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Triciclazolo nel riso, l’UE ritira la proposta di alzare i limiti

Alzare i limiti di triciclazolo nel riso? La Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha chiesto alla Commissione Europea di ritirare la proposta di alzare i limiti da 0,01 a 0,09 mg/Kg. Il pesticida è vietato in Europa perché ritenuto dannoso per la salute, ma usato in Asia e Sudamerica. Il riso importato dovrebbe seguire le medesime regole secondo il principio di reciprocità

triciclazolo nel riso
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Il paradosso del triciclazolo nel riso: se viene dall’estero non è dannoso?

(Rinnovabili.it) – No ad aumentare i limiti di triciclazolo nel riso. Questa è l’importante decisione della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo che con una larghissima maggioranza ha chiesto alla Commissione Europea di ritirare la proposta di alzare i limiti di triciclazolo nel riso da 0,01 a 0,09 mg/Kg.

La posizione della Commissione Ambiente è in linea con quella che, nel maggio scorso, aveva espresso anche il Consiglio Europeo.

Triciclazolo, un pesticida vietato in Europa e permesso in Asia e Sudamerica

Il tricilazolo è un pesticida molto potente usato dai produttori di riso del Sudamerica e dell’Asia. Il suo impiego è però vietato in Europa dal 2016, in quanto entra nel ciclo dell’acqua ed è ritenuto pericoloso per la salute delle persone. La legislazione europea vieta anche l’importazione di riso che contenga residui superiori a quelli ammessi.

La discussione sui limiti di tolleranza al triciclazolo è in atto da diversi mesi. La questione si fa spinosa perché da un lato si puntano i piedi per tutelare la salute, dall’altro la risposta è principalmente economica. In sostanza, non è in gioco solo la salute ma anche la competitività della produzione di riso europeo.

Per dare un’idea del volume d’affari, nel 2022 il consumo di riso asiatico è aumentato dell’82%; un pacco su quattro del riso che acquistiamo viene dall’estero. Ancora una volta, attenzione all’etichetta dove un po’ nascosta e in caratteri ai limiti del leggibile è scritta la provenienza.

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Una concorrenza sleale che fa male alla salute

Coldiretti e Filiera Italia sono da sempre contrarie ad alzare i limiti di tolleranza al tricilazolo (richiesta avanzata dalla multinazionale che produce tale sostanza) perché sarebbe discriminatorio verso le imprese risicole italiane che sono sottoposte a controlli severi e a una legislazione restrittiva.

Secondo Coldiretti il voto contrario dovrebbe portare a rispettare il principio di reciprocità: ovvero i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei devono rispettare gli stessi criteri. Questo dovrebbe garantire che tutti gli alimenti in vendita sugli scaffali UE seguano le stesse regole per quanto riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute di lavoratori e consumatori.

I grandi stock di riso importati dai Paesi asiatici come Cambogia, Myanmar, Vietnam, India e Pakistan (che usano il triciclazolo) invece godono di una soglia di tolleranza superiore. Un ulteriore rialzo spalancherebbe le porte anche al riso proveniente dal Sudamerica. L’Italia è il secondo produttore europeo di riso dopo la Spagna, ed è di ottima qualità. A parte la concorrenza sleale, quello che francamente suscita più di qualche interrogativo è il fatto che innalzare i limiti di triciclazolo nel riso spalancherebbe definitivamente le porte a un prodotto ritenuto dannoso per la salute.

La domanda vera che ci dobbiamo porre è questa: in Europa il triciclazolo è ritenuto dannoso per la salute, se arriva con i prodotti importati non lo è più?

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