Le domande di accesso al meccanismo di Scambio sul posto 2025 potranno essere presentate solo per gli impianti rinnovabili e cogenerativi entrati in esercizio entro il 29 maggio di quest'anno

Quando finisce il servizio di Scambio Sul Posto?
Nel 2025 lo Scambio sul Posto (SSP) si avvia verso la sua fine programmata. Con una rapida nota il Gestore dei servizi energetici (GSE) ha ricordato le tempistiche per le nuove richieste prima dell’interruzione del servizio, così come definite dall’Autorità per l’Energia ARERA nella recente Delibera 78/2025/R/efr.
I clienti finali avranno tempo per presentare domanda di accesso al meccanismo solo fino fino al 29 settembre 2025. A patto che gli impianti di produzione risultino in esercizio entro il 29 maggio di questo stesso anno.
I numeri del servizio SSP
Si concretizza così la parola fine per l’SSP dopo oltre 16 anni di “onorato servizio”. Lo strumento, infatti, è stato introdotto in Italia con la delibera ARERA n. 74/08 del 2008, sebbene il funzionamento attuale sia frutto del Decreto Ministeriale del 6 luglio 2012 (e del Testo integrato per lo Scambio sul Posto messo a punto dall’Authority nello stesso anno).
Un regime particolarmente amato dal momento che consente di compensare economicamente le partite dell’energia elettrica immessa in rete in un’ora con quelle dell’elettricità prelevata in un’ora differente. Grazie alla compensazione, gli utenti possono ridurre significativamente i costi in bolletta, pagando solo la differenza tra l’energia prelevata e quella immessa.
E i numeri del segmento sono tutti positivi. Gli ultimi dati ufficiali pubblicati dal GSE mostrano come nel periodo luglio 2022 – giugno 2023 gli impianti in esercizio che hanno fatto accesso allo Scambio Sul Posto siano cresciuti con forza. Circa 18.000 impianti al mese nel periodo maggio – giugno 2023, e per complessivi 131.000 impianti nel periodo luglio 2022 – giugno 2023. In termini di potenza, si osserva una media di circa 175 MW nel periodo maggio – giugno 2023, e complessivi 1,3 GW nel periodo luglio 2022 – giugno 2023 e 835 MW nei primi 6 mesi del 2023.
Ricordiamo che il servizio, erogato dal GSE, è applicabile a impianti di produzione alimentati da fonti rinnovabili e/o impianti di produzione di cogenerazione ad alto rendimento per una potenza complessivamente installata pari a 500 kW.
Fine dello Scambio sul Posto 2025: stop proroga
Ma tra l’evoluzione del mercato, in particolare quello fotovoltaico, e le norme europee che hanno permesso di valorizzare le nuove configurazioni dell’autoconsumo, è emersa la necessità di superare il modello dello SSP. Un compito eseguito dal decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, con cui l’Italia ha recepito la direttiva europea sulle energie rinnovabili. L’articolo 9 del provvedimento ha, infatti, imposto la soppressione dello Scambio sul Posto dal 2025.
Vecchie Convenzioni SSP
I primi ad imboccare l’uscita dal servizio sono stati gli impianti di produzione la cui convenzione SSP ha raggiunto il limite di 15 anni dalla data di prima sottoscrizione. Per questi lo stop è entrato in vigore il 31 dicembre 2024 con l’impossibilità di rinnovare l’accordo. Al Gestore il compito di liquidare le eventuali eccedenze maturate fino alla data di risoluzione della convenzione. E di attivare (in assenza di richiesta per un contratto di dispacciamento in immissione) una nuova convenzione. Quale? Quella di Ritiro Dedicato (RiD).
E per tutti gli altri? Per gli impianti con una convenzione ancora attiva, il meccanismo si interromperà semplicemente alla scadenza dell’accordo.
Nuove convezioni SPP 2025
Per i nuovi impianti entrati in esercizio entro il 29 maggio 2025, si potrà presentare richiesta di accesso fino al 29 settembre 2025 attraverso il Portale Web SSP accessibile dall’Area Clienti del GSE. Come? Attivando il servizio tramite il Modello Unico – iter semplificato – o con la modalità standard.
Per gli impianti entrati in esercizio dopo il 29 maggio 2025, invece, non vi sarà più alcuno possibilità di accedere al regime SSP.
Quando è possibile presentare la richiesta di Scambio sul Posto?
Per poter presentare la richiesta di Scambio sul Posto (SSP) in Italia, è obbligatorio soddisfare alcune condizioni fondamentali, oltre ovviamente a rispettare le diverse soglie minime di potenza installata.
È necessario ad esempio che l’installazione sia già connessa alla rete elettrica e sia già attivo il contratto di fornitura di energia. Prima di presentare formale richiesta tramite il portale informatico dedicato, inoltre, l’anagrafica dell’impianto sia registrata sul portale Gaudì di Terna.
Impianti fotovoltaici in SSP, quando impiegare il Modello Unico?
Tutte le richieste di SSP vengono gestite gestita tramite il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ma per gli impianti fotovoltaici fino a 50 kW, è possibile utilizzare una procedura semplificata. Parliamo del Modello Unico, iter a cui possono accedere solo sistemi con le seguenti caratteristiche:
- realizzati presso clienti finali già dotati di punti di prelievo attivi in bassa tensione;
- con una potenza non superiore a quella già disponibile;
- che abbiano richiesto, contestualmente alla connessione, l’accesso allo Scambio sul Posto;
- realizzati sui tetti degli edifici (relativi a interventi soggetti a denuncia di inizio attività e di interventi di attività edilizia libera);
- impianti di produzione sullo stesso punto di prelievo.
Le alternative allo Scambio sul Posto 2025
L’SSP 2025 si appresta alla fine ma, in compenso, rimarranno attivi altri strumenti di valorizzazione dell’energia. Strumenti come il Ritiro Dedicato che consente di vendere l’energia elettrica in eccesso al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ad un prezzo minimo garantito. O l’adesione a Comunità Energetiche Rinnovabili e modelli di autoconsumo diffuso, con tutti gli incentivi annessi. Ovviamente esiste sempre l’opzione di valorizzare la propria produzione ottimizzando l’autoconsumo attraverso sistemi di accumulo.
Il Gestore ha anche ricordato come il completamento della disciplina in materia di graduale superamento dello Scambio sul Posto e di semplificazione del Ritiro Dedicato sarà regolato da un successivo provvedimento dell’ARERA.
Ritiro Dedicato (RiD)
Il Ritiro Dedicato o RiD è un regime di commercializzazione dell’energia prodotto dagli impianti rinnovabili in alternativa alla vendita sul libero mercato. Il servizio prevede la cessione al GSE di tutta l’energia elettrica immessa in rete dalle unità produttive, che in cambio corrisponde al produttore una determinato prezzo per ogni kWh immesso.
Nel dettaglio il prezzo medio RiD mensile viene determinato come rapporto tra il valore e la quantità dell’energia, afferente al contratto di dispacciamento di “Ritiro dedicato”, complessivamente collocata sul mercato elettrico dal GSE.
Nella determinazione di tale prezzo medio vengono prese in considerazione le fasce orarie, le zone di mercato (Nord; Centro Nord; Centro Sud; Sud; Sicilia; Sardegna; Calabria), la quantità di energia collocata sul mercato e l’importo totale ricavato dal GSE dalla vendita.

