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Green Deal e Farm to Fork: opportunità per l’agrifood italiano

L’agroalimentare italiano, con il biologico in crescita, conferma il suo valore a livello europeo e mondiale. Il Green Deal è una preziosa opportunità da cogliere e la strategia Farm to Fork può accelerare il passaggio a un sistema alimentare sano e sostenibile, consapevoli che senza qualità non c’è sostenibilità

agrifood italiano

di Isabella Ceccarini 

(Rinnovabili.it) – La tavola rotonda “Le opportunità del Green Deal per il sistema agroalimentare italiano – Un nuovo equilibrio tra competitività delle imprese, benessere sociale e tutela della natura” svoltasi all’interno degli Stati Generali della Green Economy  su “Il Green Deal al centro del Piano di rilancio per l’Italia – Una nuova fase per la green economy” promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy ha confermato le potenzialità di sviluppo dell’agrifood italiano. Il comparto ha aumentato il suo peso economico passando dal 3,9% del valore aggiunto nel 2018 al 4,1% nel 2019, e l’industria alimentare ha registrato una performance positiva. Nel panorama europeo, il valore aggiunto dell’agricoltura italiana è al primo posto, pari al 16,8% di quello comunitario totale.

Il biologico si conferma in forte crescita non solo per incremento annuo, ma anche nel lungo periodo: dal 2010 si è registrata una crescita del 78,9%. Questo incremento si traduce in crescita di occupazione, di vendite (anche e-commerce) e di export. Altro punto di forza dell’agroalimentare italiano sono i prodotti DOP, IGT e STG: un primato mondiale di 824 prodotti (300 alimentari e 524 vinicoli) che corrisponde al 26,8% del totale mondiale. La pandemia ha però arrestato la crescita: l’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) stima che la riduzione della spesa alimentare nel 2020 determinerà una perdita di circa 24 miliardi di euro e una contrazione dell’export.

La strategia Farm to Fork, presentata a maggio 2020 dalla Commissione Europea, è un piano decennale finalizzato ad accelerare il passaggio a un sistema alimentare sano e sostenibile. Gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 sono molto ambiziosi, ma altrettanto indifferibili: ridurre del 50% l’uso dei pesticidi e del 20% dei fertilizzanti, ridurre del 50% gli antimicrobici per gli animali da allevamento e per l’acquacoltura, ridurre le emissioni di gas serra del settore agricolo e zootecnico, aumentare l’agricoltura biologica fino al 25% della SAU (superficie agricola utilizzata).

Il Consiglio Nazionale della Green Economy propone in più di incentivare le produzioni basate sull’agroecologia, premiare chi svolge attività a basso impatto e migliora le prestazioni ambientali, dare incentivi fiscali all’economia circolare, a chi riduce gli imballaggi e usa materiali ecologici, ridurre lo spreco alimentare che pesa sull’ambiente, sostenere specifici contratti di filiera per la green economy, prevedere incentivi per le imprese (commercio e horeca) che usano prodotti stagionali e locali, incentivare l’attivazione di filiere corte di prossimità, destinare ai Comuni risorse per le strategie del ciclo alimentare urbano (food policy).

L’eurodeputato Paolo De Castro (Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Parlamento Europeo) ha sottolineato il voto positivo alle misure ecologiche, anche se gli obiettivi indicati da Ursula von der Leyen devono ancora tradursi in proposte legislative. Si cerca di spingere per una PAC più ambientalista, ma bisogna trovare un equilibrio tra le dimensioni economica, ambientale e sociale; gli stessi agricoltori devono essere accompagnati nel cambiamento affinché togliere la chimica non si traduca per i consumatori nell’importazione di prodotti non controllati ma più economici.

