Mercato dell’energia UE, ecco cosa manca per renderlo “integrato”

La commissione Europea avverte: per completare il quadro mancano ancora regole comuni e fondamentali infrastrutture

Mercato dell'energia UE, ecco cosa manca per renderlo “integrato”(Rinnovabili.it) – Un mercato dell’energia comunitaria “integrato” è il modo più conveniente per garantire un approvvigionamento sicuro e conveniente a tutti gli europei, mitigando nel contempo il cambiamento climatico. Senza contare che un mercato energetico unico potrebbe portare benefici economici netti tra i 16 ei 40 miliardi di euro l’anno. La strada da percorrere però è ancora lunga. Non mancano certamente i progressi con risultati tangibili principalmente sui mercati all’ingrosso dove tra il 2008 e il 2012 i prezzi dell’elettricità sono diminuiti di ben un terzo. A ricordare cosa manchi ancora per completare il quadro è oggi una comunicazione della Commissione Europea che rende conto delle attuali sfide per il completamento di un mercato dell’energia unico. A partire dalla definizione di norme comuni e trasparenti.

 

Una volta che i mercati energetici saranno collegati e regole comuni saranno definite, – ha dichiarato Günther H. Oettinger – non ci sarà più spazio per utilizzare le forniture energetiche come strumento politico. Con gli opportuni segnali di prezzo e infrastrutture adeguate, l’energia verrà prodotta dove costa meno e consegnata dove necessario. Tutto questo si traduce in un approvvigionamento energetico sicuro e bollette più basse per i consumatori”. Per consentire il corretto funzionamento del mercato interno sono necessari ulteriori interventi, che permettano alle aziende di competere su un piano paritario, facilitando l’integrazione delle energie rinnovabili intermittenti.

Per questo è fondamentale che:

– trasportare più investimenti nelle infrastrutture, comprese le reti intelligenti.

– utilizzare in modo più efficiente l’infrastruttura elettrica e basare le loro operazioni sulla stessa serie di regole semplici e armonizzate in tutta Europa.

– fornire il supporto pubblico solo quando il mercato non è in grado di garantire flussi energetici sicuri.

– rafforzare l’approccio regionale.

– garantire che i consumatori stiano diventando soggetti attivi sui mercati energetici.

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