L’Italia è tra le migliori in Europa nel ridurre i consumi energetici

Un terzo dei paesi UE non ha messo in campo nessuna misura. Mentre Roma, Berlino, Parigi e Madrid hanno fatto i compiti a casa, l’inazione di molti paesi dell’est e del nord Europa rischia di far fallire i target comuni di risparmio gas e elettricità

Ridurre i consumi energetici: Italia tra le migliori in Europa
Foto di Arthur Lambillotte su Unsplash

Il dossier di EEB mappa gli sforzi dei Ventisette per ridurre i consumi energetici

(Rinnovabili.it) – L’Italia è tra i paesi europei che ha adottato le misure più efficienti per risparmiare elettricità e gas. Ma ben otto paesi, cioè uno su tre, non hanno ancora fatto un solo passo per ridurre i consumi energetici. Nonostante siano passati diversi mesi da quando Bruxelles ha stabilito che per fino a marzo tutti i Ventisette avrebbero dovuto tagliare i consumi di gas del 15% e quelli di energia elettrica del 10%.

“Le misure adottate dai governi per ridurre i consumi di gas ed elettricità variano notevolmente in Europa e sembrano insufficienti per raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico dell’UE”, punta il dito European Environmental Bureau (EEB) in un dossier pubblicato oggi che mappa le misure adottate in Europa. “Gli obiettivi dell’UE possono essere raggiunti se i prezzi elevati inducono i grandi consumatori a ridurre i loro consumi”.

L’Italia tra i migliori nel ridurre i consumi energetici

Roma, Berlino, Parigi e Madrid costituiscono il gruppo dei paesi più virtuosi. Virtù che deriva da una forte necessità per Italia e Germania, i due maggiori importatori di gas russo in Europa. Ma anche Francia e Spagna, meno dipendenti dal gas (la prima) o con buone forniture di Gnl (la seconda), hanno introdotto un mix di misure volontarie e obbligatorie, che coprono industria, privati e enti pubblici.

La classifica di EEB continua con una pattuglia di 8 paesi, dal Portogallo alla Grecia passando per Danimarca e Ungheria, che hanno messo in campo misure per ridurre i consumi energetici valide solo per gli enti pubblici. Un altro gruppo di 7 paesi (tra cui Olanda, Polonia e Finlandia) ha introdotto solo misure volontarie, indebolendo quindi l’impatto atteso sui consumi. “Nonostante siano tra i paesi fortemente dipendenti dal gas (tra il 30 e il 40% del mix energetico), i Paesi Bassi e la Croazia hanno introdotto solo misure volontarie per il risparmio di gas”, nota EEB.

Fanalini di coda

Infine, il gruppo di sette paesi europei che non hanno fatto i compiti a casa, in maggior parte del nord e dell’est Europa: Svezia, Estonia, Cipro, Bulgaria, Lettonia, Romania, Lituania e Slovacchia non solo non hanno adottato provvedimenti, ma non ne hanno neppure annunciati ufficialmente. “Romania e Lituania, nonostante la loro forte dipendenza dai combustibili fossili, non hanno attuato alcuna misura per ridurre il consumo di energia”, sottolinea il dossier.

Eppure, ridurre i consumi energetici subito e in modo significativo darebbe due vantaggi non da poco: abbasserebbe i prezzi, riducendo la pressione su famiglie e imprese, e permetterebbe di arrivare a fine stagione termica con scorte più ampie, facilitando così il riempimento degli stoccaggi per il prossimo inverno.

Prima riduciamo il nostro consumo energetico, prima riduciamo la pressione sui prezzi elevati dell’energia, fornendo un effettivo sollievo alle famiglie e all’industria. Tutti i segnali ci dicono che riempire lo stoccaggio di gas prima dell’inverno del prossimo anno potrebbe essere molto più impegnativo. La riduzione della domanda di energia deve essere la priorità assoluta per i politici, piuttosto che misure a breve termine per tenerci bloccati in un modello inefficiente e affamato di combustibili fossili. L’UE può sicuramente fare di più per coordinare le azioni di risparmio energetico tra i suoi Stati membri”, commenta Davide Sabbadin di EEB.

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