Fotovoltaico domestico per l’elettrificazione capillare del territorio

McKinsey ha analizzato il mercato globale del fotovoltaico domestico per tracciarne potenzialità e sfide nei 39 paesi che rappresentano oggi oltre il 90% della popolazione “non elettrificata”

Fotovoltaico domestico

 

Il mercato del fotovoltaico domestico nei Paesi in via di sviluppo

(Rinnovabili.it) – Nel mondo circa un miliardo di persone non ha accesso all’elettricità. Nonostante i progressi nella riduzione di tale cifra siano costanti, gli esperti stimano che nel 2020 questo diritto universale sia negato ancora ad almeno 870 milioni di esseri umani. L‘espansione delle infrastrutture di rete è una delle soluzioni al problema, ma non l’unica. Uno strumento che si è rivelato fondamentale nell’elettrificazione delle aree rurali è il fotovoltaico domestico: i dispositivi solari su piccola scala possono essere impiegati offgrid, lì dove il consumo energetico è troppo basso per rendere economica una connessione alla rete, o essere utili a quanti, seppur connessi, non possono contare su un sistema energetico locale affidabile.

 

La società di analisi McKinsey ha voluto studiare il mercato globale del fotovoltaico domestico per tracciarne potenzialità e sfide, valutando i 39 paesi che rappresentano oggi oltre il 90% della popolazione “non elettrificata”. Dal suo report “Bringing (solar) power to the people” emerge che il settore è cresciuto del 23% all’anno dal 2012. In base all’espansione programmata della rete, alla crescita della popolazione e alla capacità di pagamento dei consumatori, fino a 150 milioni di famiglie potrebbero beneficiare dei sistemi solari domestici entro il 2020. A patto, ovviamente, che vengano affrontate alcune questioni chiave individuate dagli stessi analisti: regolamentazione delle soluzioni off-grid; creazione di un ambiente di business favorevole; implementazione di soluzioni logistiche e canali distributivi efficienti; affidabilità; facilità nei pagamenti.

“Affinché diventi realtà o superi addirittura le nostre proiezioni – spiegano gli autori del rapporto – abbiamo analizzato quali sono i Paesi che stanno ottenendo i risultati migliori e perché. Su questa base, abbiamo identificato le questioni chiave che i mercati in via di sviluppo dovranno affrontare se vogliono incoraggiare la formazione di un mercato di sistemi solari domestici sano e sostenibile. La nostra conclusione è piena di speranza: nessuno di questi problemi è insolubile. E, in tutti i casi, esistono già esempi di successo”.

 

Le buone pratiche identificate, a cui ispirarsi, sono:

  • Strategia di elettrificazione. In Bangladesh la Renewable Energy Policy del 2008 ha creato un contesto che ha consentito di aumentare rapidamente l’installazione dei sistemi di fotovoltaico domestico, distribuendo oltre 3 milioni di kit solari fino al 2014.

  • Sensibilizzazione del consumatore. In Kenya, il programma “Lighting Africa” ha dato vita a road show, campagne mediatiche e forum di discussione informando, tra il 2009 e il 2013, milioni di persone su come funziona il solare.
  • Qualità del prodotto. In Bangladesh, il governo ha dato accesso ai propri finanziamenti a quelle società che adottavano gli standard internazionali Lighting Global
  • Soluzioni di pagamento. Ancora in Bangladesh, gli enti di microcredito hanno collaborato con dei partner locali per coprire fino all’80 per cento del prezzo dei sistemi fotovoltaici tramite microprestiti.
  • Finanziamenti. L’India ha ridotto il costo dei prestiti che le banche locali erogano ai fornitori di energia solare, consentendo in tal modo un maggiore accesso ai finanziamenti.
  • Logistica. In Camerun, alcune aziende produttrici di impianti fotovoltaici hanno collaborato con fornitori di carburante in possesso di un’ampia rete di distributori di benzina per coprire in maniera capillare il territorio.

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