Nel piano “Europe’s independence moment” la Commissione UE punta su energia pulita, economia circolare e indipendenza dal gas russo. Restano incognite su tempi e attuazione.

Un piano per un’Europa più autonoma e sostenibile
La Commissione europea ha presentato ieri il nuovo programma di lavoro 2026, che definisce le linee politiche per il prossimo anno con l’obiettivo dichiarato di costruire un’Europa più sovrana e indipendente. Il documento, intitolato “Europe’s Independence Moment”, individua anche alcune azioni nei settori dell’energia, del clima, dell’industria e della semplificazione normativa.
Si tratta di un programma di indirizzo politico, che traccia obiettivi ma non garantisce tempi e risultati certi. Tra le priorità figurano la transizione energetica europea, l’economia circolare, la riduzione della burocrazia e una nuova governance dell’Unione dell’Energia. Nelle parole della presidente Ursula von der Leyen, l’intento è “rafforzare la competitività, semplificare le regole e proteggere i cittadini”, ma molte delle misure indicate richiederanno l’approvazione del Parlamento e del Consiglio prima di entrare in vigore.
Oltre 8 mld di risparmi previsti dalle misure di semplificazione
Il programma di lavoro 2026 pone la semplificazione normativa al centro dell’azione comunitaria. La Commissione ha stimato oltre 8,6 miliardi di euro l’anno di potenziali risparmi per imprese e cittadini grazie ai pacchetti “omnibus” già approvati o in corso di definizione. L’obiettivo è ridurre del 25% gli oneri amministrativi per la generalità degli operatori e del 35% per le PMI, semplificando autorizzazioni e rendicontazioni.
Sono previste nuove proposte legislative nei settori dell’energia, dell’ambiente, della sicurezza alimentare e dei prodotti medicali, con l’intento di accelerare gli investimenti nella transizione verde. Tuttavia, l’effettiva applicazione delle misure dipenderà dalla collaborazione con gli Stati membri, che restano i principali responsabili nell’attuazione delle normative europee.
Energia: revisione della governance e phase-out dei sussidi ai fossili
Nel capitolo energia, la Commissione europea prevede una revisione della governance dell’Unione dell’Energia, con l’obiettivo di aggiornare le regole per il prossimo decennio e definire una strategia di phase-out dei sussidi ai combustibili fossili entro il 2036. Tra le nuove iniziative figurano l’Electrification Action Plan, dedicato all’elettrificazione dei consumi – inclusi riscaldamento e raffrescamento – e un Energy Union Package per rafforzare le interconnessioni e migliorare la sicurezza energetica.
Le proposte intendono promuovere una transizione energetica europea basata su fonti pulite, ma restano da chiarire i meccanismi finanziari e la disponibilità di fondi comunitari necessari per sostenerne l’attuazione. Bruxelles ha inoltre annunciato una strategia per l’avvio delle prime centrali a fusione in Europa, ma si tratta di un obiettivo di lungo periodo che richiederà ingenti investimenti e sviluppo tecnologico.
Indipendenza energetica europea e phase-out dal gas russo
Tra gli obiettivi strategici del programma di lavoro 2026, la Commissione europea richiama la necessità di consolidare l’indipendenza energetica europea. L’intento è ridurre le vulnerabilità create dalla crisi energetica del 2022 e dalle tensioni geopolitiche ancora in corso. Nel documento allegato al piano compare infatti la proposta di regolamento COM(2025) 828, che mira al “phase-out delle importazioni di gas naturale russo” e al rafforzamento del sistema di monitoraggio delle dipendenze energetiche.
La misura, presentata nel giugno 2025 e inclusa tra le iniziative pendenti, punta a un graduale disimpegno dalle forniture di Mosca, attraverso la diversificazione degli approvvigionamenti e il potenziamento delle fonti rinnovabili e delle infrastrutture per l’elettrificazione. Tuttavia, la proposta non indica scadenze vincolanti per il completo abbandono del gas russo e dovrà affrontare un iter legislativo complesso.
Efficienza energetica: nuovo quadro di riferimento per gli Stati membri nel programma di lavoro 2026
Tra le misure più concrete previste dal programma di lavoro 2026 figura la creazione di un Energy Efficiency Framework, destinato a fissare nuovi obiettivi di riduzione dei consumi e aggiornare le linee guida sugli interventi negli edifici pubblici e privati. La Commissione prevede inoltre di semplificare le procedure per l’autoconsumo e per la connessione degli impianti alle reti.
Gli interventi dovrebbero contribuire a contenere i costi energetici e a ridurre la dipendenza dalle importazioni. Tuttavia, anche in questo caso, la realizzazione degli obiettivi dipenderà dalla capacità degli Stati di recepire le direttive e di mobilitare investimenti pubblici e privati in tempi compatibili con le scadenze climatiche europee.
Economia circolare e materie prime: verso il Circular Economy Act
Un altro pilastro del programma di lavoro 2026 riguarda l’economia circolare, con la proposta di un nuovo Circular Economy Act. Il testo, atteso nel terzo trimestre del 2026, punta a promuovere prodotti riciclabili e a ridurre la dipendenza dalle materie prime critiche.
Per sostenere l’industria europea, la Commissione intende istituire un Critical Raw Materials Centre, che coordinerà l’approvvigionamento e la gestione delle scorte strategiche. Tra le priorità, anche l’estensione del riuso dei materiali e l’aumento della domanda di prodotti sostenibili. Resta però da definire come questi obiettivi potranno conciliarsi con le esigenze del mercato e con le regole sugli aiuti di Stato, che in alcuni Paesi hanno già sollevato critiche per la loro complessità.
Clima: nel programma di lavoro 2026 anche un aggiornamento ETS
Nel pacchetto climatico, la Commissione europea propone la revisione del sistema ETS per includere settori marittimo, aereo e industriale, e l’aggiornamento dei target nazionali di riduzione delle emissioni. È previsto anche un nuovo framework europeo per la resilienza climatica, finalizzato ad adattare le politiche pubbliche all’aumento della frequenza di eventi estremi.
La Commissione intende inoltre potenziare la Water Resilience Strategy, con l’istituzione di una piattaforma digitale per migliorare la gestione delle risorse idriche e la pianificazione delle infrastrutture. Questi strumenti si affiancheranno agli obiettivi già fissati dal Green Deal, ma l’implementazione concreta richiederà un coordinamento stabile tra livelli nazionali e regionali.
Agricoltura e blue economy nel programma di lavoro 2026
Il programma di lavoro 2026 annuncia l’introduzione della Livestock Strategy, destinata a sostenere la competitività del settore zootecnico europeo, e la revisione delle norme sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare. Entrambe le iniziative mirano a garantire prezzi equi e maggiore trasparenza, ma saranno oggetto di ampio confronto politico.
Nel settore marittimo, la Vision 2040 per pesca e acquacoltura e l’Ocean Act delineano una prospettiva di lungo periodo per la blue economy, orientata alla sostenibilità delle produzioni e alla tutela della biodiversità marina. Anche in questo caso, le linee guida restano di principio e dovranno tradursi in misure concrete attraverso nuovi regolamenti.












