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Glifosato: Commissione Ue pronta ad autorizzarlo per altri 15 anni

Il 7-8 marzo gli esperti degli Stati membri si esprimeranno sulla proposta di Bruxelles, che chiede il rinnovo dell’autorizzazione per il glifosato

Glifosato Bruxelles vuole autorizzarlo per altri 15 anni 2

 

(Rinnovabili.it) – Per altri 15 anni il glifosato potrà essere spruzzato in tutta l’Unione europea. Lo afferma il Guardian, che ha ottenuto il progetto di legge scritto dalla Commissione e non ancora reso pubblico. La proposta sarà presentata il 7 o l’8 marzo al Comitato fitosanitario permanente, un gruppo di esperti designati da ciascuno Stato dell’Unione (aperto ad “terze parti”), il cui regolamento è reperibile nel Registro europeo dei comitati.

Si tratta di una mossa che farà discutere, soprattutto dopo che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), poco più di un anno fa, ha classificato questo erbicida come “probabilmente cancerogeno per l’uomo”.

 

Il glifosato autorizzato da chi lo vende

Glifosato Bruxelles vuole autorizzarlo per altri 15 anni 5La decisione della IARC, organo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha preso in esame una base di dati costituita da ricerche precedenti pubblicate su autorevoli riviste scientifiche. Tuttavia, è stata smentita dall’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Il gruppo di esperti europei ha pubblicato la sua opinione il 12 novembre scorso, sulla base della quale la Commissione Ue pare abbia deciso di rinnovare l’autorizzazione alla vendita e all’utilizzo del diserbante. L’EFSA ha affermato che il glifosato sarebbe “probabilmente non cancerogeno per l’uomo”. Questa valutazione si è basata su ricerche effettuate dall’industria chimica, che non sono mai arrivate al pubblico perché coperte da segreto commerciale.

In pratica, la prossima scelta della Commissione europea di consentire l’uso del glifosato su campi, strade, giardini e parchi pubblici per altri 15 anni, si fonda sulle stime di chi lo produce e commercializza.

La prima azienda a ricavarne un beneficio è Monsanto: il giro d’affari annuo di questo erbicida (venduto sotto il nome di Roundup®) vale circa 5 miliardi di dollari. Inoltre, è legato a doppio filo alle sementi OGM resistenti al glifosato che Monsanto vende in tutto il mondo, appunto chiamate Roundup Ready (pronte per il Roundup). In pratica, la sostanza distrugge tutto tranne gli OGM: se venisse vietata in Europa, l’effetto domino sarebbe inevitabile. E questo è proprio ciò che la più grande multinazionale dei semi esistente vorrebbe scongiurare.

 

Indignazione nel mondo scientifico

Buona parte del mondo scientifico ha mostrato indignazione per la decisione dell’EFSA, che influenzerà la Commissione europea. 100 esperti internazionali hanno criticato la valutazione a novembre, scrivendo una lettera al Commissario Ue alla Salute, Vytenis Andriukaitis in cui chiedevano che la decisione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare venisse ignorata perché non supportata da prove.

All’inizio di questa settimana, altri 14 scienziati hanno firmato una dichiarazione sulla rivista Environmental Health, criticando le stime basate su scienza obsoleta.

La Commissione europea, tuttavia, sembra decisa ad ignorare le loro preoccupazioni, così come quelle di un numero «straordinariamente alto» di commenti da parte degli Stati membri e del pubblico durante la revisione.

Il documento visto dal Guardian non propone alcune restrizioni sull’uso del glifosato. Le autorità nazionali dovranno rispettare le misure di attenuazione dei rischi, come l’uso di abbigliamento protettivo per chi spruzza l’erbicida.

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Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

leggi anche Fotovoltaico in perovskite, i punti quantici raggiungono un’efficienza record

L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.