Rinnovabili • Deforestazione in Amazzonia: in 35 anni persi 75 mln di ettari

Sanzioni Magnitsky per i responsabili della deforestazione dell’Amazzonia

Le sanzioni Magnitsky permettono di colpire chi viola i diritti umani congelandone i beni e vietandone ogni rapporto con entità USA. Anche funzionari governativi. Gli Stati Uniti starebbero ultimando la lista dei bersagli tra i maggiori responsabili per la distruzione della maggiore foresta tropicale del Pianeta

Deforestazione in Amazzonia: in 35 anni persi 75 mln di ettari
via depositphotos.com

Solo quest’anno la deforestazione dell’Amazzonia è cresciuta del 20%

(Rinnovabili.it) – Sanzioni americane sui responsabili della deforestazione dell’Amazzonia. Colpiti grazie al Magnitsky Act, la legge USA pensata per congelare i beni di chi viola i diritti umani, inclusi funzionari governativi, e proibire ogni rapporto con aziende a stelle e strisce. L’idea sarebbe da mesi allo studio del dipartimento di Stato e di quello del Tesoro e potrebbe essere presentata ufficialmente nel prossimo futuro.

Se entrerà in vigore, l’estensione del Magnitsky Act a chi devasta la maggiore foresta tropicale del pianeta potrebbe colpire sia i maggiori responsabili del logging illegale, sia i player più rilevanti in altri settori che contribuiscono alla distruzione dell’Amazzonia, come l’estrazione illegale di oro e altri minerali. Il processo di identificazione, hanno spiegato alcuni funzionari americani a Reuters, sarebbe già in corso e potrebbe risultare nell’applicazione di un ventaglio di misure. Dalle più blande, come l’inserimento nella lista delle persone a cui è vietato l’ingresso negli USA, fino all’applicazione completa del Global Magnitsky Act – la versione ampliata del provvedimento, in vigore dal 2016 – che permette di colpire funzionari governativi di paesi stranieri.

Leggi anche In Amazzonia, la deforestazione è già il 20% più alta che nel 2021

Un passo avanti importante nella lotta contro i crimini ambientali, che arriva in un momento in cui l’era Bolsonaro volge al termine e può quindi rafforzare la politica di contrasto alla deforestazione dell’Amazzonia promessa dal suo successore Lula. D’altro canto, il ritmo della deforestazione in questi anni è aumentato vertiginosamente e alcuni studi suggeriscono che il punto di non ritorno per vaste porzioni di Amazzonia sia dietro l’angolo.

Solo quest’anno il logging è cresciuto del 20% rispetto al 2021, che era già un anno anomalo, con valori molto sopra la media. Da gennaio a oggi, è come se in 10 mesi fosse stata cancellata un’area boschiva grande come le province di Roma e Firenze insieme. I quasi 9.500 km2 di foresta scomparsi quest’anno fino al 31 ottobre sono il dato più alto dal 2006.

Leggi anche Cosa dice il nuovo rapporto IPCC sui tipping point climatici

About Author / La Redazione