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Elettronica biodegradabile, e il display finisce nel compost

Utilizzando dei peptidi sono state sviluppate delle strutture organiche da impiegare negli schermi dei dispositivi palmari

Elettronica biodegradabile, e il display finisce nel compost

 

(Rinnovabili.it) – Solo nel 2014 il mondo ha prodotto 41,8 milioni di tonnellate di RAEE provenienti da smartphone, computer ed altri dispositivi di uso comune. Secondo le stime dell’Onu questa cifra è destina a crescere in maniera vertiginosa, da qui al 2020, sotto l’incessante spinta del consumismo e dell’obsolescenza programmata. Se è vero da un lato che i rifiuti elettrici contengono una vera miniera di risorse da riciclare, lo è anche, dall’altro, l’evidenza che alcune parti sono, oggi, di difficile recupero. Per risolvere questo problema c’è chi si sta concentrando sull’elettronica biodegradabile e, nel dettaglio, l’Università del Missouri ha realizzato dei display a base di componenti organici.

 

Elettronica biodegradabile, e il display finisce nel compost“I telefoni cellulari e l’elettronica attuale non sono biodegradabili e creano rifiuti significativi una volta a fine vita”, spiega Suchismita Guha, del Dipartimento di Fisica e Astronomia presso l’ateneo americano. “Grazie alla nostra scoperta abbiamo creato il primo strato attivo biodegradabile dell’elettronica organica, il che significa – in linea di principio – che si può finalmente raggiungere la piena biodegradabilità”. Guha, insieme con lo studente laureato Soma Khanra, ha collaborato con un team dell’Università Federale di ABC in Brasile per sviluppare strutture organiche da impiegare negli schermi dei dispositivi palmari.

 

Utilizzando peptidi (composti proteici) i ricercatori sono stati in grado di dimostrare che queste piccole strutture, quando combinate con un polimero blu luminescente, possono essere usati nei display. “Questi peptidi possono auto-assemblarsi in bellissime nanostrutture o nanotubi, e, per noi, l’obiettivo principale è stato quello di utilizzare questi nanotubi come modelli per realizzare altri materiali”, ha aggiunto Guha. “Grazie alla combinazione di semiconduttori organici ai nanomateriali, siamo stati in grado di creare la luce blu necessaria per i display. Tuttavia, al fine di ottenere uno schermo funzionale abbiamo bisogno di ottenere lo stesso successo simile con polimeri luminescenti rossi e verdi”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.