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Obesity Day 2021, misurato l’effetto pandemia

Durante la pandemia il 46% degli italiani è aumentato di peso, dicono i dati diffusi in occasione di Obesity Day. Chi ne ha fatto le spese sono stati soprattutto bambini e ragazzi che hanno consumato grandi quantità di cibo spazzatura. Ripartiamo dall’educazione alimentare, suggerisce Coldiretti

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Foto di Steve Buissinne da Pixabay

Il peso della pandemia protagonista dell’Obesity Day 2021

Il peso della pandemia. È proprio il caso di dirlo, visto che il 46% degli italiani è aumentato di peso a causa del Covid-19. Il dato è stato riportato dall’analisi di Coldiretti su dati Istat in occasione dell’Obesity Day 2021, promosso dall’ADI-Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica.

Dovendo rimanere tanto tempo chiusi in casa, la tentazione di entrare in cucina è stata irresistibile e gli effetti non si sono fatti attendere.

Più colpiti gli uomini

Se da un lato c’è stata una maggiore attenzione a preparare e consumare in casa cibo di qualità ­– che ha anche aiutato le imprese agroalimentari a bilanciare le perdite dovute alla chiusura di alberghi, bar e ristoranti – dall’altro si è commesso qualche peccato di gola consolatorio di troppo. La tendenza a mangiare di più, tuttavia, non è stata compensata da un’adeguata attività fisica.

Durante la pandemia 1 persona su 4 ha dichiarato di aver mangiato di più. I più colpiti? Gli uomini. Il 55% della popolazione maschile ha messo su qualche chilo di troppo, mentre le donne sono riuscite meglio a tenere l’appetito sotto controllo; per loro la percentuale di “arrotondamento” si è fermata al 37%. I dati mostrano anche differenze a livello territoriale: se al Centro è andata meglio (42%), il Nord ha tenuto (43%) mentre al Sud i cedimenti sono stati più numerosi (50%).

Cibo spazzatura per bambini e ragazzi

I dati di Obesity Day mostrano inoltre che bambini e ragazzi hanno patito gli effetti peggiori dal punto di vista alimentare. Niente sport né relazioni con i coetanei, niente scuola. Il tempo in casa è trascorso nell’immobilità fra televisione, videogiochi e didattica a distanza: un mix deleterio per la loro salute.

Secondo uno studio dell’Università di Buffalo con l’Università di Verona il tempo dedicato a queste attività “immobili” è cresciuto di 5 volte rispetto alla media pre-Covid. Peggio che mai è andata per i bambini che vivono nelle grandi città, dove è più raro avere a disposizione un giardino o uno spazio verde per fare un po’ di moto.

Stando ai dati di Obesity Day, bambini e adolescenti hanno consumato un pasto in più e tutt’altro che salutare: cibi spazzatura, merendine, bibite gassate, snack di vario genere. Ovviamente di frutta e verdura neanche a parlarne, yogurt o latte questi sconosciuti.

Educazione alimentare

Coldiretti, già lo scorso giugno, ha dato vita alla prima festa dell’educazione alimentare: la festa rientra nel progetto “Educazione alla Campagna Amica” che continua con varie iniziative per i ragazzi delle elementari e delle medie. L’obiettivo è quello di formare consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti. Un modo per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce il cibo ai prodotti della terra.

L’educazione alimentare è un tema fondamentale per la salute dei giovani. Alla luce dei risultati di Obesity Day, Coldiretti sostiene l’importanza di «offrire nelle mense scolastiche prodotti a chilometro zero che valorizzino i prodotti nazionali garantendo genuinità e freschezza».

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