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Invent e SolarEdge: accordo tra due pionieri dell’energia ecosostenibile per aiutarti a sfruttare il Superbonus 110%

Due colossi promotori di design ed innovazione in ambito energetico in simbiosi per migliorare la qualità della vita e assicurarti un risparmio più green

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Articolo pubbliredazionale

“C’è tempo per ogni cosa” citava Thomas Alva Edison, ed è proprio questo il tempo di ideare e mettere in pratica innovazioni tecnologiche all’avanguardia, in particolare nel campo dell’energia pulita, puntando al risparmio nel pieno rispetto dell’ambiente.

Da questo concetto nasce la collaborazione tra Invent e SolarEdge, una partnership pensata per permettere di sfruttare a pieno i benefici del Superbonus statale del 110%.

Questa collaborazione prende vita in un periodo in cui i concetti di risparmio ed ecosostenibilità si impongono sempre più prepotentemente nelle nostre vite. Concetti fondamentali per garantire agli individui una qualità della vita migliore, fatta di innovazioni tecnologiche in grado di apportare benefici, garantire la miglior possibilità di risparmio e il totale rispetto del pianeta terra.

Il fine ultimo di questa unione? Sposare il design di Invent con l’efficienza di SolarEdge, amalgamando questi aspetti per realizzare qualcosa di unico: il risparmio di energia e denaro attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, a costo zero.

Innovazione, design, efficienza, ecosostenibilità, garanzia, affidabilità, risparmio, qualità, progresso: sono i cardini fondamentali condivisi da Invent e SolarEdge. Principi che fanno di questa partnership un matrimonio di comuni visioni, per costruire passo dopo passo un futuro caratterizzato da vero progresso tecnologico e attenzione particolare all’ambiente.

SUPERBONUS 110%: COME OTTENERE IL TUO IMPIANTO FOTOVOLTAICO DI DESIGN A COSTO ZERO

Con il Superbonus 110% potrai effettuare interventi di riqualificazione energetica agli edifici residenziali. È dunque destinato esclusivamente ai privati cittadini (non alle imprese).

Tale misura istituita dallo Stato Italiano, valida dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, sarà dunque l’occasione per ottenere il tuo impianto fotovoltaico di design praticamente “gratis”. A patto che l’intervento rispetti alcune semplici regole:

  • interessi immobili non strumentali con un massimo di 2 unità per contribuente;
  • sia eseguito congiuntamente a quelli “primari” di isolamento termico, sostituzione degli impianti di climatizzazione, coibentazione dell’edificio, a sistemi ibridi e a pompa di calore;
  • migliori di almeno due livelli la classe energetica dell’edificio.

La partnership Invent-SolarEdge consente infatti di ottenere subito uno sconto del 100% direttamente in fattura, invece della detrazione fiscale distribuita su 5 anni.

Con la cessione del credito a Invent, saremo noi a occuparci della burocrazia e delle procedure per il recupero del credito, mentre tu ti starai già godendo il comfort e il benessere della tua “nuova” abitazione.

“C’è tempo per ogni cosa”: ed è dunque giunto il momento di risparmiare energia e denaro, di sfruttare le potenzialità proposte dalle nuove innovazioni tecnologiche in materia di energia solare, per un ambiente più pulito ed un portafoglio “salvo”. E’ giunto il momento di pensare al nostro futuro ed in particolar modo al futuro delle nuove generazioni, offrendo loro innovazioni tecnologiche da poter sfruttare per la vita.

DUE AZIENDE LEADER NEL SETTORE DEL FOTOVOLTAICO UNA MISSION CONDIVISA: PORTARE “GRATIS” L’ENERGIA PULITA NELLE NOSTRE CASE

Ebbene si, ottenere un impianto fotovoltaico a costi zero è ora possibile: sfruttando al meglio le agevolazioni offerte dello Stato con il Superbonus 110%. L’alleanza Invent-SolarEdge nello sviluppo di questo progetto amplifica questa opportunità di risparmio: offrendo soluzioni ultra moderne da inserire nel proprio contesto abitativo, rendendo in concomitanza più efficiente la produzione di energia.

Invent, azienda che da ormai 15 anni si è imposta in modo innovativo e geniale nel settore dell’energia green, è impegnata da sempre nella progettazione di impianti fotovoltaici della massima efficienza energetica e complessità tecnologica. Tecnologie in simbiosi con elementi di design unici nel loro genere che contraddistinguono un’azienda interamente made in Italy.

SolerEdge è azienda leader mondiale nelle tecnologie smart energy: fin dal primo giorno della sua attività, nel 2006, ha rivoluzionato il settore dell’energia solare, massimizzando la generazione di energia, riducendo così al contempo i costi per la sua produzione. “Grazie a risorse ingegneristiche di primissimo livello e ad un continuo focus sull’innovazione, realizziamo prodotti e soluzioni smart energy per fornire energia alle nostre vite e guidare il progresso futuro.”

