Per abbattere le emissioni c’è Smartenergy, la rete dell’eccellenza

Presentati i risultati di “SmartEnergy. Network of excellence”, iniziativa nata per creare una connessione tra le diverse competenze che caratterizzano il campo di tecnologie a basse emissioni di carbonio

Per abbattere le emissioni c’è Smartenergy, la rete dell’eccellenza(Rinnovabili.it) – Creare una rete di esperti, enti e imprese per approfondire la ricerca e investire nelle fonti rinnovabili, creando una connessione tra le diverse competenze che caratterizzano il campo di tecnologie a basse emissioni di carbonio. Questo l’obiettivo con cui nel 2007 è stato lanciato il progetto di ricerca “SmartEnergy. Network of excellence.  L’iniziativa, frutto dell’eccellenza scientifica di Austria e Italia, ha presentato proprio in questi giorni i risultati di sette anni di studi e sperimentazioni che hanno coinvolto l’Università di Udine e il CETA – Centro di ecologia teorica ed applicata di Gorizia assieme a due partner carinziani, il Lakeside Park di Klagenfurt e il CTR Carinthian Tech Research di Villach.

 

I partner del progetto si sono incontrati a Udine per mettere a confronto strategie e primi risultati dei monitoraggi e delle ricerche sul tema della “Termica da biomasse e qualità dell’aria”. “Si tratta di uno dei temi considerati più strategici dall’amministrazione regionale – ha commentato l’assessore regionale all’Ambiente ed energia Sara Vito – e che questo progetto affronta con il metodo più corretto e importante”. Oltre ad illustrare i dati e i piani di miglioramento della qualità dell’aria del Friuli Venezia Giulia e le esperienze di monitoraggio delle emissioni su impianti domestici, il convegno ha messo in evidenza sia i progressi che le discrasie tra i metodi oggi in uso per la valutazione delle emissioni.

 

“Per esempio, si possono avere risultati diversi fino ad un ordine di grandezza a seconda del metodo di analisi (metodologia sui fumi a caldo, o a “freddo”) utilizzato per la caratterizzazione delle emissioni da piccoli impianti domestici. Ma anche sul fronte pratico della gestione degli impianti domestici (dal 2005 al 2010 in FVG sono stati venduti dai 10 ai 12 mila apparecchi di riscaldamento a legna, dei quali il 60 per cento con combustibili a pellet) le relazioni del convegno hanno dimostrato che una corretta installazione degli impianti e un buon monitoraggio permetterebbero di risparmiare notevoli quote di emissioni nocive”.

Articolo precedenteConcerto ad emissioni zero grazie all’impegno di Edison
Articolo successivoLe nuove batterie low cost? Sono a base di acqua