La transizione sia non solo europea, ma mondiale

L’asticella della neutralità climatica è stata alzata al 60% al 2030: giustissimo, sottolinea Francesco Ciancaleoni, Area ambiente e territorio di Coldiretti, «ma non abbiamo ancora attuato gli obiettivi del 2018 (-33%)». L’agroforestale è molto vulnerabile agli effetti della crisi climatica: la PAC dovrebbe considerare anche l’impatto del clima, ma gli stanziamenti sono insufficienti per arrivare a una legge climatica europea. Senza una analisi di impatto socio-economico è a rischio la tenuta del settore, «oltre ai vincoli servono sostegni senza i quali si compromette il concetto di giusta transizione»

Anche Flavio Coturni, responsabile dell’unità Agricultural Policy Analysis and Perspectives della Commissione Europea, conferma la tendenza economica positiva dell’agroalimentare italiano, ma non basta. C’è una sfida commerciale per mantenere la competitività e le quote di mercato, e per migliorare le performance ambientali e climatiche sia dentro che fuori dall’Europa. Farm to Fork definisce gli obiettivi, ma bisogna fare un salto in avanti coinvolgendo i paesi non UE: la transizione sia non solo europea, ma mondiale. Vanno stabilite delle “alleanze verdi” per sistemi che assumano obblighi in materia ambientale, economica e sociale. 

«Il mercato cambia e le politiche devono adattarsi, l’esperienza del Covid-19 porterà a rivedere le scelte per il futuro» sostiene Filippo Gallinella, presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. La strategia Farm to Fork dimostra che il consumatore ha deciso di indirizzare la politica verso un nuovo modello, che però talvolta si scontra con la realtà: ad esempio, chi sta in città dice in tutta convinzione basta agli antibiotici, ma l’allevatore non sempre può farlo oppure si elogia lo smart working, ma ci sono ancora zone dove Internet non arriva e di fatto lo rendono impossibile.

Qualità e sostenibilità, due facce della stessa medaglia

David Brussa, Total Quality Director and sustainability di Illy caffè, parla di un’azienda che ha più di 90 anni, da sempre impegnata per la sostenibilità. Una stakeholder company che emette i consumatori all’apice della piramide. «Non abbiamo una produzione di seconda scelta, l’impegno per qualità è totale: abbiamo un unico blend, uguale in tutto il mondo. Andiamo direttamente dai produttori a cercare il prodotto migliore. Per noi il caffè di qualità deve essere sostenibile, deve creare valore per i produttori perché qualità e sostenibilità sono due facce della stessa medaglia». Illy chiede ai produttori più qualità, ma premia chi ce l’ha ed è sostenibile: il programma Virtus Agriculture seleziona le tecniche più sostenibili. Insieme alle Università di Udine e di Trieste Illy tiene un master per trasferire know how a tutti i livelli che viene valutato da un ente terzo. Ora l’obiettivo dell’azienda – che ha quattro punti fermi: qualità, sostenibilità, certificazione, neutralità – è raggiungere la neutralità climatica al 2030.

«La sostenibilità è una componente essenziale della qualità, è scontato dirlo» sostiene Ugo Peruch, direttore Servizio Agricolo di Mutti, azienda che ben 120 anni. Cosa cambia con Farm to Fork per le imprese come Mutti? C’è più attenzione ai temi ambientali, ma dovrebbe essere nella logica del mondo produttivo agricolo, visto che nei terreni vivono e lavorano le persone. Mutti ha allineato da sempre la filiera produttiva su obiettivi di qualità: i fornitori sanno che Mutti è molto esigente nell’approvare i prodotti, ma sanno anche che la qualità viene premiata. «C’è un patto con i consumatori, e vogliamo essere sempre all’altezza. Mutti non è solo pomodoro: è packaging riciclabile, prezzo coerente al posizionamento del prodotto, politica ambientale certificata (facciamo produzione integrata da 20 anni). Abbiamo scelto i fornitori e loro noi perché hanno creduto nel nostro progetto, siamo convinti che un buon player aiuti il mercato a migliorare». L’azienda è attenta al risparmio idrico nelle colture, alla biodiversità, alla qualità dell’aria e dell’acqua. Centrato l’obiettivo della sostenibilità ambientale, ora Mutti cerca di perseguire quella economica e sociale.