Così SolarEdge definisce la propria identità aziendale, focalizzando il proprio concetto sull’innovazione e sul futuro che è possibile garantire attraverso la realizzazione di progetti energetici rivoluzionari. “Crediamo che l’ingegno e la creatività abbiano l’importante compito di ideare delle soluzioni che garantiscano a tutti una migliore qualità della vita”.

È questa la visione di Invent, che ben si associa a quella del partner, e che affianca all’innovazione e alle tecnologie ultra moderne il concetto di design che tanto la contraddistingue.

Si crea così la perfetta fusione tra due leader nel settore del fotovoltaico con un unico obiettivo ben delineato e condiviso: unire l’esperienza sulle tecnologie smart energy di SolarEdge con l’innovativo design made in Italy di Invent.

Dall’unione delle forze tra le due potenze nasce così una mission condivisa: fondere innovazione e design investendo a pieno nel progresso futuro.

LA SCELTA MIGLIORE PER UN RISPARMIO DI COSTI ED ENERGIA

Scegliere Invent e SolarEdge significa scegliere il futuro: delle nostre case, del nostro pianeta e quindi dell’uomo. Il 2020 è l’anno in cui più di tutti ci si è resi conto di quanto l’ecosostenibilità sia fondamentale per migliorare la qualità della nostra vita e della vita del nostro pianeta: la Terra è l’organo che fornisce le fonti necessarie per la sopravvivenza ed il sostentamento del genere umano.

È ora, perciò, il momento di agire per un futuro più green fatto di risparmio e innovazione. E perché non partire proprio sfruttando l’energia dell’elemento che tutti i giorni ci riscalda e ci fornisce “nutrimento”, il Sole?

Invent e SolarEdge sono pronte ad offrirti tutta l’energia di cui hai bisogno a costi zero! Scegli il progresso per garantire un futuro migliore a te, alla tua famiglia e al pianeta!

La partnership Invent-SolarEdge è ciò di cui hai bisogno per sfruttare gli incentivi dati dal Superbonus 110%, in grado di garantirti il massimo della qualità ed innovazione continua per la tua casa.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • filiere delle rinnovabili

Decreto FERX, gli stakeholder chiedono più chiarezza e trasparenza

Il Ministero dell'Ambiente pubblica gli esiti della consultazione pubblica sul Decreto Ministeriale FER X, chiusa lo scorso settembre. Dai 46 soggetti partecipanti emerge l'esigenza di conoscere per tempo tutte le informazioni utili alla programmazione degli investimenti nelle rinnovabili. Chiesti chiarimenti sul processo autorizzativo e sulle tempistiche

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Foto di Rabih Shasha su Unsplash

Decreto FERX, nuovi spunti di riflessione

Servono maggiori informazioni sui coefficienti sul prezzo d’aggiudicazione, sui criteri di priorità, sulla documentazione per l’accesso al meccanismo e sulle tipologie di interventi ammessi. In particolare quando si tratta di progetti di “rifacimento” e “potenziamento”. Queste alcune delle principali richieste emerse dalla consultazione pubblica sul Decreto FERX. La scorsa estate il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica aveva pubblicato lo schema del provvedimento per una raccolta di pareri da parte degli stakeholder, con l’obiettivo di condividerne le logiche. Oggi il MASE rende noti gli esiti di tale consultazione puntando i riflettori sugli spunti e le richieste emerse da parte dei 46 soggetti partecipanti. 

Gli esiti della consultazione pubblica

Ricordiamo che il Decreto FERX nasce con lo scopo di definire un meccanismo di supporto espressamente dedicato ad impianti a fonti rinnovabili con costi di generazione vicini alla competitività. Come? Tramite contratti CfD a valere sull’energia elettrica prodotta dagli impianti. Con un accesso diretto per quelli di taglia inferiore al MW, e tramite aste al ribasso per quelli di taglia uguale o superiore al MW. Ed è proprio su queste due modalità che arrivano le prime considerazioni.

Per la maggior parte dei soggetti che hanno risposto alla consultazione, il contingente di 5 GW per gli impianti FER ad accesso diretto non sarebbe sufficiente, soprattutto vista la grande attenzione che stanno ricevendo al livello di investimento i sistemi di piccola taglia.

Per quanto riguarda l’accesso tramite asta, invece, il parere generale condivide i contingenti individuati, che secondo l’ultima bozza pubblicata oggi sarebbero: per il fotovoltaico 45 GW; per l’eolico di 16,5 GW; per l’idroelettrico di 630 MW; per i gas residuati 20 MW. “Tuttavia – si legge nel documento del MASE – congiuntamente alla risposta positiva sono state proposte diverse modifiche (aumento di uno specifico contingente, creazione di nuovo contingente, meccanismi di riallocazione della potenza non assegnata, ridefinizione dei contingenti al fine di favorire lo sviluppo dei PPA, etc.)”. Tra gli spunti emersi c’è la proposta di contingenti separati tra il fotovoltaico a terra e sul tetto.

Proposti nuovi requisiti di accesso e tempistiche

In tema requisiti d’accesso, alcuni soggetti chiedono l’incremento della soglia di potenza per l’accesso diretto, l’aggiunta dei criteri ESG, la reintroduzione del requisito specifico che attesti la capacità finanziaria ed economica di chi partecipa al meccanismo del Decreto FERX.

