Rinnovabili • Stoccaggio CO2 UE: ritardi e deficit minacciano gli obiettivi 2030. Rinnovabili • Stoccaggio CO2 UE: ritardi e deficit minacciano gli obiettivi 2030.

Deficit di oltre 20 mln di ton: l’Europa in ritardo sugli obiettivi di stoccaggio CO2 UE

Il nuovo studio di Wood Mackenzie evidenzia un divario crescente tra ambizioni e capacità reali di iniezione di anidride carbonica.

Stoccaggio CO2 UE: ritardi e deficit minacciano gli obiettivi 2030.
Stoccaggio CO2 UE: ritardi e deficit minacciano gli obiettivi 2030 – fonte pixabay

Obiettivi lontani: solo 28,5 milioni di tonnellate di capacità entro il 2030

Gli obiettivi fissati dal Net Zero Industry Act (NZIA) rischiano di restare irraggiungibili: secondo un’analisi indipendente di Wood Mackenzie – fornitore globale di soluzioni di dati e analisi per i settori delle energie rinnovabili, dell’energia e delle risorse naturali – la capacità di stoccaggio CO2 UE disponibile entro il 2030 si fermerà a 28,5 milioni di tonnellate l’anno, ben al di sotto dei 50 milioni di tonnellate richiesti. Lo studio, commissionato da ExxonMobil, OMV Petrom, Shell e TotalEnergies, mette in luce come ritardi nei progetti e ostacoli normativi stiano compromettendo la realizzazione della rete europea di cattura e stoccaggio del carbonio.

Attualmente, nell’Unione europea non esiste ancora alcun progetto di stoccaggio su larga scala pienamente operativo. Le iniziative con decisione d’investimento definitiva contribuiranno appena 2,9 milioni di tonnellate annue entro il 2030.

Tempi di sviluppo troppo lunghi e licenze insufficienti

I progetti di stoccaggio CO2  nell’UE richiedono in media otto anni per passare dalla fase di esplorazione alla messa in funzione. Ciò significa che solo i progetti con licenze di stoccaggio CO2 rilasciate entro il 2023 potranno contribuire agli obiettivi del 2030. Wood Mackenzie stima che solo 15,6 milioni di tonnellate di capacità siano oggi in fase sufficientemente avanzata.

Le ambizioni dell’UE in materia di stoccaggio del carbonio si scontrano con le realtà commerciali e tecniche”, afferma Jon Story, Vicepresidente di Energy Consulting e Responsabile CCS Consulting di Wood Mackenzie. “Con ritardi medi di oltre un anno e mezzo e prezzi del carbonio inferiori ai costi della cattura, la finestra per rispettare la scadenza del 2030 si è sostanzialmente chiusa.”

Ritardi diffusi e ostacoli legali: solo due licenze nei Paesi Bassi

Il rilascio delle licenze di stoccaggio CO2 è uno dei principali colli di bottiglia. Secondo il report, solo i Paesi Bassi – considerati tra le giurisdizioni più avanzate in Europa per la cattura e stoccaggio del carbonio – hanno rilasciato due licenze operative, mentre in Italia esiste soltanto un progetto pilota. In diversi casi, come i progetti Porthos e Aramis, i ricorsi legali hanno provocato lunghi blocchi.

I ritardi medi dei progetti CCS europei superano 18 mesi, e anche le iniziative più avanzate, come Liverpool Bay nel Regno Unito, hanno subito rallentamenti nonostante il sostegno pubblico.

Prezzi ETS eccessivamente bassi per sostenere la cattura e lo stoccaggio di CO2 nell’UE

A ostacolare lo sviluppo dei progetti vi sono anche limiti economici. Il prezzo medio del carbonio nel sistema ETS dell’UE, pari a 70 dollari per tonnellata nel 2024, è inferiore ai costi medi della cattura e dello stoccaggio del carbonio stimati da Wood Mackenzie. Senza un incremento del prezzo della CO₂ o nuovi incentivi, i progetti restano poco redditizi.

