Accumulo stagionale, l’idrogeno compresso può renderlo competitivo

DNV GL rileva che il prezzo del “seasonal storage”, se basato sull’idrogeno, potrebbe diventare competitivo in termini di costi con forme alternative di stoccaggio a lungo termine.

accumulo stagionale idrogeno
Credits: malp © 123rf.com

Pubblicato il report “La promessa dello stoccaggio stagionale”

(Rinnovabili.it) – La tecnologia di accumulo stagionale ha il potenziale per diventare un conveniente sistema di conservazione dell’energia elettrica. A riferirlo è DNV GL nel suo rapporto “The promise of seasonal storage”. Il documento esplora la fattibilità del bilanciamento dei cicli annuali della domanda elettrica e della produzione rinnovabile con la tecnologia di storage.

Man mano che il mondo procede verso l’elettrificazione dei consumi alimentata dalle green energy, cresce di pari passo la necessità di soluzioni di stoccaggio a lungo termine. Una di queste soluzioni è l’accumulo stagionale, sistemi che tendono a caricarsi dalla sovrapproduzione di fonti di energia rinnovabili durante l’estate, per poi fornire energia durante l’inverno.

La nostra ricerca mostra come lo stoccaggio stagionale fornisca una possibile soluzione per affrontare il problema di lunghi periodi senza generazione rinnovabile, ad esempio nell’inverno del Nord Europa”, ha affermato Lucy Craig, direttrice di Tecnologia e Innovazione di DNV GL Energy. Impianti idroelettrici a pompaggio e batterie connesse alla rete sono oggi i principali strumenti dello storage di rete; tuttavia la ricerca ha scoperto che esistono importanti opportunità anche per l’idrogeno verde e i carburanti sintetici.

Leggi anche Idrogeno solare, a Fukushima l’impianto più grande del mondo

Nel dettaglio la società ritiene che l’accumulo stagionale tramite idrogeno compresso possa divenire competitivo in termini di costi entro il 2050. I primi esperimenti in tal senso esistono già. L’idea è quella di comprimere e immagazzinare il vettore sottoterra in caverne di sale o giacimenti di gas esauriti durante l’estate; l’inverno successivo verrebbe impiegato per produrre elettricità, utilizzando celle a combustibile. Nel frattempo il bilanciamento giornaliero della rete sarebbe ottenuto usando batterie e impianti a pompaggio. 

Lo studio ha valutato anche un passaggio intermedio: l’uso di carburanti sintetici.  “I combustibili artificiali consentono di decarbonizzare i settori pesanti di CO₂ creando idrogeno da elettricità a basso costo (da rinnovabili), che viene poi convertita in carburanti come l’ammoniaca”. In questo caso il vantaggio è intuibile, ma di contro aumenterebbe l’LCOE.

Il prezzo dell’accumulo stagionale, se basato sull’idrogeno compresso, potrebbe diventare competitivo con forme alternative di stoccaggio a lungo termine (come la combustione di gas) anche grazie alla crescita del prezzo del carbonio

Leggi anche Carburanti solari dalla CO2 atmosferica, ci prova la nuova foglia artificiale

Articolo precedenteEnergia rinnovabile: l’impennata del Regno Unito
Articolo successivoCaldo e umidità: lo stress termico minaccia la salute di miliardi di persone

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!