Con riferimento ai tempi massimi individuati per la realizzazione degli interventi, la consultazione ha evidenziato un forte distaccamento con le aspettative degli operatori. Per quanto detto diversi soggetti propongono per una o più fonti l’innalzamento dei tempi previsti, chiedendo di tenere in considerazione parametri quali, la potenza e/o la tipologia d’intervento, l’ottenimento dei titoli autorizzativi, i tempi di realizzazione della connessione e quelli dovuti agli approvvigionamenti, che sottolineano, potrebbero oltretutto determinare un aumento dei costi, visto anche i meccanismi incentivanti”, si legge ancora nel documento.

Per i tempi di comunicazione della data d’entrata in esercizio dell’impianto, emerge nel complesso l’esigenza di un prolungamento, aggiungendo da più 60 giorni a 12 mesi. Viene anche evidenziata una certa contrarietà all’obbligo per gli operatori di impianti rinnovabili non programmabili che stipula un contratto CfD ad abilitarsi alla fornitura dei servizi di dispacciamento.

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Rinnovabili • batteria ibrida al sodio

Dalla Corea la batteria ibrida al sodio che si ricarica in pochi secondi

Un gruppo di scienziati del KAIST ha sviluppato una batteria a ioni di sodio ad alta energia, ad alta potenza e di lunga durata

batteria ibrida al sodio
Foto di danilo.alvesd su Unsplash

Quando le batteria a ioni sodio incontrato i supercondensatori a ioni sodio

Arriva dalla Corea del Sud la prima batteria ibrida al sodio in grado di battere la tecnologia a ioni di litio a mani basse. Con ottime prestazioni lato di capacità di accumulo, potenza, velocità di carica e durata, come dimostra l’articolo pubblicato sulla rivista scientifica Energy Storage Materials (testo in inglese).

Nel 2020 le batterie a ioni sodio (Na+) hanno raggiunto prestazioni comparabili a quelle degli ioni di litio in termini di capacità e durata del ciclo in condizioni di laboratorio. Da allora il segmento ha continuato a macinare grandi progressi, spinto dall’esigenza globale di trovare una tecnologia di accumulo più economica delle ricaricabili al litio e meno dipendente dalle attuali catene di approvvigionamento dei materiali critici. L’ultimo grande risultato nel campo è quello segnato da un gruppo di scienziati del KAIST, il Korea Advanced Institute of Science and Technology.

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Il team guidato dal professor Jeung Ku Kang del Dipartimento di Scienza e Ingegneria dei Materiali ha messo a punto una batteria ibrida agli ioni di sodio dalle prestazioni eccellenti e in grado di ricaricarsi in pochi secondi. Il segreto? Un’architettura che integra materiali anodici propri delle batterie con catodi adatti ai supercondensatori.

Batteria ibrida al sodio, prestazioni record

In realtà non si tratta di un approccio nuovo. Gli stoccaggi ibridi con Na+ sono emersi negli ultimi anni come una promettente applicazione nel campo dell’energy storage in grado di superare i punti deboli degli accumulatori a ioni di sodio più conosciuti.

Tradizionalmente questo metallo è usato e studiato in due tipi di dispositivi di stoccaggio: batterie e condensatori. Le prime, come spiegato poc’anzi, forniscono oggi una densità di energia relativamente elevata ma sono caratterizzate da una lenta cinetica di ossidoriduzione, che si traduce in una bassa densità di potenza e una scarsa ricaricabilità. I secondi invece hanno un’elevata densità di potenza dovuta all’accumulo di carica tramite rapido adsorbimento di ioni superficiali, ma una densità di energia estremamente bassa.

Tuttavia unire le due tecnologie impiegando catodi di tipo condensatore e degli anodi di tipo batteria, non ha dato subito i risultati sperati. La causa è da ricercare soprattutto nello squilibrio cinetico tra i due tipi di elettrodi.

Nuovi materiali per catodo e anodo

Per arginare il problema il team sudcoreano ha utilizzato sviluppato un nuovo materiale anodico con cinetica migliorata attraverso l’inclusione di materiali attivi fini nel carbonio poroso derivato da strutture metallo-organiche. Inoltre, ha sintetizzato un materiale catodico ad alta capacità e la combinazione dei due ha consentito lo sviluppo di un sistema di accumulo di ioni sodio che ottimizza l’equilibrio e riduce al minimo le disparità nei tassi di accumulo di energia tra gli elettrodi.

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La cella completamente assemblata supera per densità di energia le batterie commerciali agli ioni di litio e presenta le caratteristiche della densità di potenza dei supercondensatori. Nel dettaglio la batteria ibrida al sodio si ricarica rapidamente e raggiunge una densità di energia di 247 Wh/kg e una densità di potenza di 34.748 W/kg. Inoltre gli scienziati hanno registrato una stabilità del ciclo con efficienza Coulombica pari a circa il 100% su 5000 cicli di carica-scarica.

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

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L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.