La COP 30 rimane in cima all’agenda politica dell’Unione Europea. Questa, infatti, può guidare la transizione verde e svolgere un ruolo guida nei negoziati internazionali sul clima. Due i punti fondamentali: uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili e accelerare la transizione energetica

L’Europa può guidare la transizione verde
La COP 30 (la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) rimane in cima all’agenda politica dell’Unione Europea.
Il ruolo guida dell’UE nei negoziati sul clima
La Commissione per l’ambiente, il clima e la sicurezza alimentare ha adottato la risoluzione (57 voti favorevoli, 23 contrari e quattro astensioni) secondo la quale l’UE dovrebbe continuare a svolgere un ruolo guida nei negoziati internazionali sul clima e invita tutti i paesi a destinare finanziamenti adeguati alla realizzazione delle politiche climatiche.
Secondo gli eurodeputati, l’UE deve «mantenere un’ambizione elevata in linea con gli obiettivi concordati e dare priorità nelle sue azioni all’efficacia in termini di costi, alla competitività dell’economia europea, all’inclusione sociale e a un elevato livello di protezione ambientale».
Pertanto, esortano il Consiglio ad adottare prima possibile l’impegno dell’UE per il clima per il 2035, sottolineando peraltro che l’UE non ha aggiornato il suo contributo determinante a livello nazionale (NDC) all’accordo di Parigi entro settembre 2025.
L’UE deve affrancarsi dai combustibili fossili
Gli eurodeputati ribadiscono che l’UE deve uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili e accelerare la transizione energetica, stabilendo dei tempi certi.
Sottolineano inoltre che il cambiamento climatico – già responsabile di calamità naturali – può portare a scarsità di risorse naturali e alimentari, all’aumento delle tensioni nelle relazioni internazionali e a conflitti per le risorse naturali.
Inoltre, non si dovrebbe sottovalutare l’impatto ambientale delle guerre, come stiamo vedendo in Ucraina e a Gaza.
La risoluzione esorta quindi ad amplificare gli sforzi globali per ridurre le emissioni di gas climalteranti in tutti i settori: dal trasporto su strada alle spedizioni internazionali, dall’agricoltura al turismo e al settore tessile.
COP 30 in Brasile, una sede simbolica
La COP 30 si svolgerà a Belém (Brasile) dal 10 al 21 novembre 2005: leader mondiali, delegati e attivisti si riuniranno per negoziare e rafforzare gli impegni necessari per affrontare l’emergenza climatica.
Anche la sede della COP 30 ha un valore simbolico. Il riferimento alla foresta amazzonica pone un’enfasi strategica sul ruolo della biodiversità e delle foreste nella lotta al riscaldamento globale.
L’obiettivo della COP 30 è trasformare gli impegni in azioni pratiche e misurabili per realizzare la transizione energetica globale.
In questa sede, l’impegno dell’UE si dovrà tradurre in un mandato negoziale forte, ovvero superare gli obiettivi interni come il Green Deal per elevare lo standard di azione a livello internazionale.
Perché l’UE può avere un ruolo trainante
L’Unione Europea si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e a ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 (“Fit for 55”).
Per l’UE, la coerenza tra le azioni interne e gli obiettivi globali è cruciale per varie ragioni. Aiuta a legittimare le proprie politiche interne, influenza i grandi emettitori (come USA e Cina), può scoraggiare il trasferimento delle produzioni in paesi con normative ambientali meno rigorose.
Si è spesso evidenziato che le strategie per il clima hanno un importante valore economico: l’UE è all’avanguardia nelle tecnologie verdi (rinnovabili, efficienza energetica, mobilità elettrica).
Non è secondario il fatto che sganciarsi dalla dipendenza dai combustibili fossili rafforza la sicurezza energetica dell’Europa, al centro di fluttuazioni energetiche e geopolitiche.
La COP 30, pertanto, non è un evento diplomatico, bensì un’opportunità per cambiare rotta. L’inazione climatica è diventata insostenibile: i danni economici e sociali (salute, migrazioni) hanno costi che superano quelli della transizione verde.













