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Le prove che i pesticidi sterminano le api

Tre pesticidi neonicotinoidi utilizzati nell’Unione europea hanno pesanti ricadute sulle api, nonché effetti sconosciuti sugli altri impollinatori

Le prove che i pesticidi sterminano le api 2

 

(Rinnovabili.it) – Effetti nocivi sulle api sono legati all’utilizzo di tre pesticidi neonicotinoidi. Lo ha riscontrato un nuovo studio pubblicato dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA). L’EFSA ha preso in esame thiamethoxam (prodotto da Syngenta), clothianidin e imidacloprid (entrambi prodotti da Bayer) nel caso di applicazione spray sulle colture. L’Agenzia Ue con sede a Parma ha concluso che «sono stati identificati gravi rischi o non è stato possibile escluderli».

Secondo Greenpeace questo fatto non potrà che far aumentare la pressione sulla Commissione Europea affinché «estenda l’attuale messa al bando di queste sostanze a tutti gli impieghi e a tutte le colture».

 

Vi è, inoltre, una grave carenza di informazioni sugli impatti che questi pesticidi potrebbero avere su altri impollinatori. Lo studio, infatti, ammette che «non è stato possibile completare la valutazione dei rischi a causa della mancanza di dati».

Non solo le api, però, giocano un ruolo fondamentale nell’ecosistema: un terzo delle colture alimentari nel mondo dipendono dal lavoro svolto dagli impollinatori.

In Ue, i tre pesticidi analizzati dall’EFSA sono banditi, ma il divieto non copre tutti gli impieghi né tutte le colture. Ad esempio, sono permessi l’uso in serra e l’applicazione spray nei frutteti dopo la fioritura. Inoltre, alcuni Paesi europei hanno concesso delle deroghe al bando. L’ultimo è il Regno Unito, che permette di irrorare con spray a base di questi neonicotinoidi le coltivazioni di colza.

 

«L’EFSA conferma quanto già dimostrato da un gran numero di evidenze scientifiche: i neonicotinoidi rappresentano una grave minaccia per le api e per il futuro dell’agricoltura – dichiara Federica Ferrario, responsabile Agricoltura Sostenibile di Greenpeace – La Commissione Europea dovrebbe estendere la messa la bando a qualsiasi impiego di queste sostanze e a tutte le colture, e porre fine alla questione delle deroghe nazionali. Esistono diverse alternative alle sostanze chimiche di sintesi, l’Unione Europea dovrebbe incoraggiare gli agricoltori ad adottarle».

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