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La legge di stabilità salva i veicoli a fine vita dal mercato nero

Un emendamento introduce l'obbligo di re-immatricolare per i veicoli a fine vita da radiare per esportazione. Un punto per l’industria del riciclo

La legge di stabilità salva i veicoli a fine vita dal mercato nero

 

(Rinnovabili.it) – La legge di stabilità approvata ieri al Senato introduce maggiori tutele per i veicoli a fine vita. Lo afferma un comunicato delle associazioni AIRA e ADA, che rappresentano i riciclatori e i demolitori italiani all’interno dell’a più grande FISE UNIRE, associazione nazionale delle imprese di recupero.

Grazie alla disposizione approvata nella legge di stabilità, si chiarisce definitivamente che la radiazione per esportazione deve avere come unica finalità la re-immatricolazione per l’effettiva circolazione del veicolo all’estero. Fino  ieri, infatti, le auto a fine vita potevano essere rivendute sul mercato nero e circolare più o meno liberamente senza documenti. Mancando il vincolo alla re immatricolazione, infatti, non sempre il veicolo radiato per esportazione era re-immatricolato all’estero. In certi casi non veniva nemmeno esportato, andando ad eludere la normativa fiscale, di responsabilità civile ed ambientale. L’obbligo di effettiva re-immatricolazione diventa oggi condizione obbligatoria affinché un veicolo venga cancellato dal Pubblico Registro Automobilistico prima di essere esportato.

 

La legge di stabilità salva i veicoli a fine vita dal mercato nero 2«Questa norma – evidenziano le Associazioni – porrà una volta per tutte un freno al boom della quota dei veicoli radiati per esportazione che ha superato complessivamente, negli ultimi quattro anni, la cifra di 2 milioni e mezzo e che nasconde anche profili di illegalità».

Tra i danneggiati dal sistema largamente imperfetto in vigore fino al voto di ieri, un posto in prima fila spetta alla filiera del riciclo. Grandi quantità di materiale destinato ai centri di demolizione, che re-immettono nel mercato ricambi usati e centinaia di migliaia di tonnellate di rottami di ferro, sono andati persi. A rimetterci è soprattutto l’industria siderurgica nazionale, costretta a importare materia prima da altri Stati.

Di fronte a questo paradosso le associazioni di categoria sono insorte, chiedendo un intervento del governo con un emendamento alla legge di stabilità che è arrivato. Negli ultimi 4 anni 2,5 milioni di veicoli sono spariti senza lasciare traccia, ma forse d’ora in poi questo non accadrà più.

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