I nuovi indicatori dei rischi climatici appena pubblicati dalla BCE sono strumenti per ridurre l’assenza di dati relativi al clima che caratterizza il settore finanziario. La Banca Centrale Europea ha specificato che si tratta di strumenti provvisori che saranno migliorati ulteriormente sia dall’Istituto Comunitario sia dalle banche centrali nazionali. Gli indicatori, sia sperimentali sia analitici, rappresentano le soglie di rischi climatici per i futuri investimenti e monitorano la transizione ecologica
Le 60 maggiori banche globali continuano a investire molto più nelle fossili che nell’energia pulita. Dei 2.500 mld $ dati alle compagnie energetiche, appena 180 mld sono per eolio e fotovoltaico. E non c’è alcun trend positivo in vista
Lo strumento replica la tassonomia Ue nelle parti non nocive per l'ambiente e propone criteri alternativi da seguire per le sezioni considerate insostenibili
Da novembre 2021 ad agosto 2022, 56 istituti che aderiscono alla Gfanz hanno mobilitato qualcosa come 269 miliardi di dollari per supportare l’espansione di 102 compagnie fossili. Anche nel carbone
Nonostante le promesse e la disponibilità a creare un fondo per perdite e danni aggiuntivo mostrata alla COP27, Washington aumenterà gli stanziamenti in finanza per il clima di appena lo 0,09%. Contando le emissioni storiche, dovrebbe versare 40-50 mld $ l’anno
La simulazione condotta dall’Eiopa mostra che i fondi pensione sono esposti all’impatto della crisi climatica e agli scossoni della transizione per via degli investimenti nei combustibili fossili e nelle industrie ad alta intensità di CO2: coinvolti il 6% degli investimenti azionari e il 10% di quelli obbligazionari
Produrre PFAS e altri inquinanti persistenti non è solo dannoso, ma anche antieconomico. Per questo Storebrand e Aviva hanno riunito una serie di grandi gestori patrimoniali per fare pressione sulle aziende chimiche. Le richieste sono trasparenza nella produzione e graduale eliminazione.
A seconda della metrica usata, Pechino emerge sia come paese che dovrebbe pagare più degli Stati Uniti e dell’Europa, sia il contrario. Per altri paesi ancora classificati in via di sviluppo dall’Unfccc, invece, il quadro è più chiaro e rispettano ormai tutti i criteri per contribuire alle diverse linee di finanziamento. Di sciogliere questi nodi si occuperà entro novembre 2023 il comitato istituito alla COP27 per definire il funzionamento del Fondo per perdite e danni
Secondo un report di Urgewald, Reclaim Finance e altre 36 ong africane, banche e investitori occidentali dal 2019 hanno mobilitato almeno 58 mld euro per accelerare lo sfruttamento di gas e petrolio nel continente. Ma seguendo vie indirette. Che non pesano sugli impegni green presi in ambito internazionale