Sistemi di accumulo, entro il 2050 “sottrarranno” alle reti 227 mld

I progetti di stoccaggio in rete stanno diventando più competitivi rispetto alle nuove linee elettriche grazie al progressivo calo dei costi delle batterie. I dati di BllombergNEF

Sistemi di accumulo
via depositphotos.com

 Stimato un meno 68% nel costo dei sistemi d’accumulo a ioni di litio nei prossimi 30 anni

(Rinnovabili.it) – Nel futuro a lungo termine i sistemi di accumulo potrebbero accaparrarsi una buona parte degli investimenti oggi diretti alla realizzazione di nuove linee elettriche.

In un mondo sempre più orientato all’energia rinnovabile, assicurare flessibilità e sicurezza del sistema elettrico è un imperativo. Parte di questa sicurezza sarà fornita da impianti di stoccaggio su scala utility o progetti di storage per la piccola generazione distribuita. La tecnologia d’elezione è quella a ioni di litio, il cui progressivo calo di costi la sta rendendo un’alternativa valida e interessante nella maggior parte dei Paesi. Ed è proprio il fattore economico, la carta vincente di questi sistemi d’accumulo in un domani non troppo lontano. Secondo Bloomberg New Energy Finance (BNEF), infatti, i progetti di stoccaggio a batteria stanno progressivamente diventando più competitivi delle nuove infrastrutture di rete. Al punto che gli analisti del gruppo stimano che gli impianti a batteria in grado di fornire servizi di trasmissione e distribuzione, attireranno fino a 227 miliardi di dollari di investimenti tra il 2020 e il 2050.

“Le batterie possono mitigare la congestione della rete e differire la necessità di nuove linee elettriche”, scrive BNEF. “Mentre i costi della rete aumenteranno o rimarranno invariati, il costo di un sistema di batterie agli ioni di litio della durata di quattro ore dovrebbe scendere del 68%”. Questo segnica passare dagli attuali 320 dollari per kWh del 2020 ai 104 dollari per kilowattora entro il 2050.

Gli operatori di rete stanno già proponendo alternative in questo senso. La Germania prevede di spendere 348 milioni di euro per il suo progetto Netzbooster e la Francia investirà 80 milioni di euro per il progetto RINGO. In Italia il PNIEC definisce tra gli obiettivi lo sviluppo di capacità di accumulo di circa 6 GW entro il 2030 (tuttavia nel conteggio rientrano anche gli impianti idroelettrici a pompaggio) da aggiungere ad accumuli distribuiti accoppiati a impianti di generazione. E i primi passi sono già stati compiuti. Terna, l’operatore nazionale della rete di trasmissione elettrica, ha aggiudicato circa 250 MW nell’asta di dicembre 2020 sul progetto pilota Fast Reserve dedicato alla partecipazione delle batterie al mercato dei servizi di dispacciamento.

“L’utilizzo di batterie per il supporto di rete è ancora nascente”, aggiungono gli analisti. “Potrebbero essere necessari due decenni prima che il mercato raggiunga i 10 miliardi di dollari all’anno. Per accelerare la crescita, il settore dello stoccaggio ha bisogno di strutture normative che chiariscano chi può possedere sistemi di stoccaggio dell’energia e premiare i proprietari di rete per la riduzione degli investimenti”.

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