Pubblicato l’ultimo numero del periodico del GSE sui temi più importanti del settore energetico, europeo e internazionale
E proprio di quest’ultimo riportaimo un breve estratto dell’intervista pubblicato sul periodico in merito alle modalità con agevolare i metodi di produzione delle green energy.
“Per il 2014 gli investimenti nel settore hanno registrato una frenata incredibile: -60% rispetto all’anno precedente a fronte del +1 % in Ue e +16 % a livello mondiale. E il 2015 non si presenta meglio, sia perché siamo molto vicini al tetto degli incentivi, sia perché continuiamo ad avere grandissime difficoltà sui permessi. L’incertezza normativa e la burocrazia rallentano molto il processo. Se il trend rimarrà questo, anche gli investimenti nel fotovoltaico saranno abbastanza contenuti. Inevitabilmente si registrerà una contrazione di circa 10 mila posti di lavoro all’anno”. La soluzione per Re Rebaudengo è che “bisogna agevolare i metodi di produzione, rendere possibile l’autoproduzione attraverso un sistema di reti interne utili allo scambio di energia e soprattutto passare definitivamente dalla logica delle grandi centrali a quella della generazione distribuita”.
Sulla possibilità di vedere una nuova stagione di incentivi, Re Rebaudengo è categorico: “noi vorremmo essere trattati come gli altri: i danni ambientali, e non solo, che gli altri producono devono essere conteggiati. Facciamo i calcoli di queste esternalità e lavoriamo sulle compensazioni. Ormai le rinnovabili sono quasi tutte competitive rispetto ai combustibili fossili e al nucleare, ma ci deve essere una sede in cui viene riconosciuta e penalizzata la qualità intrinseca che attiene alla produzione dei beni. Quello che riceviamo o abbiamo ricevuto in termini di incentivi è inferiore rispetto al danno prodotto dagli altri e che viene pagato dalla collettività in termini di impatto ambientale o sanitario, ad esempio”.