Zanchini: “Il Governo faccia chiarezza su un progetto inutile che aumenterà le bollette dei cittadini”
Le informazioni sul cavo sottomarino di interconnessione Villanova-Tivat – i cui lavori sono già in atto – continuano ad essere parziali, lamenta l’associazione, spiegando come l’opposizione al progetto abbia solide basi. A partire da quelle economiche: il costo dell’opera sta lievitando considerevolmente, per ammissione della stessa Terna (secondo le ultime stime ha superato il miliardo di Euro), e sarà ovviamente tutto a carico delle bollette di cittadini e imprese italiane. Senza contare che in base ad un accordo stipulato nel 2011, dall’allora Ministro Romani, l’importazione di energia prodotta in Montenegro da impianti da fonti rinnovabili, prevedrebbe una tariffa pari a 155 euro/MWh, ossia circa tre volte il prezzo medio nel 2014 sul mercato elettrico nazionale. Cosa significa? Che mentre in Italia le rinnovabili devono progressivamente dire addio ai sussidi statali e fare conti con provvedimenti retroattivi, il Governo continuerà a prevederne aiuti genere soni alle fonti verdi fuori i confini nazionali.
“La terza ragione – continua Legambiente in una nota stampa – sta nella sostanziale inutilità ai fini della sicurezza degli approvvigionamenti italiani, di un elettrodotto che appare fuori da qualsiasi strategia dell’Unione Europea rispetto alle emissioni di CO2 e alle fonti rinnovabili. Il Montenegro è infatti un Paese in deficit di energia elettrica, con il 40% di importazioni dall’estero, per cui non si comprende la necessità di questa opera a meno che non si voglia importare energia elettrica prodotta da carbone dai Paesi dell’Est. In questo caso però ci sarebbero problemi di contabilità rispetto agli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 e di concorrenza alle centrali termoelettriche italiane già in drammatica crisi per via della riduzione dei consumi e della crescita delle rinnovabili avvenuta in questi anni in Italia”.