«La scelta del biologico è impegnativa per l’allevatore che vuole tutelare l’ambiente e il benessere degli animali. Non ci può essere un allevamento biologico senza un legame funzionale con la terra» spiega Pietro Campus, presidente di ICEA Certifica (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale). Il benessere non è solo un’esigenza degli animali: un buon prodotto deriva da un animale sano e porta un ritorno economico all’allevatore, anche se chi ne fa una questione economica è ancora malvisto. Resta il fatto che scegliere il biologico comporta un aumento di costi, bisogna allevare determinate razze, l’alimentazione deve essere del territorio, servono aree di pascolo più estese e cure sanitarie. Cosa accade agli imprenditori zootecnici nella cornice del green deal? Manca ancora una legge quadro per il settore, a cui vanno riconosciuti i valori di qualità, equità, rispetto e cura: proprio quelli che cerca il consumatore.

Per Cristina Tinelli, responsabile ufficio di Bruxelles di Confagricoltura, «la sostenibilità c’è se gli agricoltori rimangono in campo. Farm to Fork non ci fa paura ma deve portarci nel futuro e avere come punti fermi le nuove tecnologie, le infrastrutture e la digitalizzazione». Farm to Fork è una road map, come si inserirà nelle politiche esistenti? Il mondo agricolo è visto come il mondo dei cattivi, invece gli agricoltori hanno fatto tanti passi avanti, hanno regole molto vincolanti dal punto di vista produttivo. Forse dovrebbero comunicare in modo più efficace quello che stanno facendo. Se da un lato gli agricoltori chiedono maggiore solidarietà, dall’altro devono essere coesi e dare informazioni chiare per contrastare le falsità che alimentano i pregiudizi: farsi guidare dall’emotività e dal sentito dire crea opinioni sbagliate, servono risposte fondate su dati scientifici. «Gli agricoltori sono i primi ad avere interesse a preservare le risorse naturali nel modo migliore, perché senza terreni e animali non si va da nessuna parte. Per questo sosteniamo la necessità di un dialogo pacato per arrivare a obiettivi comuni».

L’occasione per valorizzare l’agrifood

«Quando si parla di Green Deal bisogna avere uno sguardo d’insieme, non è solo Farm to Fork: nei prossimi anni ci saranno evoluzioni importanti che vogliamo vedere come opportunità per l’agricoltura» afferma Alessandra De Santis, responsabile affari europei CIA. Gli accordi PAC sono sicuramente migliorabili, ma sono una buona base di partenza. L’obiettivo è un’Europa più verde e digitale, in questo quadro «sia aiutato l’agroalimentare nella transizione verso la sostenibilità ambientale, economica e sociale, perché perdere l’agricoltura significa perdere la popolazione delle aree rurali, di cui si è scoperta l’importanza nella pandemia». La Commissione ha obiettivi strategici, la valutazione di impatto sul settore agricolo sarà prioritaria, non solo per i produttori ma anche per i consumatori che vogliono acquistare prodotti sostenibili. «Cogliamo la sfida del Green Deal per sostenere e far evolvere il sistema agricolo europeo e italiano, riconoscendo e valorizzando quello che gli agricoltori hanno fatto e continuano a fare».

«L’innovazione in agricoltura è importante per riconvertire il settore. Il Made in Italy che ci contraddistingue ed è copiato nel mondo deve essere un pilastro della ripartenza economica» afferma Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. Dobbiamo far ripartire l’economia con idee chiare, ma quali sono gli strumenti? Per garantire una vera transizione ecologica dell’economia italiana ed europea serve una strategia chiara per allocare le risorse in modo coerente (più di 1/3 delle risorse di Next Generation EU sono per la transizione ecologica). Quindi «si deve superare l’idea degli incentivi a pioggia che non garantiscono un’effettiva transizione: bisogna premiare i virtuosi e aiutare i non virtuosi a diventarlo, ma questo non è contemplato nella riforma della PAC. Parliamo con aziende agroalimentari innovative, lavoriamo con i big players e con i piccoli, ci siamo fatti portavoce di chi ha investito risorse per innovazioni in campo agroalimentare e zootecnico perché questa parte dell’economia italiana sia protagonista del cambiamento». 

