Piano 2030 Settore elettrico, abbinare la crescita alla tecnologia italiana

Lo studio di Enel Foundation stima che a livello nazionale siano operative almeno 790 imprese riconducibili alla filiera delle energie rinnovabili e smart. Far crescere il comparto permetterebbe di raggiungere fino a 361mld di euro in benefici economici e fino a 540.000 posti di lavoro aggiuntivi

Costo livellato dell'elettricità
via depositphotos.com

Presentato lo studio “La filiera italiana delle tecnologie per le energie rinnovabili e smart verso il 2030”

(Rinnovabili.it) – Decarbonizzazione e transizione ecologica rappresentano un’opportunità per l’Italia, non solo dal punto di vista strettamente energetico ma anche da quello industriale. Il Belpaese può approfittare dei nuovi obiettivi sulle rinnovabili per irrobustire la capacità produttiva nazionale nei segmenti chiave, far crescere competenze e tecnologie verdi “Made in Italy” e assicurarsi una serie di vantaggi economici. A tradurre tutto ciò in numeri è lo studio “La filiera italiana delle tecnologie per le energie rinnovabili e smart verso il 2030” di Enel Foundation, realizzato con Althesys ed Elettricità Futura e presentato ieri a Roma. 

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La filiera italiane delle rinnovabili

Il documento evidenzia come l’Italia possieda già oggi una preziosa filiera di imprese che operano con successo nel comparto delle rinnovabili: almeno 790 realtà, di cui quasi 400 altamente specializzate, per un valore complessivo 12,4 miliardi di euro. E se è vero che oggi il paese vanta vere e proprie eccellenze in segmenti quali componentistica, servizi O&M, ingegneria, EPC, soluzioni energetiche intelligenti ed efficienza energetica, lo è anche, tuttavia, la limitata capacità industriale in alcune tecnologie rinnovabili di base, come i moduli fotovoltaici e le turbine eoliche.

 Ma lì dove esiste un gap è presente anche un’opportunità. Il rapporto mostra infatti quali benefici economici ed occupazionali possa ottenere l’Italia favorendo lo sviluppo di una capacità industriale interna ancora più competitiva e innovativa. Nel dettaglio abbinare la crescita della potenza rinnovabile installata a quella della filiera italiana al fine di soddisfare la futura domanda tecnologica con il Made in Italy permetterà di raggiungere fino a 361 miliardi di euro di benefici economici e fino a 540.000 posti di lavoro aggiuntivi.

Uno sguardo al futuro

“Bisogna investire lavorando su tutta la filiera”, ha dichiarato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel. “Dalla lavorazione di materie prime allo sviluppo delle tecnologie, dalla generazione alla distribuzione, fino al consumo di energia, secondo un modello di sviluppo sostenibile attento all’ambiente, alle persone e alla crescita economica. L’indicazione che emerge dallo studio è chiara: siamo di fronte a una opportunità unica, e se vogliamo coglierla pienamente il momento di agire è ora”.

Per sbloccare questo potenziale e ottenere i massimi benefici dagli investimenti da realizzare nei prossimi 7 anni, il rapporto  sottolinea la necessità di attuare rapidamente una strategia nazionale chiara e concreta volta a potenziare l’installazione di ulteriore energia di generazione rinnovabile e a creare le condizioni per l’ulteriore sviluppo di una capacità industriale ancora più competitiva.

Il piano 2030 del settore elettrico

Dal rapporto emergono dati migliorativi in termini di benefici del Piano 2030 del settore elettrico per l’economia e l’occupazione rispetto alle stime preliminari presentate da Elettricità Futura a giugno 2022. “Il Piano 2030 del settore elettrico – ha spiegato Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura – è un percorso di indipendenza e sicurezza nazionale, oltre che di decarbonizzazione, e una strategia di sviluppo della filiera elettrica in linea, peraltro, con gli obiettivi europei. Il Piano prevede di allacciare alla rete 85 GW di nuove rinnovabili al 2030, portando all’84% le rinnovabili nel mix elettrico. Raggiungendo questo traguardo, nei prossimi 8 anni l’Italia potrà ridurre di 160 miliardi di metri cubi le importazioni di gas con un risparmio di 110 miliardi di euro”.

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