Cosa prevede la nuova direttiva sulla due diligence aziendale sostenibile?

La Commissione ha presentato la proposta per rafforzare i controlli ambientali e sui diritti umani nelle catene del valore globali. Le aziende europee dovranno verificare di non avere violazioni nelle loro supply chain, monitorando anche i fornitori

Direttiva sulla due diligence aziendale sostenibile: quali aziende sono coinvolte?
via depositphotos.com

Per le aziende più grandi, obbligo di dotarsi di piani compatibili con gli 1,5°C

(Rinnovabili.it) – Identificare, prevenire e mitigare i crimini ambientali e le violazioni dei diritti umani nelle catene di fornitura. Mettere in piedi delle procedure per permettere alle vittime di presentare reclami e creare un sistema di monitoraggio. Che controlli anche l’operato dei fornitori. È l’obbligo introdotto ieri dall’UE per tutte le aziende con la Direttiva sulla due diligence aziendale sostenibile.

In base alla proposta, che deve ancora iniziare il lungo iter di approvazione nelle istituzioni europee, le aziende “dovranno identificare e, se necessario, prevenire, porre fine o mitigare gli impatti negativi delle loro attività sui diritti umani, come il lavoro minorile e lo sfruttamento dei lavoratori, e sull’ambiente, per esempio l’inquinamento e la perdita di biodiversità”.

A chi si applica la Direttiva sulla due diligence aziendale sostenibile? Restano fuori le piccole e medie imprese. Le PMI non sono direttamente vincolate a rispettare le misure di due diligence, ma potrebbero dover mettere in piedi procedure simili se fornitori di altre compagnie. Le aziende coinvolte appartengono a 2 gruppi.

Leggi anche Vacilla il gas europeo mentre la guerra Russia Ucraina porta i prezzi alle stelle

Da un lato, tutte le società europee a responsabilità limitata con più di 500 dipendenti e più di 150 milioni di euro di fatturato netto a livello mondiale. Dall’altro lato, le società a responsabilità limitata che operano in settori definiti ad alto impatto, hanno più di 250 dipendenti e un fatturato netto di 40 milioni di euro a livello mondiale. Per queste ultime l’obbligo di adeguarsi alla direttiva scatta due anni dopo.

Con la Direttiva sulla due diligence aziendale sostenibile, l’UE introduce anche l’obbligo, per le aziende che rientrano nel primo gruppo, di dotarsi di un piano industriale in linea con l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale al di sotto degli 1,5 gradi.

“Questa proposta è un vero e proprio game-changer nel modo in cui le aziende gestiscono le loro attività commerciali in tutta la loro catena di approvvigionamento globale”, spiega Didier Reynders, commissario UE per la Giustizia. “Con queste regole, vogliamo difendere i diritti umani e guidare la transizione verde. Non possiamo più chiudere un occhio su ciò che accade lungo le nostre catene del valore”.

Articolo precedenteBatterie domestiche biodegradabili, la faccia verde dell’accumulo
Articolo successivoMobilità urbana, la classifica europea delle città sostenibili

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!