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Rinnovabili • Giornata mondiale della terra

Giornata mondiale della terra: cos’è e quando si festeggia?

Giornata della Terra: l'evento che ogni anno mobilita un miliardo di persone per la salvaguardia del Pianeta Terra. - Earth Day

Giornata (mondiale) della Terra

Giornata mondiale della terra
Giornata Mondiale della Terra

La Giornata Mondiale della Terra è una manifestazione internazionale per la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro pianeta.

Conosciuta nel mondo come Earth Day, la Giornata della Terra di aprile, è levento green che riesce a coinvolgere il maggior numero di persone in tutto il pianeta. Si calcola infatti che ogni anno, nel periodo dell’equinozio di primavera, si mobilitino circa un miliardo di persone.

Storia della Giornata Mondiale della Terra

L’Istituzione della Giornata mondiale della Terra si deve a John McConnell, un attivista per la pace che si era interessato anche all’ecologia: credeva che gli esseri umani abbiano l’obbligo di occuparsi della terra e condividere le risorse in maniera equa. Nell’ottobre del 1969, durante la Conferenza dell’UNESCO a San Francisco, McConnell propose una giornata per celebrare la vita e la bellezza della Terra e per promuovere la pace. Per lui la celebrazione della vita sulla Terra significava anche mettere in guardia tutti gli uomini sulla necessità di preservare e rinnovare gli equilibri ecologici minacciati, dai quali dipende tutta la vita sul pianeta.

La proposta ottenne un forte sostegno e fu seguita dal festeggiamento del “Giorno della Terra” della città di San Francisco: la prima celebrazione della Giornata della Terra fu il 21 marzo 1970. La proclamazione della Giorno della Terra ufficializzava, con un elenco di principi e responsabilità precise, un impegno a prendersi cura del Pianeta. Questo documento venne firmato da 36 leader mondiali, tra cui il Segretario generale delle Nazioni Unite U Thant, Margaret Mead, John Gardner e altri (L’ultima firma di Mikhail Gorbachev è stata aggiunta nel 2000).

Un mese dopo, il 22 aprile 1970, la definitivaGiornata della Terra – Earth Day” veniva costituita dal senatore degli Stati Uniti Gaylord Nelson, come evento di carattere prettamente ecologista. Questa Giornata della Terra era però pensata come una manifestazione prettamente statunitense, fu Denis Hayes (il primo coordinatore dell’Earth Day) a rendere la manifestazione una realtà internazionale: dopo aver “contagiato” le città americane, Hayes fondò l’Earth Day Network arrivando a coinvolgere più di 180 nazioni.

giornata mondiale della terra 2023
Villaggio per la Terra 2023 a Roma

La proclamazione della Giornata della Terra si inseriva in un contesto storico dove si era appena presa coscienza dei rischi dello sviluppo industriale legato al petrolio: nel 1969 a Santa Barbara, California, una fuoriuscita di greggio aveva ucciso decine di migliaia di uccelli, delfini e leoni marini. L’opinione pubblica ne fu scossa e gli attivisti iniziarono a ritenere necessaria una regolamentazione ambientale per prevenire questi disastri.

earth day giornata terra
Nel 2020 si è celebrato il 50° anniversario della Giornata Mondiale della Terra – Earth Day

Giornata Mondiale della Terra: le prime celebrazioni

Le prime celebrazioni del Giorno della Terra si svolsero in duemila college e università , circa diecimila scuole primarie e secondarie e centinaia di comunità negli Stati Uniti. Anche se l’evento ebbe una portata nazionale si dovette aspettare il 1990 per vedere un altro Earth Day significativo.

Nel 1990 la Giornata della Terra mobilitò 200 milioni di persone in 141 paesi ponendo l’attenzione sulle questioni ambientali nel palcoscenico mondiale. Le attività del giorno della Terra nel 1990 diedero un impulso enorme alla cultura del riciclo in tutto il mondo e contribuirono ad aprire la strada per il Summit della Terra organizzato dalle Nazioni Unite nel 1992 a Rio de Janeiro.

