Cacao, la seconda vita delle fave danneggiate

Il cacao è la base per la produzione di cioccolato, ma i suoi baccelli sono particolarmente soggetti alle malattie fungine: le perdite possono arrivare anche al 40% del prodotto. Un gruppo di ricercatori ha individuato una soluzione per impiegare le fave di cacao danneggiate per produrre cosmetici, lubrificanti e detergenti

Foto di Elias Shariff Falla Mardini da Pixabay

(Rinnovabili.it) – La coltivazione del cacao – elemento base per la produzione del cioccolato – è un pilastro dell’economia dell’America centrale e meridionale. I baccelli del cacao, però, sono soggetti a malattie fungine che possono avere un impatto devastante sulle coltivazioni.

Perdite di prodotto fino al 40%

Nel 1990, ad esempio, un’epidemia causò una drastica diminuzione dei raccolti e quindi della produzione di cacao.

Attualmente, le infestazioni da parassiti possono causare perdite di raccolto fino al 40% e ancora non esistono soluzioni efficaci contro la loro diffusione.

Questo significa che i baccelli di cacao danneggiati devono essere scartati durante la produzione di cioccolato con un doppio danno: economico (per la perdita di prodotto) e ambientale (per la creazione di una enorme mole di rifiuti da smaltire).

Dal cacao non solo cioccolato

Alla ricerca di una soluzione per contenere i danni, i ricercatori del Fraunhofer Institute for Process Engineering and Packaging IVV e quelli della Universidade  Estadual de Campinas (Unicamp) stanno cercando di sviluppare metodi per rilevare e classificare diversi tipi di contaminazione fungina e individuare un diverso utilizzo dei baccelli di cacao danneggiati.

Il progetto CORNET (COllective Research NETworking) Damaged Beans parte dal principio che i baccelli di cacao danneggiati potrebbero rappresentare una preziosa materia prima per produzioni diverse dal cioccolato.

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Un uso alternativo potrebbe essere nella fabbricazione di cosmetici – dove potrebbero sostituire sostanze nocive come acrilati e materie prime a base di olio minerale –, di lubrificanti e detergenti.

Considerando il cospicuo volume delle perdite, in questo modo si potrebbe ottimizzare l’intera catena del valore del cacao e gli agricoltori sarebbero in grado di vendere una parte maggiore del loro raccolto.

Il  Bundesministerium für Wirtschaft und Klimaschutz (BMWK, il Ministero federale dell’Economia e del Clima) finanzia il progetto di ricerca e Fraunhofer IVV coordina il consorzio di 19 imprese che lo sostengono.

Una possibilità di reddito per i coltivatori

La polvere di cacao e il burro di cacao sono prodotti dalle fave di cacao. Le infestazioni di parassiti determinano dei cambiamenti chimici nel burro di cacao estratto dalle fave malate: la sostanza diventa più morbida a temperatura corporea o ambiente. Questo diventa un vantaggio nella preparazione di cosmetici naturali a base grassa come rossetti, creme e lozioni per il corpo.

Inoltre, poiché le sostanze estratte dalle fave di cacao danneggiate hanno migliori proprietà gelificanti e addensanti, potrebbero sostituire gli acrilati – normalmente utilizzati come agenti gelificanti o addensanti nei cosmetici convenzionali ­ – che talvolta causano allergie cutanee.

La possibilità di estrarre sostanze utilizzabili dalle fave di cacao danneggiate rappresenta una possibilità alternativa di reddito per i coltivatori. Sono circa 40-50 milioni le persone che in tutto il mondo dipendono dalla coltivazione di cacao, con piccole aziende agricole che forniscono l’80-90% della produzione globale di cacao.

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