Bioshopper, firmato il decreto interministeriale

Il provvedimento definisce le categorie di “sacchi per l’asporto delle merci” e la commercializzazione, specificando il tipo di sacchetti che possono essere utilizzati

Bioshopper, firmato il decreto interministeriale(Rinnovabili.it) – Firmato il decreto sui bioshopper. Ieri il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, e quello dello Sviluppo economico, Corrado Passera, hanno siglato il provvedimento che regolamenta l’uso delle buste degradabili e compostabili secondo quanto è previsto dalla normativa europea. La legislazione italiana fa dunque sue le indicazioni fornite da Bruxelles, individuando le caratteristiche tecniche dei sacchi per l’asporto merci – siano essi destinati all’uso alimentare che non – con un focus particolare sui sacchetti biodegradabili per la spesa. Tra questi ultimi rientrano quelli monouso biodegradabili e compostabili, conformi alla norma armonizzata Uni En 13432 del 2002, e quelli riutilizzabili in carta, in tessuti di fibre naturali, fibre di poliammide e materiale diversi dai polimeri.

 

“Il decreto – afferma il ministro Clini – fa finalmente chiarezza sulla normativa che regola i sacchetti di plastica, incrementando l’uso di quelli ecofriendly, che contribuiscono alla strategia per la decarbonizzazione dell’economia che è stata appena approvata dal Cipe. Il provvedimento normalizza le incertezze che hanno ostacolato lo sviluppo della filiera produttiva, incentiva la chimica verde e mette l’Italia in linea con l’Ue, dando un segnale concreto alle sollecitazioni venute recentemente dalla Commissione sia con l’avvio della consultazione pubblica su come ridurre l’inquinamento generato dalla plastica sia dalla presentazione del ‘Libro verde’ per la promozione dei riciclo dei rifiuti plastici”.

 

Tra le novità introdotte dal decreto, l’informazione diretta al consumatore che dovrà essere a conoscenza dell’idoneità o meno degli shopper attraverso una dicitura, riportata sia nei monouso che nei riutilizzabili. Inoltre fa sapere il Ministero dell’ambiente, restano valide le sanzioni già previste dal decreto legge del gennaio 2012, convertito in legge il 24 marzo.

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