Per trasformare la Giornata della Terra in un evento annuale, piuttosto che uno che si verificava ogni 10 anni, Nelson e Bruce Anderson, organizzatori principali dell’ Earth Day New Hampshire nel 1990, hanno costituito Earth Day USA. Questo comitato ha coordinato le successive celebrazioni del Giorno della Terra fino al 1995, incluso il lancio di EarthDay.org. Dopo il 25 °anniversario del 1995, l’organizzazione passò all’attuale Earth Day Network.

Nel 2000 la Giornata mondiale della Terra combinò lo spirito originale dei primi Earth Day con l’internazionalismo dell’evento del ’90. Il 2000 fu il primo anno in cui venne usato Internet come strumento principale di organizzazione: questo si rivelò prezioso a livello nazionale e internazionale. Kelly Evans direttore esecutivo, arruolò più di 5.000 gruppi ambientali al di fuori degli Stati Uniti, raggiungendo centinaia di milioni di persone con un record di 183 paesi. Leonardo DiCaprio fu l’ospite ufficiale dell’evento, e in circa 400.000 parteciparono all’evento principale non ostante la pioggia fredda di quel giorno.

Alcuni scatti dal Villaggio per la Terra 2018 (Earth Day – Giornata della Terra a Roma)

La Giornata Mondiale della Terra Oggi: Una Festa Globale

Grazie al crescente interesse per la manifestazione, oggi la Giornata mondiale della Terra è diventata la Settimana mondiale della Terra: nei giorni vicini al 22 aprile, numerose comunità festeggiano per un’intera settimana con attività incentrate sulle tematiche ambientali più attuali. Gli eventi vengono utilizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche della sostenibilità, e dagli attivisti, per fare analisi degli scenari odierni e proporre soluzioni concrete. Nel 2017, durante la Settimana della Terra e in aperto contrasto con le nuove “politiche negazioniste” di Trump,  si è svolta in decine di città, la Marcia per la Scienza, seguita dalla mobilitazione popolare del clima (29 aprile 2017).

Nell’ambito dell’Earth Day Network, “Earth Day Italia” è considerato uno dei migliori comitati organizzativi, tanto che nel 2015 l’organizzazione italiana è divenuta sede europea del network internazionale. L’edizione del 2016 ha rappresentato un momento di straordinaria importanza per Earth Day Italia, grazie al succedersi di eventi importanti fra cui l’eccezionale visita a sorpresa di Papa Francesco e il collegamento in live streaming con il Ministro Galletti da New York, in occasione della storica firma del primo accordo universale sul cambiamento climatico (COP21).

Villaggio per la Terra – Roma 2017

Ogni anno a Roma, nella bella cornice di Villa Borghese, prende vita il Villaggio per la Terra: una settimana di eventi per tutte le età, che culminano con una serie di imperdibili concerti.

Nel 2017 tra la Terrazza del Pincio e il Galoppatoio di Villa Borghese, Earth Day Italia ha organizzato 5 giorni in cui si sono alternati eventi sportivi, concerti, esposizioni, mostre, convegni, spettacoli, laboratori, attività didattiche, giochi per bambini e ottimo cibo.

Tra i tanti eventi che hanno caratterizzato il Villaggio per la Terra 2017, il principale è stato il Concerto per la Terra. La serata gratuita, che ha preso il nome di “Over the Wall, Mecenati della Bellezza”, è stata presentata da Fabrizio Frizzi ed ha visto la partecipazione degli Zero Assoluto, Noemi, Sergio Sylvestre, Soul System, Ron e La Scelta.

