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Stellantis, il primo Ducato elettrico prodotto in Italia

La company rilancia in Italia la produzione di veicoli commerciali leggeri, ma riduce produzione in Francia e chiude stabilimento in UK. Incerto il coinvolgimento nella gigafactory di Termoli

Stellantis, il primo Ducato elettrico prodotto in Abruzzo
Fonte Stellantis

Il governo italiano tira per la giacca Stellantis, e chiede – per voce del ministro del made in Italy, Adolfo Urso di confermare la sua volontà di investire in Italia per realizzare batterie elettriche che servono alla transizione ambientale. Prendiamo atto che la crisi dell’auto in Europa è talmente evidente, siamo ormai al collasso, che non soltanto siano sospesi gli investimenti programmati come quelli di Acc a Termoli o in Germania ma che addirittura chiudono le fabbriche di batterie elettriche che erano state già realizzate“.

Parole chiare quelle di Urso, in attesa del Consiglio competitività Ue del 28 novembre, espresse nel corso dell’incontro con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali del comparto metalmeccanico, per fare il punto sulla posizione italiana in merito alla revisione dei regolamenti nel settore dell’auto e della siderurgia.

Crisi automotive come un bollettino di guerra

Per il ministro il settore dell’automotive europeo sta vivendo queste settimane come un vero bollettino di guerra, dove pressoché ogni giorno, ci sono annunci drammatici su tagli di personali e chiusure di stabilimenti.

In questo momento la situazione è davvero drammatica perché le principali case automobilistiche europee hanno già annunciato la chiusura di interi stabilimenti, non solo in Germania, ma anche in altri paesi europei e anche altre case automobilistiche, per esempio americane, che producono in Europa, hanno annunciato drastici ridimensionamenti del loro impianti industriali”.

Stellantis, chiude Luton e riduce in Francia, ma rilancia produzione veicoli commerciali

Ed a proposito di annunci, restando in casa Stellantis, la big company ha dichiarato di voler chiudere la sua fabbrica a Luton, a nord di Londra, per concentrare la produzione in un altro sito nel Regno Unito, provocando la perdita di centinaia di posti di lavoro. Secondo l’azienda, infatti, attualmente più di 1.100 persone lavorano full time a Luton e se alcuni lavoratori potrebbero essere ridistribuiti nell’altro sito di Ellesmere Port, a 300 km di distanza, altri potrebbero rimanere a terra, anche se nel secondo stabilimento produttivo verrebbero creati “creati centinaia di posti di lavoro permanenti“, ha spiegato l’azienda che intende rimanere il leader del mercato britannico per i veicoli commerciali elettrici, con oltre 32.000 unità già vendute nel paese dove continuerà a essere l’unico produttore nel Regno Unito.

L’operazione – spiega Stellantis – contribuirà a una maggiore efficienza produttiva e sosterrà l’ambizione dell’azienda di diventare il produttore di veicoli commerciali leggeri numero 1 a livello mondiale. Si tratta, infatti, del primo e unico impianto di produzione di soli elettrici nel Regno Unito che costruisce la gamma di piccoli veicoli elettrici dell’azienda di Citroën ë-Berlingo, Vauxhall Combo Electric, Opel Combo Electric, Peugeot E-Partner e Fiat Professional E-Doblo e che mira ad essere autosufficiente al 100% per l’energia elettrica, entro il 2030.

Dalla Gran Bretagna alla Francia, dove Stellantis ha rivisto al ribasso anche le previsioni di produzione dove produrranno 605.000 veicoli quest’anno, rispetto ai 766.000 inizialmente previsti alla fine dello scorso anno, con un calo del 20%, tornando ai livelli del 2021. Tutti i siti francesi sono interessati da questo calo della produzione, ma alcuni stabilimenti più di altri, come quello di Mulhouse, dove secondo le previsioni il calo sarà del 22% rispetto alle previsioni dello scorso anno.

Stellantis in Italia produce il primo Ducato elettrico e sceglie Atessa

Ma tornando in Italia, ed alle parole del ministro Urso, la richiesta del governo è quella di investire a Termoli, in Molise per costruire quella che nei piani sarebbe dovuta essere la gigafactory italiana, il più grande investimento industriale nel nostro paese per la transizione energetica dell’automotive; l’obiettivo era trasformare l’ex sito Fiat/Stellantis in un impianto in grado di produrre batterie per auto elettriche, ma le difficoltà del settore auto, con l’incertezza sulle auto BEV ha frenato gli entusiasmi. Ma secondo il ministro Urso “dobbiamo intervenire subito cambiando la politica industriale affinché sia sostenibile per l’impresa e per il lavoro europeo rispetto alla concorrenza, talvolta addirittura sleale, di altri continenti e di altri attori”, ed il riferimento è evidentemente alla Cina.

Chiudiamo però, con una buona notizia che riguarda sempre Stellantis ed il nostro paese; il gruppo, infatti, realizzerà nello storico stabilimento abruzzese di Atessa, in provincia di Chieti, il più grande impianto europeo di veicoli commerciali, le nuove generazioni di Fiat DucatoPeugeot BoxerCitroen JumperOpel Movano e Vauxhall Movano. Grazie a questa strategia industriale lo stabilimento ha incrementato i turni di produzione da 2 a 2.5. Attualmente, l’80% della produzione viene esportata in 75 Paesi, a dimostrazione dell’importanza internazionale dello stabilimento. Dal momento che la maggior parte dei furgoni di grandi dimensioni viene prodotta in questo stabilimento, l’avvio della produzione di E-DUCATO ad Atessa rappresenta un momento storico per il sito e riafferma l’impegno di Fiat Professional nei confronti della produzione italiana e della transizione ecologica.

Come sarà il nuovo E-Ducato

Ad inaugurare la nuova linea di produzione sarà proprio la versione cabinata elettrica dell’E-Ducato. Ducato ha una forte presenza a livello europeo essendo il primo furgone di grandi dimensioni di Stellantis con una quota di mercato dell’11,2% nel suo segmento, veicolo commerciale più venduto in Italia. Infatti nel segmento dei furgoni di grandi dimensioni, detiene una quota di mercato del 24%.

Il nuovo E-Ducato, progettato interamente in-house, è dotato della nuova batteria di seconda generazione da 110 kWh, con un’autonomia che può arrivare a 424 km nel ciclo WLTP; i large van elettrici prodotti ad Atessa sono la seconda generazione di propulsione BEV in grado di offrire la migliore autonomia EV della categoria e un sistema di ricarica rapida a 150 kW, in grado di portare la batteria da 0 all’80% in meno di un’ora. Proprio queste opzioni di ricarica rapida e configurazioni multiple lo rendono adattabile a più settori, dalla logistica ai servizi.

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About Author / Paolo Travisi

Ancora prima che giornalista, curioso per natura. Ha iniziato a scrivere per mestiere nel 2004, dapprima in tv, poi su giornali nazionali e web. Appassionato di scienza e tecnologia (ma non solo), ama scoprire nuovi argomenti di cui poter scrivere ed imparare. In questa avventura per Rinnovabili si occupa in particolare di economia circolare e mobilità sostenibile, e realizza i contenuti video per i social.