Emendamento energivori: arrivano le prime critiche

Non tardano ad arrivare i commenti delle associazioni nei confronti dell’emendamento energivori approvato oggi alla Camera. Ecco le prime reazioni

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Emendamento energivori, “degno di un film horror”

(Rinnovabili.it) – Non piace a molti, e non è una sorpresa, il nuovo emendamento energivori alla legge europea 2017, approvato stamane dalla Camera. La modifica, che introduce sgravi in bolletta alle imprese che consumano di più in nome della competitività italiana, si sta già attirando critiche da più fronti.

C’è chi come il Coordinamento Free, che raccoglie più di venti associazioni operanti nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza, non esita a definire il provvedimento “degno di un film horror”. Il dito è puntato su un meccanismo, fin troppo oliato in Italia, che premia chi oggi inquina di più. L’emendamento Energivori prevede che almeno la metà dei risparmi derivanti dall’esaurimento degli incentivi alle fer sia destinato a una riduzione della componente A3 della bolletta di famiglie e PMI. Soggetti che pagheranno con la stessa bolletta gli sgravi alle imprese con consumi di energia XXL.

 

Invece di riformare un meccanismo tariffario, che da troppo tempo penalizza le piccole e medie imprese, favorendo le grandi imprese, si risolve in piccola parte i loro problemi con una regalia a danno della possibilità, finora ribadita da tutte le istituzioni interessate e dalla stessa proposta di Strategia Energetica Nazionale, di riutilizzare le risorse liberate per la promozione di quelle rinnovabili che non hanno ancora raggiunto la competitività”, scrive in una nota il presidente del Coordinamento Free GB Zorzoli. “Perfetta la trama del film horror: si punisce chi vuole contrastare il cambiamento climatico a favore di chi, come gli energivori, più di altri contribuiscono a provocarlo”.

 

>>Leggi anche: Legge europea 2017, sì dalla Camera alla riforma Energivori<<

 

Severo anche il giudizio di Legambiente secondo cui l’approvazione della modifica rappresenta “una pessima notizia e un grave passo indietro rispetto alle promesse fatte con gli Accordi di Parigi sul clima”. Spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale dell’associazione “Il rischio che appare all’orizzonte è che alla fine di questa legislatura, che ha visto un rallentamento pesante degli investimenti nelle fonti rinnovabili, si arrivi a un ulteriore stop che di certo non fa bene al Paese, alle imprese e al clima. L’Italia ha, invece, bisogno di politiche e azioni coraggiose e coerenti con gli impegni presi a Parigi a partire da un rilancio effettivo delle rinnovabili e dall’eliminazione entro il 2020 di tutti i sussidi alle fonti fossili, che tutt’ora godono di maggiori finanziamenti”.

 

Appare più soddisfatto Confartigianato, soprattutto per via della proposta di ridurre il costo dell’energia elettrica pagata dagli artigiani e dalle piccole imprese, ma non lesina un piccolo rimbrotto. “L’emendamento va nella direzione giusta – commenta Eugenio Massetti, delegato di Confartigianato all’Energia – ma rimane forte la nostra preoccupazione per l’assurda disparità di trattamento che anche nel 2016, ha visto le piccole imprese pagare 5 miliardi e mezzo di oneri generali di sistema mentre le grandi aziende energivore hanno contribuito soltanto per 1,2 miliardi”.

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