Nel Galoppatoio di Villa Borghese il Villaggio dello Sport ha offerto a tanti la possibilità di praticare decine di discipline sportive differenti, di sperimentare simulatori sportivi virtuali, di assistere alle dimostrazioni di grandi campioni e di lanciarsi in gare, tornei e contest sempre divertenti e all’insegna della sostenibilità. In questo contesto il Coni, il Comitato Paralimpico e decine tra federazioni, associazioni e società sportive, club e campioni hanno offerto un importante contributo in difesa dei valori più autentici dello sport e dell’ambiente.

A caratterizzare maggiormente le attività per i giovani studenti romani è stato il premio “Io Ci Tengo” (#IoCiTengo). Nato per portare l’attenzione delle scolaresche sulle tematiche ambientali, il premio ha cercato di catalizzare progetti, lavori artistici e reportage che raccontassero in maniera innovativa e rivoluzionaria come trasformare il deserto di cemento delle nostre città in una foresta. Fu proprio Papa Francesco, con una partecipazione a sorpresa durante l’edizione 2016, a lanciare il messaggio “Voi trasformate deserti in foreste”. Le scuole hanno partecipato in tanti modi: foto, disegni, articoli, storie e video; con fantasia e immaginazione hanno conquistato l’attestato di Testimone della Terra 2017, mentre i vincitori sono stati nominati Ambasciatrici della Terra 2017.

Inoltre, durante il Villaggio per la Terra, sono state dedicate delle intere giornate sia alla mobilità sostenibile che ai libri, riconoscendo alla mobilità green e alla cultura ruoli fondamentali nel cambiamento verso una cultura della sostenibilità.

Villaggio per la Terra – Roma 2018

La Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite è stata celebrata anche nel 2018 con una grande partecipazione che ha portato a Villa Borghese oltre 150.000 persone. Questa 48ª edizione ha visto un Earth Day ricchissimo di iniziative ed venti. Cinque giornate (dal 20 al 25 aprile) dedicate alla tutela del Pianeta con un focus sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite con altrettante piazze multimediali dedicate agli obiettivi che hanno ospitato talk, laboratori e mostre.

Le attività per i giovani erano inquadrate dal Villaggio per lo Sport, dal Villaggio per Bambini e dal Villaggio per ragazzi.

Il Villaggio per lo Sport ha offerto tantissimi giochi gratuiti e assistiti, ma anche dimostrazioni e tornei. Il Villaggio per Bambini ha ospitato molte attività didattiche che hanno divertito i piccoli, dal grande Parco della Biodiversità dei Forestali, alla Pompieropoli dei Vigili del Fuoco, dagli esperimenti su vulcani e terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica, al Planetario dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Il Villaggio dei Ragazzi, dedicato ai più grandicelli e alla scuola è stato protagonista del Festival dell’Educazione alla Sostenibilità e degli Stati Generali dell’Ambiente dei Giovani. A completare i programma per gli adolescenti tanti workshop, iniziative e la staffetta planetaria per la pace #RUN4UNITY.

Durante tutte e cinque i giorni i bambini si sono potuti cimentare con l’Orienteering, il canottaggio simulato, pallavolo, cavalcata sui pony, scherma, ping pong, e-bike, pallamano, tennis, calcio, tiro a segno con la fionda, tiro con l’arco e una alta parete da arrampicata.

Giornata della Terra 2019, proteggiamo la nostre specie

Protect our species – Proteggi le nostre specie”. Questo il tema della Giornata della Terra 2019. Oggi gli scienziati parlano senza troppe remore di una sesta estinzione di massa, di un “annichilimento biologico” della fauna selvatica. E a differenza delle precedenti cinque estinzioni di massa, causate da catastrofi e disastri naturali, questo sarebbe il primo evento provocato dall’uomo. La distruzione e lo sfruttamento degli habitat unitamente agli effetti del cambiamento climatico stanno, infatti, guidando la perdita di metà della popolazione mondiale di animali selvatici.