Per assicurare una stabilità economica, il servizio si avvale di prezzi minimi garantiti, definiti ogni anno dall’ARERA. Come funziona? Se i prezzi medi RID sono superiori al prezzo minimo garantito, il proprietario dell’impianto verrà remunerato con i primi; al contrario se i prezzi medi RiD scendono al di sotto del prezzo minimo garantito, il proprietario riceverà il prezzo minimo garantito.
Per l’anno 2025 sono i seguenti:

Vantaggi del Ritiro Dedicato:
- Semplificazione della gestione: Il GSE si occupa direttamente della vendita dell’energia sul mercato e delle relative operazioni amministrative, riducendo il carico gestionale per i produttori.
- Stabilità economica legata al meccanismo del prezzo minimo garantito.
- Accessibilità: Il RiD è aperto a una vasta gamma di impianti.
Le comunità energetiche rinnovabili
Una forma di incentivi convenienti per gli impianti rinnovabili è stata introdotta dal Decreto CACER e premia l’energia generata condivisa virtualmente nei gruppi di autoconsumo diffuso e nelle comunità energetiche rinnovabili (CER). Il provvedimento ha istituito:
1. Una tariffa premio riconosciuta sull’energia condivisa incentivabile, composta a sua volta si compone di una parte fissa (in funzione della taglia dell’impianto) e da una parte variabile (in funzione del prezzo di mercato dell’energia).
Potenza nominale kW | Tariffa fissa definita in base alla potenza dell’impianto | Tariffa variabile in funzione del Prezzo Zonale | Tariffa massima fonti non fotovoltaiche | Tariffa massima totale impianti FTV | ||
Sud | Centro | Nord | ||||
P≤200 | 80 €/MWh (+ maggiorazione tariffaria per Centro e Nord Italia) | 0 ÷ 40 €/MWh | 120 € | 120 € | 124 € | 130 € |
200<P≤600 | 70 €/MWh (+ maggiorazione tariffaria per Centro e Nord Italia) | 0 ÷ 40 €/MWh | 110 € | 110 € | 114 € | 120 € |
P>600 | 60 €/MWh (+ maggiorazione tariffaria per Centro e Nord Italia) | 0 ÷ 40 €/MWh | 100 € | 100 € | 104 € | 110 € |
2. Un corrispettivo di valorizzazione ARERA a rimborso di alcune componenti tariffarie definito annualmente, somma della parte unitaria variabile della tariffa di trasmissione per le utenze in bassa tensione e del valore più elevato della componente variabile di distribuzione per le utenze altri usi in bassa tensione. Per il 2024 la tariffa di trasmissione è stata di 10,57 euro/MWh, mentre le quella di distribuzione è 0,65 euro/MWh.