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Ecco Biolube, la piattaforma Enea per biolubrificanti e biocarburanti avanzati

La piattaforma “Biolube” converte oli vegetali in biofuel e lubrificanti attraverso processi di oligomerizzazione, evaporazione a film sottile, idrogenazione e distillazione

Biolube

Enea presenta Biolube in occasione dei 60 anni del Centro Trisaia

Si chiama “Biolube” ed è l’innovativa piattaforma realizzata da ENEA nel Centro Ricerche Trisaia (Matera) per produrre biolubrificanti e biocarburanti avanzati destinati alla decarbonizzazione di vari settori, tra cui il trasporto aereo

La presentazione dell’infrastruttura è avvenuta oggi, in occasione dei festeggiamenti per i 60 anni del Centro ENEA Trisaia, ai quali sono intervenuti, tra gli altri, i ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e degli Affari europei, politiche di coesione e PNRR Raffaele Fitto con un videomessaggio, il presidente e il direttore generale ENEA Gilberto Dialuce e Giorgio Graditi,  l’Assessore all’ambiente e  all’energia della Regione Basilicata Cosimo Latronico, il presidente della Provincia di Matera Piero Marrese e il sindaco di Rotondella (il comune dove sorge il Centro Trisaia) Gianluca Palazzo.

“A 60 anni dalla sua fondazione, il Centro Ricerche ENEA Trisaia si conferma una realtà scientifica consolidata e di primaria importanza nel Sud Italia. Con 15 laboratori, altrettanti impianti pilota e 8 hall tecnologiche all’avanguardia, il Centro è in grado di portare avanti numerose attività di ricerca e sviluppo, promuovendo collaborazioni strategiche con istituzioni, enti di ricerca e imprese”, dichiara il presidente ENEA Gilberto Dialuce. “Questa eccellenza della ricerca va però al di là dei suoi confini geografici e contribuisce in modo significativo al progresso scientifico sia a livello nazionale che internazionale”, aggiunge Dialuce.

“Oggi celebriamo i 60 anni del Centro Ricerche ENEA Trisaia rafforzando il suo ruolo di polo tecnologico di riferimento per la Basilicata e per tutto il Sud Italia con la presentazione di una nuova facility di ricerca sulla chimica verde, unica nel panorama italiano e tra le più innovative d’Europa”, sottolinea il direttore generale ENEA Giorgio Graditi.

Cosa fa la piattaforma Biolube?

Cofinanziata dalla Regione Basilicata, la piattaforma “Biolube” converte oli vegetali attraverso processi di oligomerizzazione, evaporazione a film sottile, idrogenazione e distillazione. “L’unità di oligomerizzazione utilizza un reattore da 300 litri riscaldato a olio diatermico per sintetizzare macromolecole”, spiega Pietro Garzone, coordinatore del gruppo ENEA di progettazione ed esercizio sperimentale dell’infrastruttura.

“Biolube rappresenta una struttura importante per la transizione verso un’economia decarbonizzata, che ci consentirà di potenziare le attività di ricerca e di sviluppo della nostra Divisione Bioenergie, bioraffinerie e chimica verde nel settore dei biocarburanti e dei biolubrificanti avanzati, prodotti a partire dal trattamento di oli vegetali, inclusi quelli provenienti dalla raccolta differenziata”, aggiunge Graditi.

Le attività della piattaforma consentiranno sia di valutare i rischi ingegneristici e di processo che di produrre quantità significative di biolubrificanti. “Nei prossimi mesi, inoltre, saremo in grado di avviare una collaborazione con uno dei più importanti player nazionali nel campo della chimica finalizzata alla dimostrazione di un processo di sintesi di biolubrificanti”, conclude Graditi.

“La transizione verso un’economia sostenibile richiederà progressi fondamentali nella tecnologia, nell’industria, nell’economia e nella società nel suo complesso”, dichiara il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. “La Basilicata – aggiunge – è uno dei territori in cui il campo dell’energia, con le sue indubbie complessità, ha rappresentato e rappresenta tuttora una delle principali filiere di sviluppo economico. Il Centro Ricerche ENEA di Trisaia si configura come un importante polo scientifico multidisciplinare: il patrimonio tecnologico sviluppato è riconosciuto tra quelli di rilevante interesse nazionale e può contare su un portafoglio progettuale di grandissimo rilievo”.

“La giornata di oggi è un’occasione per tirare una linea di demarcazione e fare una verifica di ciò che si è fatto e, al tempo stesso, guardare al futuro” ha affermato il ministro Fitto. “Questa linea di demarcazione ci consegna un Centro che ha avuto la capacità di saper cogliere le opportunità, dal punto di vista degli investimenti e dell’utilizzo delle risorse europee, ma anche e soprattutto ha saputo adeguarsi ai nuovi scenari. Il lavoro fatto sin qui – ha aggiunto – è un punto di riferimento importantissimo ma, al tempo stesso, è altrettanto rilevante il lavoro che si potrà fare in riferimento alle nuove sfide e ai nuovi obiettivi che abbiamo davanti. Penso ad esempio al PNRR e al Repower Ue; in questo senso sono convinto che in futuro il centro della Trisaia potrà svolgere un’azione importante e rilevante”.

Centro Ricerche ENEA Trisaia

Il Centro Ricerche ENEA Trisaia, inaugurato nel 1964, era nato per lo studio del riprocessamento del combustibile nucleare esausto; dopo il referendum del 1987 è stato trasformato in un centro di ricerca multi-interdisciplinare grazie ai fondi strutturali Ue e al piano integrato da 56 milioni di euro che ha istituito quattro principali aree di ricerca: agrobiotecnologie, tutela ambientale, materiali innovativi, energia da biomasse e solare termodinamico.

Nel 2004, il Centro ha ottenuto la duplice certificazione del Sistema di Gestione Integrata per l’Ambiente e per la Sicurezza, mentre nel 2007 ha conseguito la registrazione EMAS, basata sul miglioramento continuo delle prestazioni ambientali e di sicurezza. Dal 2013 al 2023, il Centro ha focalizzato le sue attività di ricerca, sviluppo, dimostrazione e innovazione su energia, sviluppo economico sostenibile, agroindustria, nuove tecnologie, in particolare nei settori delle biomasse, biocombustibili, solare termico, biotecnologie, trattamento rifiuti e reflui, tecnologia dei materiali e metrologia.

Il Centro oggi conta 120 dipendenti a tempo indeterminato oltre ad assegnisti di ricerca, tesisti e borsisti e sarà oggetto di un piano di potenziamento della pianta organica finalizzato a garantire un posizionamento di rilievo in ambito nazionale e internazionale per attività di sviluppo su infrastrutture e impianti all’avanguardia.

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