Russia, Turkmenistan e Texas i peggiori per emissioni dell’industria oil&gas

Una nuova analisi del Rocky Mountain Institute su 135 siti estrattivi in tutto il mondo riporta il conteggio più accurato delle emissioni lungo l’intero ciclo di vita. Nei giacimenti più inquinanti, una quota importante di CO2 e CH4 arriva dal semento upstream

gas
Credits: CE – Servizio audiovisivo / Foto di Vladimir Simicek

Uno strumento web-based per monitorare le emissioni dell’industria oil&gas

(Rinnovabili.it) – Le agenzie di monitoraggio come l’Epa americana sottostimano le emissioni dell’industria oil&gas almeno di un fattore 2. Fuori dal radar rimangono metano e CO2 generati soprattutto nel segmento upstream, in fase di produzione. Lo rivela una nuova analisi condotta dal Rocky Mountain Institute (RMI) su 135 siti estrattivi in tutto il mondo, che complessivamente costituiscono più della metà della fornitura globale di petrolio e gas.

Analisi che segue un metodo di calcolo diverso da quello usato normalmente. Quando si tratta di emissioni dirette, l’Epa, così come tante altre agenzie governative e le stesse compagnie energetiche, misurano le emissioni dell’industria oil&gas nel momento della combustione. Eppure, spiega RMI, “concentrarsi sulle emissioni da combustione associate al contenuto di carbonio di petrolio e gas porta a errori significativi nella valutazione delle emissioni totali del ciclo di vita”.

Leggi anche Perdite di metano, l’Europa ha un problema enorme nel Sahara algerino

Secondo i dati raccolti da RMI nello strumento web-based OCI+, i giacimenti di gas e petrolio più inquinanti al mondo sono in Russia, Turkmenistan, Texas, Venezuela e Cina. Il primo della lista è il giacimento di Astrakhanskoye, sulla costa settentrionale del mar Caspio, e totalizza il grosso delle sue emissioni nel segmento downstream a causa delle numerose perdite lungo le pipeline usate per la distribuzione. Al contrario, i giacimenti del bacino del Caspio meridionale, in Turkmenistan, e quelli del bacino permiano in Texas, generano la maggior parte delle loro emissioni in upstream, rispettivamente 552 e 527 kgCO2e/barile di olio equivalente.

Dati che scardinano la narrativa secondo cui la maggior parte delle emissioni dell’industria oil&gas dipendono dal consumatore, non dal produttore. Non è così, spiega RMI, almeno per i giacimenti più inquinanti. C’è infatti grande differenza di intensità di carbonio in base al tipo e alla qualità di idrocarburi estratti, ma anche differenze sostanziali tra giacimenti: quelli con l’impronta minore inquinano 10 volte meno dei peggiori.

Leggi anche I fiordi sono campioni di emissioni di metano

Articolo precedenteGeert Vos: le risposte della Daikin alla sfida energetica
Articolo successivoApprovato in via definitiva il Ddl delega per l’adozione del Codice della ricostruzione

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!