Rinnovabili elettriche: La Cina vuole raggiungere il 35% entro il 2030

La Repubblica popolare prepara il nuovo piano di sviluppo energetico verde rivedendo al rialzo la sua ambizione

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Il governo cinese spinge sulle rinnovabili elettriche

(Rinnovabili.it) – Si può far crescere l’energia pulita senza ricorrere obbligatoriamente a generosi incentivi economici? A rispondere alla domanda sarà la Cina che, nel bel mezzo della sua operazione di taglio dei sussidi statali ai grandi impianti, prepara un nuovo obiettivo per le rinnovabili elettriche. Secondo quanto appreso da Bloomberg, la Commissione per lo sviluppo e la riforma nazionale sta lavorando sul piano nazionale per alzare la percentuale di consumi coperti dalle rinnovabili elettriche al 35 per cento entro il 2030. L’attuale strategia riporta invece per il 2030 un molto più ambiguo obiettivo del 20% per le “fonti non fossili”, nucleare incluso. Il meccanismo è sempre quello del Renewable portfolio standard (RPS) che obbliga le aziende fornitrici di energia elettrica di produrre una frazione specifica della loro elettricità da rinnovabili.

 

>>Leggi anche La Cina cerca di mettere un freno allo spreco di rinnovabili<<

 

Nessuna conferma o commento è arrivato finora dalla Commissione o dall’Amministrazione nazionale dell’energia, ma la mossa ben si inserisce nella sua nuova strategia verde. Una strategia che per una volta usa più il bastone che la carota: Pechino, infatti sta cercando di alleggerire l’onere dei sussidi governativi che in questi anni l’hanno resa il primo Paese al mondo per le rinnovabili elettriche. Di contro sta aumentando le entrate attraverso sanzioni e penalità per quanti non sono in grado di rispettare gli obiettivi assegnati.

Spiegano gli analisti di BOCI Research “Riteniamo che il nuovo documento di consultazione del Renewable Portfolio Standard abbia maggiori dettagli di implementazione e sia più favorevole agli operatori”. La strategia si focalizza “sul miglioramento dei consumi di energia rinnovabile, che è il principale obiettivo a lungo termine del meccanismo RPS”. “Questo ci lascia ottimisti sul fatto che la NEA potrebbe riflettere su altri modi per affrontare il problema dei sussidi, continuano gli esperti. “Ci aspettiamo che la versione finale sia annunciata prima della fine del 2018”.

 

In base a quanto emerge dalla bozza, dovrebbe essere estesa la conformità RPS alle società di distribuzione locali che non fanno parte della China State Grid Corp. o della China Southern Power Grid Co., nonché delle società di vendita di energia. Le entrate derivanti da certificati verdi saranno sottratte dalle sovvenzioni corrisposte agli operatori (Leggi anche Rinnovabili: a luglio i primi certificati verdi cinesi).

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