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Riciclo auto a fine vita: il Giappone aiuta il Sud Est asiatico

I Paesi del Sud Est asiatico non hanno mezzi e denaro per costruire impianti per il riciclo delle auto a fine vita. Ma ora il Giappone ha deciso di aiutarli

Riciclo auto a fine vita il Giappone aiuta il Sud Est asiatico

(Rinnovabili.it) – Secondo i sondaggi, in Oriente stanno crescendo pericolosamente i numeri delle auto a fine vita (ELV). Secondo l’ultimo report, presentato di recente dal Yano Research Institute di Tokyo, sarebbero 422 mila le unità in sei Paesi asiatici nel 2013: Thailandia, Indonesia, Filippine, Malesia, Vietnam e Myanmar.

Il think-tank giapponese prevede che il numero di veicoli a fine vita in queste nazioni salirà a 983 mila unità nel 2020, praticamente raddoppiando le cifre di oggi. Su cosa ha basato le sue stime il Yano Research Institute? I ricercatori hanno calcolato la vita media di una automobile e hanno combinato queste cifre con la crescita delle vendite di veicoli nuovi. Allo stato attuale, il numero totale di veicoli in circolazione nei sei Paesi presi in analisi si aggira intorno ai 50 milioni.

Le preoccupazioni ambientali attanagliano le istituzioni e i ricercatori, perché è noto che in quasi tutti gli Stati dell’Asia non esistono processi adeguati e impianti per il corretto riciclaggio dei veicoli fuori uso. Eppure questi sarebbero una risorsa importante per le economie asiatiche. Infatti, nelle auto destinate alla rottamazione si trovano diversi metalli strategici e terre rare. Se avviati a riciclo, rappresentano un vantaggio economico e ambientale, dato che richiedono minori costi per il reimpiego all’interno dei veicoli nuovi ed evitano impattanti processi di estrazione dalle miniere di tutto il mondo.

Nel settore del riciclo dell’auto, vi è una grande differenza tra le “prestazioni” dei Paesi sviluppati e di quelle delle economie in via di sviluppo. Alla recente tavola rotonda internazionale per i riciclatori dell’automotive svoltasi in Giappone, è stato riconosciuta da tutti i partecipanti la necessità che il Giappone e altre nazioni sviluppate prendano l’iniziativa e costruiscano strutture di riciclaggio nei Paesi più poveri.

Le aziende del Sol Levante non si sono tirate indietro. E oggi stanno quantificando le possibilità di espansione del business nei mercati del Sud Est asiatico.