Tutti gli esseri viventi hanno un valore intrinseco e ognuno gioca un ruolo unico nella complessa rete della vita – scrive Eart Day Network – Dobbiamo lavorare insieme per proteggere le specie minacciate e in via di estinzione: api,  barriere coralline, elefanti, giraffe, insetti, balene e altro ancora. La buona notizia è che il tasso di scomparsa può ancora essere rallentato e molte delle nostre specie in declino possono recuperare ma solo a patto di lavorare assieme per costruire un movimento globale di consumatori, elettori, educatori, leader religiosi e scienziati che pretendano un’azione immediata”.

L’appuntamento 2020 con la Giornata Mondiale della Terra diventa una maratona online

Nel 2020 la manifestazione ha celebrato il suo 50esimo anniversario in corrispondenza delle prime chiusure nazionali per arginare la pandemia di COVID-19. Ma la crisi del coronavirus non ha intaccato lo spirito della manifestazione che, in risposta ai lockdown e alle cancellazioni degli eventi in pubblico, si è trasformata in una gigantesca maratona virtuale. Una staffetta digitale che, per 24 ore, ha attraversato il globo raccogliendo azioni grandi e piccole, testimonianze e impegni a favore del Pianeta. “Il coronavirus può costringerci a mantenere le distanze, non ci costringerà a mantenere bassa la voce”, hanno spiegato gli organizzatori dell’Earth Day 2020. “L’unica cosa che cambierà il mondo è chiedere tutti assieme un nuovo modo di procedere. Potremmo essere separati, ma grazie al potere dei media digitali, siamo anche più connessi di prima”. Tema dell’edizione, l’azione per il clima. La pandemia virale ha sottolineato ancora una volta l’importanza di continuare a impegnarsi per contrastare i cambiamenti climatici. D’altra parte il riscaldamento globale è stato segnalato tra le concause della diffusione del Sars-Cov2, assieme all’intenso sfruttamento ambientale e alla distruzione della biodiversità e degli habitat naturali. Gli scienziati hanno avvertito che abbiamo poco più di un decennio per dimezzare le emissioni ed evitare gli impatti più devastanti su fornitura alimentare, sicurezza nazionale, salute globale, condizioni meteo e altro ancora. Tra le azioni da mettere in campo, la Giornata ha promosso la partecipazione all’Earth Challenge 2020, progetto dedicato alla creazione della più grande comunità di Citizen Science (Scienza dei cittadini). Grazie ad un app, disponibile in 11 lingue, è possibile divenire delle sentinelle ambientali, raccogliendo dati che saranno integrati in un’unica piattaforma su qualità dell’aria, l’inquinamento da plastica, qualità idrica, sicurezza alimentare e impatto sul clima locale.

Nel 2021 la maratona per la Giornata Mondiale della Terra era online con una lunga diretta multimediale.

Nel 2021 la Giornata Mondiale della Terra (Earth Day) è stata una maratona multimediale con 13 ore di diretta televisiva. La diretta televisiva è iniziata alle 7:30 del 22 aprile per proseguire fino alle 20:30: dagli studi televisivi di Via Asiago RaiPlay si è collegata con tanti programmi RAI durante tutta la giornata.

In diretta e on demand anche sulla piattaforma www.onepeopleoneplanet.it , numerosi sono stati i contributi, dalla galassia di partner, associazioni, istituzioni, testimonial, esponenti del mondo della scienza, della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport.

Nel 2022 la Giornata mondiale della Terra sarà una maratona caratterizzata dal Concerto per la Terra di Earth Day Italia, con la direzione artistica del Maestro Giovanni Allevi 

villaggio per la terraAllevi, compositore di fama internazionale, è stato nominato Ambassador dello Earth Day European Network durante la COP26 di Glasgow. Il concerto sarà uno spettacolo che il Maestro vuole dedicare alle nuove generazioni in vista della prossima Conferenza sul Clima dell’ONU. L’evento vuole mettere in collegamento tanti artisti provenienti da tante parti del mondo: un’unione artistica in grado di superare ogni confine e diversità, la “Voce della Terra”.

