Idroelettrico sicuro, Bolzano pubblica le linee guida

Le disposizioni provinciali comprendono l’analisi del rischio da prevedere nella fase di progettazione e durante il rinnovo

Idroelettrico sicuro, Bolzano pubblica le linee guida

 

(Rinnovabili.it) – Nuove linee guida per l’idroelettrico altoatesino. Dopo aver presentato le disposizioni tecniche per le piccole e medie derivazioni idroelettriche (legge provinciale 2 del gennaio 2015) la Provincia di Bolzano passa alle regole sulla sicurezza. La giunta provinciale ha approvato proprio in questi giorni le nuove linee guide sulla gestione, monitoraggio e verifiche sulle centrali soggette all’obbligo di concessione per l’utilizzo di acque pubbliche impianti. Si tratta di un passaggio quasi dovuto spiega l’amministrazione in una nota stampa, dal momento che gli impianti così come le condotte forzate  e le dighe sono realizzati prevalentemente in aree sensibili.

 

Lo scopo delle nuove disposizioni è quello di migliorarne dunque la sicurezza e ridurre al minimo i rischi di esercizio così come richiesto nella succitata legge del 2015. Tra le misure da adottare in tal senso, le nuove linee guida comprendono l’analisi del rischio da prevedere nella fase di progettazione e durante il rinnovo. Il regolamento ribadisce che è responsabilità del concessionario garantire nel migliore dei modi possibili la sicurezza e la funzionalità degli impianti idroelettrici. A tale scopo sono necessari una regolare e sistematica verifica degli impianti e la previsione di attività gestionali e di manutenzione.

 

“L’obiettivo della delibera è aumentare e migliorare ulteriormente la sicurezza e la funzionalità degli impianti idroelettrici, che sono aspetti prioritari, attraverso periodiche verifiche agli impianti”, sottolinea l’assessore provinciale all’energia Richard Theiner.

 

Per questo motivo il documento prevede: una verifica per attestare la corrispondenza al vigente stato della tecnica della condotta forzata e delle condotte di adduzione in pressione alle cadenze richieste, una verifica periodica della funzionalità degli organi di chiusura delle condotte forzate, l’eventuale installazione di un sistema differenziale di misura della velocità in condotta, una corretta gestione dell’impianto e l’osservanza di tutte le prescrizioni di legge previste e delle norme tecniche vigenti. Le linee guida, discusse preventivamente anche con gli esperti del tavolo tecnico dell’energia, sono state approvate dalla Giunta provinciale nella sua ultima seduta.

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2 Commenti

  1. L’idroelettrico come è concepito adesso non è mai sicuro ed è una fonte immensa di sprechi economici. Con la modifica degli impianti e l’accoppiamento in serie di pompe e turbine possiamo produrre energia idroelettrica nelle valli di pianura nei laghi, nei mari, perfino nei condomini, riciclando le acque, perfino sollevando le acque con pompe speciali a doppia alimentazione sul lato aspirante, sia per distribuire le acque, sia per difendere il territorio. Leggere le versioni degli articoli in italiano scaricabili in pdf sul sito http://www.spawhe.eu;
    http://www.spawhe.eu/relativty-and-technology-in-the-new-hydroelectric-energy/; http://www.spawhe.eu/open-letter-to-mr-bill-gates-on-energy-miracle/

  2. Lo sfruttamento razinale del mare.
    Lo stato dell’arte nello sviluppo dei trattamenti di desalinizzazione e demineralizzazione delle acque marine e salmastre è stato condizionato, come molti altri sistemi industriali, depurativi, energetici e protettivi dell’ambiente, dall’assenza di sinergie tra le pompe e le turbine idrauliche e dall’errato approccio con la forza gravitazionale, che non deve essere vinta dai sollevamenti idraulici ma assecondata, con circolazione d’acqua a senso unico in serbatoi aperti, posti in alto che fungono anche da disconnettori idraulici. Questi impianti si possono realizzare anche in versione gslleggiante nel mare, sia per dissalare le acque, sia per sollevare nutrienti e calcio per creare alimentazione e combattere l’acidificazione e il riscaldamento globale. Con la tripla sinergia tra le pompe a doppia alimentazione, le turbine e il riciclo dell’acqua in vaso aperto, applicando principi idraulici noti da secoli, come il principio dei vasi comunicanti, le leggi di Bernoulli e Pascal, ponendo strategicamente le elettropompe a doppia aspirazione tra un alto battente idraulico positivo e le turbine, possiamo dissalare grandi quantità di acqua, semplicemente trasformando un tubo verticale in uno scambiatore ionico e i tubi di riciclo e miscelazione in produttori di energia, mentre le resine sintetiche anioniche e cationiche, circolano contenute in sfere di polietilene forate come setacci. Tali sfere, galleggiano risalendo lo scambiatore ionico e discendono per gravità svuotandosi dell’acqua nei tubi di discesa. Per mezzo di deviatori cambiano il percorso rispetto al flusso dell’acqua per essere immerse in vasche di lavaggio e rigenerazione delle resine, e reinserite di nuovo, all’infinito, nel circuito di scambio ionico senza interruzione del ciclo di dissalazione e della produzione energetica e senza costi per riscaldare l’acqua o sostituire le membrane. L’acqua demineralizzata che serve per il lavaggio delle resine è prodotta proseguendo il processo attraverso un mini impianto del tutto simile a quello principale che parte dal serbatoio delle acque dissalate. Se gli uomini vogliono produrre acque dissalate nelle quantità industriali che servono all’umanità, anche i desalinizzatori devono diventare impianti globali, produttori, non consumatori di energia, insieme ai depuratori ai sollevamenti e alla distribuzione idrica, assecondando, non contrastando le forze gravitazionali. La sostenibilità degli impianti globali non si basa su tecnologie complicate ma sulle sinergie tra impianti semplici e razionali

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