Il Parco delle Dolomiti Lucane produce biometano

Quasi completata, in Basilicata, la centrale a biomasse che produrrà elettricità e biometano dagli scarti delle potature e dalla coltivazione del bosco

Il Parco delle Dolomiti Lucane produce biometano-

 

(Rinnovabili.it) – In Basilicata, all’interno dell’area protetta delle Dolomiti Lucane, è quasi terminato l’impianto per la produzione di energia elettrica e biometano da utilizzare per i servizi del Parco. Il progetto è stato interamente finanziato dalla Regione: è costato circa 500 mila euro e vede già completato l’impianto di gassificazione. Manca poco, invece, al termine dei lavori su quello di meta nazione, progettato e realizzato dall’Enea. L’obiettivo è valorizzare gli scarti legnosi recuperati dalla coltivazione del bosco, utilizzando tecnologie innovative e a basso impatto ambientale per produrre energia elettrica.

 

«Questo progetto vuol essere un esempio di best practice per l’avvio di una filiera lucana sulla bioenergia – spiega Giacobbe Braccio, Direttore dell’Unità Tecnologie Trisaia – La politica di incentivazione introdotta dal DM 6 luglio 2012 rende la produzione di energia elettrica e calore da gassificazione conveniente e integrabile nel sistema di produzione nazionale, soprattutto per piccoli impianti. Lo stesso tipo di interesse c’è per la produzione di biometano, una finalità di grande prospettiva, ma più complessa soprattutto se le materie prime sono biomasse legnose».

 

Negli ultimi anni, gli impianti che producono elettricità e calore dalla combustione o gassificazione di biomasse legnose si stanno diffondendo in diverse regioni italiane. Quasi sempre si tratta di centrali di media o piccola taglia, che utilizzano come materia prima biomasse di diversa natura: dalle potature di vigneti e uliveti a materiale proveniente dalla manutenzione di boschi o dalla pulizia dei letti fluviali del territorio circostante. Tuttavia, come sottolinea Vito Pignatelli, Responsabile del Coordinamento Tecnologie Biomasse e Bioenergie dell’Enea, «per guidare il processo di crescita in atto ed evitare distorsioni che potrebbero influire negativamente su un comparto vitale e dalle grandi potenzialità per la salvaguardia del territorio e la decarbonizzazione dell’economia, serve una strategia chiara e condivisa, coerente con gli indirizzi del Piano di settore per le bioenergie». Il Piano, elaborato da un gruppo di lavoro istituito dal Ministero delle Politiche Agricole (e approvato nell’agosto 2014 dalla Conferenza Stato-Regioni), definisce una strategia complessiva e individua priorità di intervento e strumenti operativi per la promozione e la diffusione delle bioenergie.

 

«Si tratta di un primo, importante passo per uno sviluppo equilibrato del settore, perché finalmente si è iniziato a parlarne come di opportunità per l’agricoltura e per il Paese e non solo come un’occupazione nefasta di suolo agricolo obbligatoriamente destinato alla produzione di alimenti», conclude Pignatelli.

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