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Un Piano acquisti verdi per il Veneto

La Regione batte sul tempo il Collegato Ambientale alla legge di Stabilità, presentando il Piano d’azione per il Green public Procurement

Un Piano acquisti verdi per il Veneto

 

(Rinnovabili.it) – Riduzione degli impatti ambientali, razionalizzazione della spesa pubblica, diffusione di modelli di consumo e di acquisto sostenibili. Questi sono solo alcuni degli obiettivi del Green public Procurement, l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto.

 

Noti ai più semplicemente con il nome di Acquisti verdi, rappresentano uno degli elementi chiave delle nuove norme a favore della “green economy” previste dal Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità 2016. Così fondamentali che c’è chi non ha aspettato neppure che il Collegato entrasse in vigore. Parliamo del  Veneto, la cui giunta regionale ha approvato nei giorni scorsi il “Piano d’Azione della Regione del Veneto per l’attuazione del Green Public Procurement (GPP) per il triennio 2016-2018”.

 

Il piano nasce con una serie di finalità, tutte ugualmente importanti: incrementare l’inserimento di criteri di sostenibilità ambientale in tutte le procedure di acquisizione di beni e servizi, di sensibilizzare e diffondere un nuovo approccio di “acquisto pubblico” che tenga conto dell’intero ciclo di vita dei prodotti al fine di garantire il migliore rapporto qualità-prezzo, di promuovere l’uso razionale delle risorse, di incentivare la sostenibilità ambientale e la pratica del GPP su tutto il territorio regionale attraverso la formazione, l’informazione e la comunicazione.

 

“La Regione del Veneto – spiega il vicepresidente Gianluca Forcolin – non si è trovata quindi impreparata e questo è importante perché il Collegato Ambientale prevede – nella sostanza – che il GPP diventi obbligatorio. Infatti dal 2 febbraio 2016 dovranno essere adottati in modo obbligatorio i criteri ambientali minimi previsti dal Piano d’Azione Nazionale per il 100% degli acquisti di beni e servizi impattanti sui consumi energetici e le emissioni di Co2 (attrezzature elettroniche, servizi energetici, illuminazione pubblica, IT, ecc.) e per il 50% degli altri acquisti nelle categorie merceologiche per i quali i criteri minimi ambientali minimi sono stati approvati o verranno in futuro approvati o aggiornati”.