Le difficoltà di bancabilità, unite ai costi di trasporto della CO₂, incidono pesantemente: molti impianti di cattura si trovano a grande distanza dai futuri siti di stoccaggio, richiedendo nuove infrastrutture di trasporto e ulteriori investimenti.

La prospettiva politica: obiettivi da rivedere entro il 2028

La Commissione europea dovrà riesaminare i progressi della NZIA nel 2028. Lo studio di Wood Mackenzie suggerisce che sarà necessario rivedere l’obiettivo dei 50 milioni di tonnellate alla luce dei ritardi accumulati e delle incertezze normative.

L’iniziativa comunitaria mira a sviluppare una catena del valore del CO₂ competitiva, ma la mancanza di coordinamento tra Stati membri e procedure lente rischiano di vanificare gli sforzi. La Direzione generale dell’Energia sta lavorando a una proposta legislativa – anticipata da una valutazione d’impatto – sul “Mercato e infrastrutture per il CO₂ nell’UE”, prevista per il terzo trimestre del 2026, che dovrebbe definire norme armonizzate per trasporto e stoccaggio.

Obblighi e sanzioni nelle politiche di stoccaggio CO2 nell’UE: l’articolo 23 del Net Zero Industry Act

Il regolamento europeo impone ai produttori di petrolio e gas di garantire 50 milioni di tonnellate annue di capacità di iniezione di CO₂ entro il 2030. Secondo un’analisi della Clean Air Task Force (CATF), oltre l’80% di questo obiettivo dipende da 12 grandi aziende, tra cui Shell, Eni e TotalEnergies, mentre compagnie regionali come OMV Petrom e Orlen risultano in forte ritardo.

Entro giugno 2026, gli Stati membri dovranno definire sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive per chi non rispetterà gli obblighi previsti dall’articolo 23 della NZIA. La Germania sta già valutando un sistema che equipari le penalità al livello delle sanzioni ETS, ossia circa 130 euro per tonnellata di CO₂ non stoccata.

Come sbloccare i progetti di stoccaggio CO2 UE

L’applicazione di sanzioni da sola non basterà. Servono anche misure di supporto ai Paesi meno avanzati, come Polonia e Romania, per creare competenze tecniche e procedure di autorizzazione.

In questo contesto, la proposta legislativa europea sul mercato del CO₂ rappresenta un passo decisivo. L’iniziativa mira a rimuovere gli ostacoli transfrontalieri al trasporto della CO₂, a creare un meccanismo di pianificazione infrastrutturale a livello UE e a introdurre un quadro di governance indipendente.

L’obiettivo è una rete europea integrata di stoccaggio e trasporto del carbonio, capace di garantire accesso equo, riduzione dei costi e maggiore sicurezza per gli investitori.

La corsa contro il tempo della decarbonizzazione industriale

Il deficit di capacità di stoccaggio CO2 UE è oggi uno dei principali ostacoli alla neutralità climatica. I dati di Wood Mackenzie rivelano che l’Europa dispone di meno della metà della capacità necessaria per rispettare i target del 2030.

Per evitare che la cattura e lo stoccaggio del carbonio restino promesse incompiute, serviranno norme più rapide, incentivi economici stabili e cooperazione tra Stati membri e industrie. Solo così sarà possibile trasformare la NZIA da atto programmatico a strumento concreto di decarbonizzazione.

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About Author / Alessandro Petrone

Giornalista da oltre 20 anni, nel corso della sua carriera si è occupato di politica, economia, attualità e costume. È stato Caporedattore e Direttore Responsabile per una Casa Editrice che pubblica magazine generalisti in Italia, Germania, USA e Cina. Ha scritto e collaborato con aziende e media che si occupano di automotive, con particolare attenzione ai temi della mobilità sostenibile. Si è avvicinato al mondo dell’energia lavorando come ufficio stampa per multinazionali del settore. Da allora, si occupa assiduamente di temi legati alla transizione energetica, soprattutto nel settore automotive, e alle energie rinnovabili, scrivendo per La Repubblica, AdnKronos, 9 Colonne, The Post International. È altresì appassionato di tecnologia, informatica, fotografia e cucina con un passato da attivista LGBTQIA+.