Impianti a biomassa efficienti: Verso proroga 2030 degli incentivi?

Firmato il protocollo d’intesa tra il ministero dell’Ambiente e Aiel finalizzato a promuovere la riduzione delle emissioni degli impianti alimentati a biomasse legnose

impianti a biomassa

 

Accordo a due sul futuro degli impianti a biomassa

(Rinnovabili.it) – Spunta l’ipotesi di una proroga per gli incentivi agli impianti a biomassa, più efficienti e a ridotte emissioni. A ventilarla è il protocollo d’intesa firmato oggi tra il Ministero dell’Ambiente e AIEL, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali. Nato con l’obiettivo di incrementare la riduzione delle emissioni del comparto, l’accordo che si inserisce direttamente negli impegni presi dal governo negli ultimi anni per superare le criticità legate all’inquinamento atmosferico. La condanna del 2012 e le diverse procedure infrazione aperte da Bruxelles a carico dell’Italia hanno dato vita, infatti, a una serie di strumenti e interventi atti a superare le convenzionali strategie d’emergenza. Ma la strada è lunga e anche per questo la nuova intesa guarda lontano. Per la precisione fino al 2030, anno fino al quale si prospetta l’estensione degli incentivi al comparto.

 

Nel dettaglio, il protocollo prevede che il ministero dell’Ambiente proponga a quello dello Sviluppo economico un aggiornamento della normativa italiana per allungare la vita dei sussidi sia in caso di sostituzione degli impianti a biomassa esistenti con classi più avanzate, condizionando tuttavia l’incentivazione alla certificazione dei biocombustibili. In altre parole, legna, bricchetti e cippato dovranno, oltre a essere conformi alle norme tecniche di riferimento, anche rispettare forme di tracciabilità e criteri di sostenibilità. La migliore arma per assicurare ciò è sistema di certificazione volontaria “ariaPulitaTM” di AIEL che si impegna, come parte dell’intesa, ad assicurarne continuità e sviluppo. Inoltre promuoverà, presso i suoi associati, l’adozione di una “guida rapida al corretto uso degli apparecchi domestici a legna e pellet” da allegare al libretto di uso e manutenzione degli impianti termici appartenenti alle classi di qualità “4 stelle” e “5 stelle” e favorirà investimenti in ricerca e sviluppo da parte dei costruttori associati processo di innovazione tecnologica degli impianti a biomasse.

 

Il protocollo, spiegano le Parti, è aperto all’adesione delle Regioni e delle Province Autonome a cui andrebbe il compito di intensificare e potenziare le operazioni di verifica e controllo degli apparecchi civili e le attività di informazione rivolte agli utenti e agli operatori.

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3 Commenti

  1. Interessante e rivolto a proiezioni di maggiore respiro per impianti che impiegano umido e fanghi di depurazione…..con risultati eccelsi….

  2. Innanzitutto bisogna chiarire bene il significato dellaparola energie pulite rinnovabili. Attualmente esiste la pompa di calore che produce riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria senza emissioni in ambientr. Pellet e legna devono avere un abbattitore di polveri sottili e monossido che vengono prodotti con la combustione e ad oggi gli abbattitori hanno costi molto alti. Immaginate un paese di 1000 case con stufe-caldaie a pellet e 1000 con pompa di calore… L’esemio che divulgo ai miei seminari e questo”provate a respirare a contatto co uno scarico di un generatore a metano o pellet e io mi metto a respirare accanto ad una pompa di calore, il primo che perde i sensi o muore bon è rinnovabile” scusate la frase forte ma la realtà è questa….

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