope 1 e scope 2 per il 2040. Il taglio dovrà coprire l’intero ciclo di vita dei prodotti entro il 2050 portando ad calo dell’80% delle emissioni nette scope 1, scope 2 e scope 3.
La percentuale supera di ben dieci punti l’obiettivo fissato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia per mantenere il riscaldamento globale sotto i 2°C (Scenario di Sviluppo Sostenibile).
Performance di sostenibilità
Per comprendere la sfida futura è necessario partire dai risultati raggiunti sino ad ora. Secondo quanto riportato nel report Eni for 2019 – A just transition, lo scorso anno tutti gli indicatori di sostenibilità sono migliorati. I consumi di fonti primarie sono rimasti sostanzialmente stabili, ma l’energia elettrica prodotta da fotovoltaico è salita a 66,9 GWh. Sul fronte emissioni, invece, l’indice di intensità GHG upstream è risultato in miglioramento del 9% rispetto al 2018, registrando un valore pari a 19,58 tonCO2 eq/kboe. E le emissioni fuggitive di metano hanno mostrato un calo del 44% rispetto l’anno precedente. Il taglio conseguito ha permesso il raggiungimento con 6 anni di anticipo del target al 2025 di riduzione dell’80% rispetto al 2014.
Non solo. Nel 2019 sono aumentati gli investimenti nell’innovazione, con ben 194 milioni di euro impegnati in attività di ricerca scientifica e sviluppo tecnologico. Inoltre sono state depositate 34 nuove domande di brevetto, di cui 15 mirate direttamente allo sviluppo di tecnologie nel settore delle fonti rinnovabili (biocarburanti e solare). “I progetti – si legge nel report – riguardano ogni aspetto della filiera produttiva, con l’obiettivo di ridurre i rischi, aumentare l’efficienza e mirando a ottenere maggiore qualità di prodotti e processi”. Oltre 8 milioni sono andati invece a iniziative volte all’incremento dell’efficienza energetica negli asset. Anche le competenze delle persone giocano un ruolo chiave nella trasformazione dell’azienda. Per questo motivo, Eni ha investito, lo scorso anno, ben 33,4 milioni di euro nella formazione, incrementando del 16,5% le ore dedicate a questa attività rispetto al 2018.
Chiude il dato investimenti per lo sviluppo locale. Nel 2019 la società ha stanziato in questo settore circa 95,3 milioni di euro.