Perché l’Europa è bersagliata dagli estremi climatici?

Un nuovo studio del PIK di Potsdam spiega un fattore dietro l’aumento di frequenza e intensità degli eventi climatici estremi nel nostro continente: i sistemi meteorologici sono più persistenti di 40 anni fa durante l’estate

estremi climatici
Un Medicane colpisce la Sicilia orientale. By NASA/ GSFC, MODIS Rapid Response System – http://rapidfire.sci.gsfc.nasa.gov/subsets/, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10946986

In Italia nel 2021 +17% di estremi climatici

(Rinnovabili.it) – In Italia quest’anno gli eventi climatici estremi sono cresciuti del 17% ed è aumentato anche il numero dei comuni colpiti: 95 in più, +20% sul 2020, secondo dati Legambiente. È quello che succede in tutta Europa e nel mondo, sottolineava poche settimane fa l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm): quelli che finora abbiamo chiamato estremi climatici sono la nuova normalità. In larga parte, continua l’Omm, l’aumento di ondate di calore e piogge torrenziali sono legati all’impatto dell’uomo sul clima. Un nuovo studio del PIK di Potsdam spiega cosa c’è dietro l’aumento di intensità e frequenza di questi eventi estremi.

Estremi climatici dovuti a pattern meteo più persistenti

Rispetto a 40 anni fa, oggi le condizioni meteorologiche delle estati europee tendono a essere più persistenti. In tutti i casi, sia che si tratti di temperature record sia che si tratti di perturbazioni piovose. L’aumento delle condizioni meteorologiche persistenti, spiegano i ricercatori, è in gran parte dovuto ai cambiamenti dinamici nell’atmosfera. I venti occidentali tendono a smettere di spingere i sistemi meteorologici che quindi diventano più persistenti. Così, quelle che nel 1980 erano alcune giornate di sole oggi possono diventare più facilmente ondate di calore di diverse settimane. Quelle che erano precipitazioni intense, inondazioni.

“Abbiamo scoperto che i pattern meteorologici in generale sono più persistenti ora rispetto ad alcuni decenni fa”, spiega Peter Hoffmann del PIK. “Soprattutto in estate, le ondate di calore spesso durano più a lungo ora, e anche gli eventi piovosi tendono a indugiare più a lungo e ad essere più intensi. Più a lungo durano queste condizioni meteorologiche, più intensi possono diventare gli estremi climatici, sia in termini di caldo e secco sia in termini di pioggia costante”.

Per arrivare a questi risultati, gli scienziati del PIK si sono affidati a un nuovo approccio, che consiste nella comparazione sistematica delle immagini satellitari per valutare la persistenza dei sistemi meteorologici. Lo stesso metodo è stato applicato alle proiezioni dei modelli climatici, che risultano troppo “conservativi”: è possibile che anche i più aggiornati sottovalutino la portata della persistenza dei sistemi meteorologici per gli estremi climatici.

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