Come ogni anno Rinnovabili.it sarà media partner e trasmetterà parte della diretta sul sito e sui canali social. Segui la diretta visitando il sito OnePeopleOnePlanet

Segui gli hashtag ufficiali #OnePeopleOnePlanet #EarthDay2022 #OPOP22 #IoCiTengo

Earth Day Italia 2023: una staffetta di voci per il Pianeta

In occasione della Giornata Mondiale della Terra 2023, torna con la sua quarta edizione la Maratona Multimediale #OnePeopleOnePlanet (#OPOP) di Earth Day Italia. Una staffetta live che dalla Nuvola di Fuksas porterà in diretta su Rai Play dalle 8 di mattina talk show, collegamenti internazionali, testimonianze artistiche, scientifiche e istituzionali. Per culminare alle 21.00 nell’atteso Concerto per La Terra, con grandi cantanti del calibro di Leo Gassmann, Ermal Meta e Tommaso Paradiso.

Ma prima di arrivare alla maratona del 22 aprile, il Galoppatoio di Villa Borghese aprirà le porte il Villaggio per la Terra: 17 piazze multimediali guidate da giovani universitari di diversi atenei che dal 21 al 25 aprile approfondiranno 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nel palco principale allestito sulla Terrazza del Pincio, invece, si daranno il cambio quotidianamente Talk Show e performance di street artist di fama internazionale che realizzeranno delle opere sul tema ambientale.

 “Le celebrazioni italiane della Giornata della Terra  – spiega Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia – hanno caratteristiche uniche perché nascono da una storia unica. Storia d’incontro e di dialogo con centinaia di organizzazioni, che negli anni, insieme al Movimento dei Focolari, abbiamo imparato ad accogliere e valorizzare. Crediamo che il nostro vero lavoro sia proprio questo: creare ponti tra persone, tra organizzazioni, tra Paesi, che hanno davvero tanto da dire e da dare ma che a volte solo nel nostro evento trovano l’occasione giusta per iniziare a lavorare insieme”.

Giornata Mondiale della Terra 2024, Pianeta vs Plastica

“Pianeta contro Plastica”, questo il tema che contraddistingue la 54ma edizione della manifestazione. La Giornata Mondiale della Terra 2024 non poteva che affrontare uno dei problemi più sentiti a livello globale quando si parla di tutela amabientale. Riflettori puntati dunque sull’inquinamento dei rifiuti plastici, con l’obiettivo di sollecitare un’azione che riduca l’usa e getta, metta al bando il fast-fashion e investa in tecnologie e materiali alternativi ai polimeri di origine fossile. Chiedendo un riduzione del 60% della produzione di plastica entro il 2024.

In Italia il conto alla rovescia verso l’Earth Day 2024 sarà scandito quest’anno da due eventi:

  • il Villaggio per la Terra a Villa Borghese e sulla suggestiva Terrazza del Pincioa Roma: 600 eventi gratuiti e aperti a tutti, tra laboratori ludici e didattici, lezioni, incontri e dibattiti sui temi della sostenibilità ambientale, sociale e dell’innovazione, presentazioni di libri, proiezioni, giochi, dimostrazioni e pratiche sportive, spettacoli, esibizioni musicali e artistiche, e altri eventi culturali.
  • il Festival dell’Innovability presso la Casa del Cinema a Roma, pensato per celebrare anche la Giornata mondiale della Creatività e dell’Innovazione che le Nazioni Unite.

Entrambi si apriranno il 18 aprile per proseguire fino a domenica 21 per culminare il 22 aprile nella ormai consueta #OnePeopleOnePlanet, la maratona multimediale di 16 ore, dall’auditorium della Nuvola di Fuksas.

Giornata mondiale della terra 2021

Giornata mondiale della terra 2020

Giornata mondiale della terra 2019

Visita il sito di Earth Day Italia

Visita il sito del Villaggio per la Terra 2018

Visita la pagina dedicata al Villaggio per la Terra 2017

Visita la pagina dedicata alla Marcia per la Scienza 2017

Visita il sito di Earth Day Network

Leggi il nostro articolo sul Earth Day 2017

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Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


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Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

leggi anche Fotovoltaico in perovskite, i punti quantici raggiungono un’efficienza record

L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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