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Piccoli reattori modulari, un costoso esperimento che non aiuterà il clima 

Le organizzazioni della società civile sottolineano ancora una volta i problemi degli SMR come tecnologia salva clima. Sabbadin (EEB) "Il nucleare su piccola scala non cambierà la scarsa economia degli investimenti nell'energia atomica". 

Piccoli reattori modulari
Foto di Dan Meyers su Unsplash

Il cambio di marcia UE verso il nucleare

(Rinnovabili.it) – La Commissione europea si prepara a lanciare la nuova Alleanza industriale per i piccoli reattori modulari (SMR— small Modular Reactor). Domani 6 febbraio Bruxelles dovrebbe riunire operatori industriali, organizzazioni di ricerca, funzionari governativi e gruppi della società civile in una nuova intesa con l’obiettivo dichiarato di accelerare lo sviluppo del piccolo nucleare di III generazione. Con la possibilità di aprire le porte anche ai reattori modulari avanzati (AMR).

Sebbene al pari di altre alleanze industriali, lo strumento serva solo a mettere in contatto le parti interessate, c’è chi non vede di buon occhio il cambio di rotta intrapreso dalle istituzioni dell’UE. Non è un mistero che, con i nuovi timori per la sicurezza energetica innescati dalla russa in Ucraina, il Green Deal comunitario abbia deragliato dal percorso iniziale, rendendosi più esposto alle pressioni nazionali e industriali. Pressioni che hanno portato ad inserire il gas e il nucleare nella tassonomia verde Ue o ad approvare alcune clausole a favore dell’energia atomica nella riforma del mercato elettrico e nella direttiva sulle rinnovabili 20230 (RED III).

Tecnologia SMR, le critiche delle ONG

Ecco perché oggi le organizzazioni della società civile tornano a farsi sentire, sottolineando tutti gli elementi che renderebbero questa tecnologia “una rischiosa distrazione per il clima“.

“Nella sua disperata lotta per la sopravvivenza, l’industria nucleare europea chiede il sostegno pubblico agli SMR, ma il nucleare su piccola scala non cambierà la scarsa economia degli investimenti nell’energia atomica”, ha commentato Davide Sabbadin, vicedirettore per il clima e l’energia dell’EEB. “Non sappiamo nemmeno quanto tempo ci vorrà per costruire gli SMR, poiché tutti i tentativi precedenti sono stati scartati. Perché l’UE dovrebbe investire in alternative costose rispetto alle soluzioni climatiche esistenti? Ogni euro sprecato in progetti nucleari potrebbe contribuire a sostituire i combustibili fossili in modo più rapido ed economico se investito in energie rinnovabili, reti e stoccaggio dell’energia”.

Nel dettaglio EBB riporta una serie di punti utili nella riflessione europea, che etichettano i piccoli reattori modulari come:

  • Troppo costosi.
  • Ancora immaturi.
  • Inefficaci come soluzione climatica.
  • Inefficaci sotto il profilo dei rifiuti nucleari.
  • Vincolati a interessi geostrategici.

Piccoli reattori modulari gli svantaggi per finanza e clima

Costo: In termini relativi, i costi di costruzione dei piccoli reattori modulari sono più elevati di quelli delle grandi centrali nucleari. Questo perlomeno è il risultato di un rapporto del Governo britannico. Secondo lo studio, pubblicato dal Dipartimento per le imprese, l’elettricità prodotta dalle prime mini centrali nucleari nel Regno Unito sarà probabilmente più costosa di quella proveniente dai grandi impianti come Hinkley Point C. Nel dettaglio nel 2031, secondo il rapporto, l’energia proveniente dagli SMR costerebbe quasi un terzo in più rispetto a causa delle ridotte economie di scala e dei costi di implementazione.

Tecnologia immatura. Al momento esistono oltre 130 concept di SMR in fase di sviluppo a livello globale, alcuni dei quali risalgono a decenni fa. Nel 2023, tuttavia, solo 8 risultavano operativi e 2 sono in costruzione. Per le ONG anche i progetti più semplici utilizzati oggi nei sottomarini non saranno disponibili su larga scala fino alla fine del prossimo decennio. Tenendo conto della curva di apprendimento dell’industria nucleare, per essere finanziariamente sostenibile si dovrebbero costruire in media 3.000 SMR, come spiega il brief tecnico dell’Ufficio governativo tedesco per la Sicurezza della gestione dei rifiuti nucleari

Soluzione climatica inefficace. Secondo l’ultimo rapporto IPCC pubblicato nel marzo 2023, l’energia nucleare è indubbiamente tra le opzioni di mitigazione climatica ma anche la quella considerata meno efficace al pari della cattura e allo stoccaggio del carbonio.

Rifiuti radioattivi. Gli attuali progetti SMR potrebbero creare più rifiuti radioattivi da gestire e smaltire rispetto agli impianti nucleari convenzionali. A rivelarlo è una ricerca dell’Università di Stanford e dell’Università della British Columbia. “I nostri risultati mostrano che la maggior parte dei progetti di reattori modulari di piccole dimensioni aumenterà effettivamente il volume dei rifiuti nucleari che necessitano di gestione e smaltimento, di fattori da 2 a 30 volte”, ha affermato l’autore principale dello studio Lindsay Krall. “Questi risultati sono in netto contrasto con i benefici in termini di riduzione dei costi e dei rifiuti che i sostenitori hanno affermato per le tecnologie nucleari avanzate”.

Interessi geostrategici. Diversi paesi dell’Unione europea fanno affidamento sulla tecnologia e sul combustibile nucleare forniti dalla società statale russa Rosatom. Secondo quanto rivelato dall’Euratom Supply Agency, nel 2023 Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria e Slovacchia hanno aumentato ulteriormente le importazioni dalla Russia di combustibile nucleare e servizi per i reattori di progettazione russa rispetto ai dati del 2021 e del 2022. “Passare dall’importazione di combustibili fossili russi alla tecnologia dell’energia nucleare russa – sottolinea EBB – non serve minimamente gli interessi di sicurezza energetica dell’UE“.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.