Rinnovabili: il 2014 è stato un anno da record

L’energia pulita ha raggiunto il 28 per cento della produzione elettrica, coprendo il 23 per cento dei consumi a livello mondiale. E tutto ciò in barba ai generosi incentivi assegnati alle fossili

Rinnovabili: il 2014 è stato un anno da record

 

(Rinnovabili.it) – Nel 2014 la crescita dell’utilizzo delle energie rinnovabili ha superato quella delle fonti fossili. E questo nonostante l’enorme disparità di incentivi e sussidi pubblici e la stretta sui feed-in-tariff dell’energia pulita europea. Con ben 135 GW di nuova capacità, il settore ha già superato tutta la potenza nucleare degli Stati Uniti, raggiungendo due nuovi traguardi: il 28 per cento della produzione elettrica a livello mondiale e il 23 per cento dei consumi di energia elettrica globale. Record che balzano subito agli occhi leggendo il nuovo rapporto globale della REN21, organizzazione non-profit legata al programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP). La relazione annuale, pubblicata stamane, sottolinea come la Cina, il più grande consumatore di carbone al mondo, sia diventata contemporaneamente anche il Paese numero uno sul fronte delle green energy.

 

“La quota di fonti rinnovabili nel settore elettrico continuerà a crescere, in particolare nelle economie emergenti”, ha commentato Christine Lins, Segretario esecutivo della REN21. “Ma abbiamo bisogno di fare attenzione al settore del riscaldamento e dei trasporti”.

 

Le buone notizie continuano sul fronte emissivo: nel 2014, per la prima volta in quattro decenni, l’economia mondiale è cresciuta senza una parallela crescita delle emissioni di CO2, nonostante l’aumento dell’1,5% del consumo mondiale di energia.

 

“La ragione principale per la disaccoppiamento della crescita economica dalle emissioni di biossido di carbonio spiega Lins – è da rintracciare negli investimenti verdi della Cina, così come nell’efficienza energetica dei paesi dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico)”.

 

Ma il direttore della REN21 ha anche sottolineato come, nonostante lo scorso anno gli investimenti nelle energie alternative siano tornati a crescere (e a farlo con un buon ritmo) dopo tre anni di stallo, i sussidi ai combustibili fossili e all’energia nucleare stanno esercitando un freno al settore senza precedenti.

 

“Gli incentivi alle fonti fossili e all’energia nucleare, che stando ai dati dell’Agenzia internazionale dell’energia hanno superato la quota di 550.000 milioni di dollari l’anno, hanno un impatto diretto sui prezzi dell’energia. Senza questi aiuti, l’energia rinnovabile sarebbe l’opzione più economica”.

 

Il direttore ha sottolineato anche altri due dati positivi nel settore delle rinnovabili, uno dei quali è l’aumento progressivo dei progetti di piccola taglia, che stanno dimostrando di saper tener testa ai mega impianti o istallazioni. La seconda buona tendenza è il dato occupazionale, che sta crescendo molto rapidamente. Secondo le ultime stime, nel 2014, 7,7 milioni di persone sono stati impiegati direttamente o indirettamente, nel comparto.

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2 Commenti

  1. Segnalo un paradosso incredibile ; l’UE , il Ministero della Salute , quello dello Sviluppo Economico, l’Istituto Normativo UNI ,il GSE e tutte le Regioni più importanti , sono concordi nel classificare i grassi che derivano da impianti di macellazione e dai prosciuttifici come sottoprodotti e non come rifiuti.
    Il GSE , organo preposto alla concessione degli incentivi assegna a questi sottoprodotti un incentivo elevato in quanto il loro uso quali combustibili per produrre energia rinnovabile è conforme a quello degli oli vegetali sotto tutti gli aspetti ed è senza dubbio più sostenibile degli oli vegetali , la cui coltivazione sottrae terreni alle produzioni alimentari. Inoltre è molto meglio che servano a produrre energia anzichè finire negli alimenti e danneggiare le arterie dei consumatori.
    Succede però che il Ministero dell’Ambiente nella provincia di Parma , stranamente, classifichi tali grassi alimentari ,come rifiuti , contro ogni logica tecnica ed economica , nonostante le Regioni più importanti abbiano autorizzato molte decine di impianti in tutta Italia che da anni usano questi sottoprodotti indisturbati. A rigore ciò sarebbe reato penalmente sanzionabile.
    Gli unici avvantaggiati da questa posizione sono i venditori di oli vegetali.
    Trovate voi una spiegazione.
    E.B.

  2. Segnalo un paradosso incredibile ; l’UE , il Ministero della Salute , quello dello Sviluppo Economico, l’Istituto Normativo UNI ,il GSE e tutte le Regioni più importanti , sono concordi nel classificare i grassi che derivano da impianti di macellazione e dai prosciuttifici come sottoprodotti e non come rifiuti.
    Il GSE , organo preposto alla concessione degli incentivi assegna a questi sottoprodotti un incentivo elevato in quanto il loro uso quali combustibili per produrre energia rinnovabile è conforme a quello degli oli vegetali sotto tutti gli aspetti ed è senza dubbio più sostenibile degli oli vegetali , la cui coltivazione sottrae terreni alle produzioni alimentari. Inoltre è molto meglio che servano a produrre energia anzichè finire negli alimenti e danneggiare le arterie dei consumatori.
    Succede però che il Ministero dell’Ambiente nella provincia di Parma , stranamente, classifichi tali grassi alimentari ,come rifiuti , contro ogni logica tecnica ed economica , nonostante le Regioni più importanti abbiano autorizzato molte decine di impianti in tutta Italia che da anni usano questi sottoprodotti indisturbati. A rigore ciò sarebbe reato penalmente sanzionabile.
    Gli unici avvantaggiati da questa posizione sono i venditori di oli vegetali.
    Trovate voi una spiegazione.
    NON HO MAI SCRITTO ALCUN COMMENTO IN PRECEDENZA
    E.B.

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