Quale direzione per l’innovazione nell’agrifood?

La tecnologia in campo agroalimentare non può risolvere da sola la crisi del post covid ma, investendo in innovazione per supportare le industrie di base, si può contribuire a costruire una società più sana, solida e resiliente

innovazione agrifood
By AccolturatoOwn work, CC BY-SA 4.0, Link

di Nicola Pirina 

Se qualcosa è chiaro grazie alla pandemia è che il mondo può cambiare in un minuto. 

Tutto il mondo. E non necessariamente in maniera reversibile.

Altra certezza lampante è che la tecnologia ha affermato con forza la crucialità del suo ruolo nel consentire a sistemi, mercati e comportamenti umani di cambiare con essa. Lavoriamo da casa. Ospitiamo conferenze, anche globali. Una app e la nostra cena, i generi alimentari, i farmaci e gli altri acquisti arrivano a casa. E così via. Con pochi click.

Altra ottica è che contemporaneamente la nostra dipendenza da una catena alimentare globale (non necessaria né sostenibile) ha innalzato l’agroalimentare (sano, locale, sostenibile, giusto) allo stato di indispensabilità che gli compete.

La tecnologia agrifood certamente da sola non può risolvere la crisi di post covid ma, investendo in innovazione per supportare le industrie di base, può contribuire a costruire una società più sana, solida, resiliente ed antifragile.

La tecnologia agrifood potrebbe essere suddivisa in due parti: agritech (upstream, a monte, più vicina all’agricoltore ed all’allevatore) e foodtech (downstream, a valle, più vicina al consumatore).

Le tendenze tecnologiche a monte sono quelle che affrontano le principali sfide agricole dei prossimi anni. D’altra parte, le tendenze tecnologiche a valle, includono le soluzioni di per la distribuzione, vendita e consumo, almeno. Queste soluzioni riguardano più il rimodellamento del modo in cui selezioniamo e consumiamo il cibo, aiutando a ridurre la perdita e lo spreco di cibo. Ad un meta livello tecnologico, infatti, ci sono anche gli sforzi tecnologici per combattere gli sprechi alimentari e l’enorme quantità di cibo (edibile) che diventa rifiuto da incenerire (a norme e comportamenti attuali), quindi CO2.

Altro meta livello è quello della catena di approvvigionamento alimentare, ancor oggi tradizionale e guidata dalle relazioni, il che rende difficile per i produttori trovare nuove rotte per commercializzare e per i trasformatori trovare i prodotti giusti al momento giusto.

Per questo, negli ultimi anni, si sono affacciate soluzioni innovative che modellano il futuro  dell’agricoltura e del cibo.

Un’area d’innovazione è quella legata al cibo da connettere. 

Già, connettere il cibo. La maggior parte dei consumatori desidera maggiori informazioni sul cibo che stanno mangiando, dalla qualità e dalla fonte degli ingredienti all’impatto ambientale dello stesso. Socialmente è chiaro che si deve lavorare per aumentare la fiducia dei consumatori nel sistema alimentare (aree: blockchain e sensoristica).

Poi il cibo da personalizzare. 

Bisogna dare ai consumatori maggiori informazioni e controllo su come vengono progettati gli alimenti per essere allineati alle loro esigenze dietetiche, oramai le più varie, spesso a causa di questioni ambientali (aree: intelligenza artificiale). 

Ancora, la nostra dipendenza alimentare dagli insetti, tema che sta portando alla ribalta l’impollinazione artificiale come servizio. Le api e altri impollinatori sono fondamentali per l’approvvigionamento alimentare globale (e la biodiversità in generale), ma sono minacciati dai cambiamenti climatici e da altri impatti negativi sui loro habitat naturali, come un eccessivo uso delle chimica nociva.

Nessuna innovazione da sola, però, sia chiaro, può affrontare autonomamente questa sfida. 

Proseguo, l’aumento delle rese nell’agricoltura tradizionale per il tramite di nuovi prodotti biologici (area funghi simbiotici per consentire alle colture di aumentare l’efficienza dei fertilizzanti e l’ottimizzazione nell’uso dell’acqua).

Anche la salute del bestiame grazie alla salubrità del terreno è in cima agli interessi (area robotica ed intelligenza artificiale, softwaristica avanzata).

In questo senso grande interesse lo stanno suscitando i bio-pesticidi altamente mirati a specifiche varietà di parassiti, garantiscono che né le piante né altre specie di insetti e animali siano danneggiate.

Piattaforme di trading per migliorare i prezzi, previsioni meteorologiche sui rischi climatici, riduzione delle emissioni bovine tramite integratori alimentari naturali, intelligenza artificiale e robotica per supportare l’indoor, piattaforme assicurative per aiutare gli agricoltori a mitigare la volatilità dei prezzi delle materie prime. 

Questo chiude una prima panoramica. 

Il secondo ambito di riflessione è nutrire il futuro.

La popolazione mondiale in crescita minaccia la disponibilità di risorse naturali, a partire dalle carenze di terreni agricoli, il cambiamento climatico fa il resto insieme al degrado dei suoli, alla deforestazione ed alla scarsità d’acqua. Quindi buona quantità di risorse intellettuali è attenta ad aumentare la produttività garantendo un sistema agricolo resistente al clima (aree: agricoltura verticale e di precisione, proteine ​​alternative e biotecnologia agricola).

Per migliorare la produttività agricola è necessario aumentare l’efficienza nell’uso delle risorse naturali, ridurre lo spreco e la perdita di cibo. L’agricoltura non dovrà più dipendere dall’applicazione di acqua, fertilizzanti e pesticidi. Gli agricoltori ne useranno quantità minime o addirittura le rimuoveranno dalla catena di approvvigionamento. Questo avrà un impatto complessivamente positivo sull’ambiente, sia in termini di emissioni di gas che di sfruttamento delle risorse.

Emerge il concetto di agricoltura generative a non meramente estrattiva.

Dobbiamo consentire cicli di produzione significativamente più brevi e una produzione per tutto l’anno, offrendo la possibilità di ridurre l’uso del suolo, riorientare le tendenze dell’urbanizzazione, limitare le necessità logistiche all’indispensabile, mantenere le stagionalità, prevenire i cambiamenti climatici.

Gli impianti più innovativi comprenderanno la gestione dei dati, l’automazione della gestione degli impianti, l’automazione della raccolta e l’automazione post-raccolta.

Le previsioni di mercato per il prossimo decennio suggeriscono una rivoluzione digitale che probabilmente avrà un impatto su ogni aspetto della catena alimentare agricola. 

Sarà un processo inevitabile e noi dobbiamo essere pronti a governarlo.

di Nicola Pirina, www.kitzanos.com

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