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Stellantis: 24 famiglie di motori già compatibili con gli e-fuels

Il produttore di veicoli ha collaborato con Aramco per testare la buona funzionalità dei carburanti sintetici nei motori del gruppo in assenza di modifiche sui propulsori

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Fino a 28 milioni di veicoli Stellantis potrebbero utilizzare gli e-Fuel

(Rinnovabili.it) – E-fuel, croce e delizia delizia mondo dei trasporti. Per alcuni sono la soluzione più veloce dopo i biofuel, per garantire una riduzione delle emissioni senza dover cambiare la tecnologia propulsiva. Per altri sono solo il pretesto per salvare i motori endotermici e l’attuale infrastruttura di distribuzione dei carburanti. Nel primo gruppo rientra anche Stellantis che oggi fa sapere di essere già pronta ai nuovi combustibili sintetici avanzati.

L’holding multinazionale ha, infatti, concluso da poco un approfondito esperimento nel campo. In collaborazione con Aramco, la compagnia nazionale saudita di idrocarburi, ha valutato la compatibilità delle formulazioni di e-Fuel con i propri mezzi. Non prodotti nuovi, bensì veicoli Stellantis già in commercio dal 2014. Gli esperti hanno analizzato le emissioni allo scarico, capacità di avviamento, potenza del motore, affidabilità, interazioni con l’olio lubrificante, il serbatoio e i filtri, e prestazioni del carburante a temperature estreme, fredde e calde.

Il risultato? Due mesi di test hanno mostrato che ben 24 famiglie di motori risultano già oggi adatti all’impiego dei carburanti sintetici.

La strategia verso le 0 emissioni di Stellantis

La sperimentazione fa parte del piano di Stellantis per “fornire una mobilità a zero emissioni”, piano che contempla da vicino anche l’elettrificazione dei mezzi. Il produttore intende infatti raggiungere, entro la fine del decennio, un 100% di veicoli elettrici a batteria (BEV)  nelle vendite europee e un 50% in quelle statunitense. Per un totale di 5 milioni di mezzi elettrici immatricolati per il 2030 e 75 modelli differenti messi sul mercato.

In questo contesto, spiega Ned Curic, Chief Engineering and Technology Officer di Stellantis,la nostra collaborazione con Aramco costituisce un passo importante e complementare in questo percorso per la flotta di veicoli circolanti […] Gli eFuel sostitutivi “drop-in” possono avere un impatto massiccio e pressoché immediato sulla riduzione delle emissioni di CO2 della flotta di veicoli esistente, offrendo ai nostri clienti un’opzione facile ed economicamente vantaggiosa per ridurre la loro impronta di carbonio. Semplice come la scelta di una pompa di carburante diversa alla stazione di servizio, senza dover apportare modifiche ai propri veicoli”. Il gruppo stima che l’utilizzo dei carburanti sintetici a basse emissioni di carbonio potrebbe coinvolgere fino a 28 milioni di veicoli Stellantis in Europa. Apportando riduzioni emissive con punte di 400 milioni di tonnellate di CO2 tra il 2025 e il 2050.

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E-Fuel, sono davvero più sostenibili?

Non tutti pero sono d’accordo con questa visione. Per capire i motivi del dissidio è bene fare qualche passo indietro. Oggi sotto l’etichetta e-Fuels o elettrocomustibili per usare il termine italiano, vanno tutti quei carburanti, liquidi o gassosi, ottenuti mediante sintesi chimica artificiale. Sono generati combinando assieme la CO2 estratta dall’aria o scartata da processi industriali, con l’idrogeno generato dell’elettrolisi. A seconda delle combinazioni è possibile ottenere e-metano, e-cherosene, e-metanolo, ecc, definiti “drop-in” perchè possono costituire dei sostituti immediati dei fuel tradizionali.

Nonostante producano ancora CO2 quando combusti, tali emissioni sono teoricamente compensate dalla quantità prelevata di anidride prelevata dall’atmosfera in fase di sintesi, per un contributo netto pari a zero. Ma lato inquinamento il problema rimarrebbe lo stesso. Secondo una ricerca curata da IFP Energies Nouvelles e commissionate da Transport & Environment (T&E), i carburanti sintetici non produrrebbe un miglioramento della qualità dell’aria dei centri urbani. Esami condotti sui veicoli hanno evidenziato livelli di emissione di ossidi di azoto (NOx) del tutto simili a quelli rilevati sulle automobili alimentate dai combustibili fossili. E un quantitativo di monossido di carbonio tre volte superiore rispetto alla benzina.