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Freecao, nasce in Italia il cioccolato senza cacao

Freecao è un cioccolato senza cacao fatto con le carrube. Alla base c’è il desiderio di creare un prodotto sostenibile. L’idea è di una startup pugliese che, in attesa della conferma del mercato, ha vinto il Premio nella sezione Industrial nella XXI edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione

Image by Angelica Vaihel from Pixabay

Freecao, il cioccolato fatto con le carrube

Freecao è l’ultimo dei nuovi alimenti “senza”, innovativi e sostenibili, almeno nelle intenzioni. Senza perché Freecao, come suggerisce il nome, è un cioccolato senza cacao.

Il marchio è ideato da quattro ragazzi – Massimo Sabatini, Giuseppe D’Alessandro, Riccardo Bottiroli e Massimo Brochetta – che vengono da esperienze lavorative diverse.

Freecao è un prodotto 100% italiano ideato dalla startup pugliese Foreverland che sta provando a lanciarlo in Italia. Il primo prodotto a uscire sul mercato sarà una scatola di praline, ma non mancheranno le classiche tavolette e perfino – dato che Natale è alle porte – un panettone farcito con le gocce di non-cioccolato.

Il non-cioccolato fatto con le carrube

L’ingrediente di Freecao è la carruba, ampiamente disponibile nel Sud Italia (siamo tra i primi produttori al mondo, secondo i quattro startupper). È naturalmente dolce, ricca di fibre e vitamine. Però ha un sapore di terra, così viene opportunamente lavorata per renderla simile al cioccolato quanto a consistenza, aspetto e sapore.

La carruba apparteneva all’alimentazione contadina. Poi è diventata un alimento per il bestiame; oggi dalla sua farina si ottiene un prodotto usato nell’industria alimentare come addensante, emulsionante, stabilizzante e gelificante naturale.

Vediamo gli ingredienti in etichetta: grassi vegetali, nocciole Piemonte IGP (18%), carruba biologica, zucchero, estratto di avena, farina di riso, emulsionante: lecitina di girasole, aroma naturale. Di cacao nessuna traccia.

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Sostenibilità in primo piano

Serve molta acqua? No, secondo i produttori Freecao riduce del -90% il consumo di acqua durante il processo produttivo (sostituisce il cacao con ingredienti a basso impatto resistenti alla siccità) e applica tecniche innovative per tirare fuori da questi ingredienti un vero cioccolato… finto.

Anche l’impronta di Freecao è super sostenibile: -80% di emissioni di CO2 rispetto al cacao, sempre per i motivi di cui sopra.

La sostenibilità di Freecao è anche sociale, perché non c’è sfruttamento di persone e risorse.    

E come la mettiamo con la dieta? Tranquilli, questo non-cioccolato contiene il 50% in meno di zuccheri rispetto al cioccolato al latte.

Ma un difetto ce l’ha? È il prezzo: è più caro del cioccolato tradizionale, ma la produzione in scala lo farà diminuire (tra l’altro il prezzo del cacao nell’ultimo anno è aumentato del 60%).

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Freecao vince il premio come progetto innovativo al PNI

Com’è nato il progetto di Freecao? Da una spinta sostenibile e dalla considerazione che il cioccolato è il terzo alimento per emissioni di CO2, dopo carne e formaggio.

I quattro fondatori hanno già altri obiettivi in mente, tutti all’insegna della sostenibilità, come caffè e creme spalmabili (per intenderci, come quella al cioccolato che fa perdere la testa anche ai più morigerati).

In attesa di avere un riscontro dal palato dei consumatori, Freecao si è aggiudicata il premio (di 25mila euro) nella sezione Industrial nella XXIedizione del Premio Nazionale per l’Innovazione, la più importante business plan competition italiana promossa da PNICube – Associazione italiana delle Università, Incubatori accademici e Start Cup regionali.

Al Premio concorrono i migliori progetti di impresa innovativa selezionati dalle 16 competizioni regionali (StartCup) che coinvolgono 55 atenei, incubatori ed enti di ricerca in 17 regioni d’Italia.

I vincitori sono stati scelti tra le 71 startup finaliste da una giuria composta da esponenti del mondo imprenditoriale, della ricerca e del venture capital sulla base di criteri come valore del contenuto tecnologico o di conoscenza, realizzabilità tecnica e potenzialità di sviluppo, adeguatezza delle competenze del team, attrattività per il mercato.

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