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La vera causa del blackout spagnolo? È stato anche un errore di calcolo

Presentato il rapporto del comitato di analisi della crisi elettrica del 28 aprile. L'interruzione di corrente è stata causata da un problema di sovratensione di origine multifattoriale. In preparazione pacchetto di misure per aumentare la sicurezza del sistema elettrico

La vera causa del blackout spagnolo? È stato anche un errore di calcolo
Credits: miteco.gob.es

 Completata la più grande indagine sulla cybersecurity nella storia della Spagna

La vera causa del blackout spagnolo non è una sola. Sull’incidente sono pesati tre diversi fattori tra cui anche un’errata valutazione delle risorse termoelettriche per il controllo della tensione. A dirlo è il rapporto del comitato incaricato di analizzare la gigante crisi elettrica verificatasi il 28 aprile 2025 in Spagna.

Il documento è stato presentato questo pomeriggio in Consiglio dei Ministri dalla Vicepresidente e Ministra per la Transizione Ecologica, Sara Aagesen, che ha riassunto brevemente le dinamiche dell’incidente: una cascata di eventi che hanno progressivamente sbilanciato il sistema elettrico spagnolo e culminato con l’interruzione della rete peninsulare.

L’indagine è stata portata avanti da due gruppi di lavoro, che attraverso l’analisi di oltre 300 GB di informazioni hanno escluso l’attacco informatico e contemporaneamente passato al setaccio tutti gli eventi del 28 aprile. Un lavoro di squadra (e la più grande operazione sulla cybersecurity spagnola) che pochissimo tempo ha fornito una cronologia dell’incidente.

“In 49 giorni, praticamente la metà dei tempi stabiliti dall’UE, il Comitato ha elaborato una diagnosi rigorosa e verificata che ci consentirà di rafforzare il sistema elettrico”, ha dichiarato Aagesen durante la conferenza stampa. “Una solida base su cui possiamo lavorare per progettare risposte rapide per prevenire il ripetersi di situazioni simili. Il Consiglio dei Ministri della prossima settimana approverà diverse misure pertinenti”.

La cronologia degli eventi del 28 aprile

 Ma quali sono dunque le vere cause del blackout della Spagna? Ed è vero, come hanno sostenuto alcuni critici della transizione all’indomani dell’incidente, che sia stata colpa del fotovoltaico?

Per capire quello che è successo viene in auto la cronologia pubblicata sul sito della Transizione ecologica spagnola, che riportiamo integralmente:

  • FASE O: Instabilità di tensione. Nei giorni precedenti l’incidente, si sono verificate fluttuazioni di tensione e, la mattina del 28, le fluttuazioni di tensione erano più intense del normale.
  • FASE 1: Oscillazioni del sistema (12:00-12:30). Alle 12:03 è stata registrata un’oscillazione atipica di 0,6 Hz, che ha causato ampie fluttuazioni di tensione per 4,42 minuti. Questa oscillazione ha costretto il Gestore del sistema a implementare le misure di mitigazione previste dal protocollo, come l’aumento della maglia di rete, limitata dalla bassa domanda, e la riduzione del flusso di interconnessione con la Francia. Tutte queste azioni hanno mitigato l’oscillazione, ma hanno avuto l’effetto collaterale di aumentare le tensioni. Alle 12:16 è stata registrata nuovamente la stessa oscillazione, sebbene più piccola, e alle 12:19 un’altra oscillazione, di 0,2 Hz, in questo caso con le consuete caratteristiche di questi fenomeni europei. Il Gestore del sistema ha implementato le stesse misure di mitigazione, che hanno anch’esse contribuito all’aumento delle tensioni.
  • FASE 2: Perdite di generazione (12.32.57 – 12.33.18).  La tensione ha iniziato ad aumentare rapidamente e costantemente, e sono state registrate numerose disconnessioni progressive degli impianti di generazione a Granada, Badajoz, Segovia, Huelva, Siviglia, Cáceres e altre province.
  • FASE 3: Crollo (12.33.18 – 12.33.30).  Il progressivo aumento della tensione ha prodotto una reazione a catena di interruzioni di corrente dovute a sovratensioni non arginate, poiché ogni disconnessione contribuiva a ulteriori aumenti di tensione. Si è registrato anche un calo di frequenza, con conseguente perdita di sincronizzazione con la Francia, l’interruzione dell’interconnessione con il resto del continente e la messa a terra della rete elettrica peninsulare.
schema del blackout spagnolo

Blackout spagnolo 2025, cosa lo ha causato?

