Acque parassite, servono strumenti innovativi per la ricerca

Gruppo CAP sfida gli innovatori attraverso la piattaforma Open Innovability® di Enel. Obiettivo: ideare soluzioni efficaci e sostenibili per il rilevamento delle acque parassite nelle reti fognarie

acque parassite

Il crowdsourcing del gruppo Enel incontra la gestione del sistema idrico

(Rinnovabili.it) – Sono chiamate in gergo “acque parassite” e rappresentano tutte quelle infiltrazioni nel sistema fognario, estranee ai reflui. E, come il nome stesso fa intuire, costituiscono un problema per le reti di drenaggio urbano. 

Per il buon funzionamento dell’infrastruttura è necessario riuscire ad individuarle e ridurle, un’operazione non solo complessa ma anche lunga e dispendiosa. Ecco perché oggi c’è chi cerca nuove soluzioni in grado di rendere questa attività più efficiente ed efficace. Parliamo di Gruppo CAP, utility che gestisce uno dei più grandi poli idrici del Paese. L’azienda ha scelto di aderire all’approccio open che caratterizza la strategia innovativa del gruppo Enel affidandosi alla piattaforma Open Innovability®, per lanciare una sfida. Obiettivo? Trovare nuovi strumenti e tecnologie che rendano tali ricerche economiche, rapide e sostenibili allo stesso tempo. Ma soprattutto che siano replicabili su larga scala.

Acque parassite, perché sono un problema?

Le acque parassite assillano gran parte dei gestori idrici italiani. Sono determinate da infiltrazioni puntuali o diffuse, dovute a carenze strutturali o anche a interconnessione con il reticolo idrografico superficiale e con le acque sotterranee. Possono essere acque superficiali, di falda, provenienti da scarichi non autorizzati o da perdite degli acquedotti; pertanto rappresentano, una componente non conforme al sistema fognario così come lo stesso è progettato. La loro presenza riduce la capacità della infrastruttura, aumentando anche il tasso di usura e invecchiamento. E, aspetto non secondario, diluisce il carico organico dei reflui con il rischio di mettere in crisi il trattamento del depuratore. 

Le conseguenze più ovvie? Possibili allagamenti nelle reti meno efficienti, ma anche aumento degli interventi di manutenzione e maggiori costi energetici.

Per una utility come Gruppo CAP che gestisce il servizio idrico integrato nella Città metropolitana di Milano e in alcuni comuni delle province lombarde vicine, individuare il problema con tempestività è essenziale. Sia sul fronte della qualità del servizio offerto che da un lato prettamente economico. 

Attualmente su 42 bacini fognari gestiti da Gruppo CAP, ben 22 presentano il problema in forma grave, interessando fino a 700 km di rete di drenaggio. L’azienda ha attivato ormai da tempo un servizio di monitoraggio delle portate per individuare e quantificare la presenza di acque parassite.  Ha inoltre testato diverse tipologie di indagini (analisi di conducibilità elettrica, ispezioni con periscopio, videoispezioni, etc) che tuttavia hanno dato risultati insoddisfacenti.

Creatività e innovazione al servizio delle reti fognarie

È qui che entra in gioco la nuova challenge lanciata sulla piattaforma di crowdsourcing firmata Enel. L’azienda si è avvalsa di Open Innovability® per cercare soluzioni innovative finalizzate all’individuazione di queste infiltrazioni. Idee e progetti che siano efficienti, sostenibili, giustificabili in termini di costi e replicabili su ampia scala. 

La challenge, che rimarrà aperta almeno fino al 24 maggio 2022, è rivolta a startup, piccole e medie imprese, Università, centri di ricerca e singoli innovatori. A loro sono richieste proposte che dimostrino di essere tecnicamente fattibili ed economiche. I progetti dovranno essere inoltre facili da installare e manutenere, anche in caso di luoghi difficili da raggiungere. Ed essere in grado di condividere i dati con sistemi SCADA (supervisory control and data acquisition). 

Requisito essenziale: un livello di maturità tecnologica uguale o superiore al TRL 6 (Technology Readiness Level).  Le soluzioni migliori saranno valutate da Gruppo CAP con l’obiettivo di stabilire una partnership di collaborazione. L’intesa include la realizzazione di un progetto pilota da testare direttamente sulle reti fognarie di uno dei 42 bacini sotto la gestione dell’utility.

La sfida contribuirà anche ad avvicinare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals –  SDG) definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In particolare, offrirà uno strumento per supportare l’SDG 9Innovazione e infrastrutture: costruire infrastrutture solide, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e favorire l’innovazione”; l’SDG 11Città e comunità sostenibili: creare città sostenibili e insediamenti umani che siano inclusivi, sicuri e solidi”; l’SDG 14Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”; e l’SDG 17Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile”.

Qui tutte le informazioni per partecipare al contest. 

#EnelOpenInnovability 

In collaborazione con Enel

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