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Casseforme di fango stampate in 3D, dal MIT la ricetta per abbattere i costi

Arriva dal MIT la stampa 3D delle casseforme in fango, infinitamente riciclabili, a basso costo e con la possibilità di colare il cls solo dove strutturalmente necessario

Stampa 3D casseforme: risparmiare riciclando lo scavo del cantiere
Sandy Curth (in piedi dietro) – Credits: Saleh Jamsheer

L’impatto ambientale del comparto delle costruzioni deve il suo enorme “peso” anche agli sprechi legati alla fase di cantiere. La produzione delle casseforme usa e getta impiegate per le colate di calcestruzzo, è forse uno dei primi grandi problemi che ci separano dalla decarbonizzazione. Arriva dal MIT un’interessante soluzione che propone l’utilizzo del semplice fango per la stampa 3D di casseforme di qualsiasi forma e dimensione, risparmiando molto sui costi e sui tempi.

Fango: l’inchiostro universale per la stampa 3D

Il metodo sviluppato dai ricercatori del MIT prevede di riutilizzare la terra stessa di scavo come “inchiostro” per la stampante. L’idea di riciclare il fango del cantiere non è nuova nel mondo della stampa 3D, tuttavia in questo caso, il materiale non verrebbe impiegato per costruire i muri degli edifici, bensì per sostituire le classiche casseforme in legno.

“Possiamo prendere il terreno su cui stiamo, o il terreno di scarto di un cantiere edile e trasformarlo in casseforme precise, altamente complesse e flessibili per strutture in calcestruzzo personalizzate”, ha sottolineato Sandy Curth, uno dei dottorandi del Dipartimento di Architettura del MIT che ha contribuito a guidare il progetto. 

Il fatto di utilizzare la stampa 3D per le casseforme elimina le limitazioni date dal legno. In meno tempo, a costi inferiori e senza sprechi è possibile creare stampi per il calcestruzzo con forme estremamente complesse. Grazie al supporto computerizzato il materiale viene disposto solo dove la struttura portante lo richiede, senza vincoli legati al classico pilastro a sezione rettangolare con resistenza in eccesso. 

Secondo i calcoli del MIT questo metodo chiamato “ottimizzazione della forma” permette di ridurre le emissioni di carbonio dei telai strutturali in calcestruzzo di oltre il 50%.  

Il metodo EarthWorks 

Costruire casseforme in legno richiede tempo e un costo non irrisorio. L’uso del terreno per la stampa 3D delle casseforme potrebbe cambiare quel processo.

A differenza di quanto si potrebbe pensare, il fango utilizzato è molto resistente. Questo metodo, chiamato EarthWorks, introduce nella miscela di terreno alcuni materiali additivi, come la paglia, e un rivestimento simile alla cera per impedire che l’acqua fuoriesca dal calcestruzzo. Inoltre, le casseforme stampate in 3D sono infinitamente riciclabili.

“La cosa interessante è che siamo in grado di realizzare elementi edilizi dalla forma ottimizzata con la stessa quantità di tempo ed energia che ci vorrebbero per realizzare elementi edilizi rettilinei”, prosegue Curth. “Ha il potenziale per avere un impatto immediato e non richiede di cambiare la natura del settore edile“. Mentre completava il dottorato al MIT, Curth ha anche fondato un’azienda, FORMA Systems, attraverso la quale spera di portare il metodo EarthWorks nel settore delle costruzioni. Utilizzare questo approccio significa che i costruttori avrebbero bisogno di una grande stampante 3D in loco. Tuttavia, risparmierebbero anche notevolmente sui costi dei materiali, ribadisce il ricercatore.

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