L’analisi condotta dal Comitato ha concluso che l’interruzione di corrente ha avuto un’origine multifattoriale.

Il primo fattore è stato una capacità di controllo della tensione insufficiente dovuta a sua volta all’attivazione di un basso numero di 10 impianti sincroni in grado di regolare la tensione, molti dei quali hanno riposto in maniere inadeguata.

Il gestore della rete REE “ci ha detto che hanno fatto i loro calcoli e stimato che (accendere più impianti termici) non fosse necessario in quel momento”, ha sottolineato la ministra. “L’hanno impostato solo per le prime ore del giorno, non per le ore centrali.”

In secondo luogo le oscillazioni che si sono verificate hanno richiesto modifiche alla configurazione del sistema, aumentando la difficoltà di stabilizzazione della tensione.

Terzo e ultimo fattore: la disconnessione degli impianti, alcuni  prima del superamento delle soglie di tensione stabilite dalla normativa (tra 380 kV e 435 kV sulla rete di trasmissione), altri dopo come forma di protezione.

Ma su quest’ultimo punto il ministero energetico spagnolo ci tiene a sottolineare: “In breve, c’è stata una carenza di risorse per il controllo della tensione, o perché non erano sufficientemente programmate, o perché quelle programmate non fornivano energia adeguata. Oppure a causa di una combinazione di entrambe le cose. In ogni caso non è stato a causa di una carenza energetica nel Paese: c’era una capacità di generazione elettrica più che sufficiente”.

Le centrali elettriche “avrebbero dovuto controllare la tensione e, inoltre, molte di esse erano state economicamente remunerate per farlo”, ha aggiunto Aagesen. “Invece non hanno assorbito tutta la potenza reattiva prevista in un contesto di alta tensione”.

Il commento delle associazioni rinnovabili

In seguito al rapporto del governo spagnolo, UNEF (Associazione spagnola per il solare fotovoltaico), APREN (Associazione portoghese per le energie rinnovabili), SolarPower Europe, Global Solar Council, Global Renewables Alliance hanno diffuso un comunicato congiunto:

“Sia chiaro: il fotovoltaico non è stato la causa del blackout. 


L’indagine conferma che la gestione di un sistema elettrico è un’impresa complessa e multiforme e di grande importanza sociale. 


In futuro, il blackout iberico deve rappresentare un momento di apprendimento. Il fotovoltaico ha già la capacità di controllare la tensione, ma le normative non ne hanno consentito l’applicazione. 


Questo è un appello a investire rapidamente nella resilienza della rete e nella flessibilità del sistema, in particolare attraverso inverter per la formazione della rete e accumulo a batterie. Queste tecnologie sono già disponibili e sono fondamentali per supportare livelli di tensione stabili, gestire la variabilità e garantire la sicurezza energetica da fonti rinnovabili. 


Lo scorso anno, la Spagna si è classificata al 14° posto in Europa in termini di installazione di batterie, con meno di 250 MWh di nuove batterie, rispetto a 9 GW di nuovo solare. Quasi tutte le nuove installazioni erano batterie di piccola taglia, non a livello di utility. Prima del blackout, il mercato spagnolo stava già rispondendo a questa chiara esigenza di maggiore accumulo e flessibilità per le batterie. Nel 2025, si prevede che la Spagna diventerà uno dei primi 5 mercati europei per le batterie, grazie alla ripresa del segmento delle batterie su scala industriale. Ora spetta alle autorità garantire che il settore sia in grado di fornire tali servizi”. 

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