Un risciò ecologico e sociale per le strade bolognesi

Si chiama Bi-Bo ed è il risciò fotovoltaico lanciato dall’associazione Primavera Urbana per promuove la mobilità alternativa e sostenibile. A settembre i primi tour turistici

Bi-Bo: un risciò ecologico e sociale per le strade bolognesi

 

Si chiama Bi-Bo -Bici Bologna – il progetto che vuole rilanciare una soluzione alternativa ed ecologica per la mobilità: risciò elettrici per spostamenti in città. Lanciato dall’Associazione Primavera Urbana, il progetto dalle tante sfaccettature vuole rilanciare il trasporto pubblico eco-compatibile a Bologna, promuovere la chiusura del centro storico al traffico ma anche promuovere la partecipazione dei cittadini, creando un punto di incontro tra di loro. Bi-Bo inoltre punta sul sociale, cercando di dare nuove opportunità di occupazione per studenti, disoccupati e lavoratori in difficoltà. Lorenzo Alberghini, tra i fondatori di Primavera Urbana, ha raccontato a Rinnovabili.it la nascita del progetto.

 

Come nasce Bi-Bo?

Il progetto nasce da un gruppo di tre amici che voleva creare un servizio Bici-taxi. Il problema è stato che non sapevamo non fosse legale. In Italia infatti la legge vieta il servizio trasporto bici a pagamento. Un’assurdità considerato che in molti paesi d’Europa e non è assolutamente legale. I primi tempi invece il risciò era usato come servizio di trasporto per persone ad offerta libera. Per non rinunciare al progetto abbiamo pensato di legarlo al turismo: ora il turista potrà usufruire del risciò e pagare  il servizio di tour con autoguide mp3 o tablet, senza pagare il trasporto.

 

Il risciò ecologico sociale e innovativo: com’è fatto?

Questo risciò può portare due passeggeri, con relativi bagagli; è dotato di pedalata assistita da un motore elettrico, ricaricato dal pannello solare applicato sul tettuccio.

 

Verso quale direzione  sta andando quindi il progetto?

Bi-Bo a settembre avrà un’evoluzione: stiamo infatti aspettando la delibera della giunta comunale. Dalla prossima settimana arriverà il secondo risciò, e a settembre dovrebbero cominciare i primi tour turistici. Abbiamo pensato a dei giri tematici per Bologna, quello storico artistico, quello musicale, un percorso mirato per i bambini.

 

Da chi è finanziato?

L’idea è nata da un autofinanziamento: il primo risciò ci è stato fornito da una ditta tedesca: si tratta di una bici assistita dal valore di 11.400 euro. E’ data poi la possibilità a chiunque lo volesse di sostenere l’acquisto di nuovi mezzi con una donazione volontaria.

 

Com’è stata accolta l’iniziativa a Bologna, città in cui la cultura del trasporto in bici è già ben radicata?

Bene! Abbiamo iniziato a pedalare in città  per mostrare in particolare all’amministrazione comunale che l’iniziativa era ben accolta e piaceva ai bolognesi e ai turisti. Quando il Comune ha organizzato i primi T Days  -ogni weekend di domenica la “T”  (via Rizzoli, via Indipendenza e via Ugo Bassi) rimane aperta solo a pedoni e biciclette-, abbiamo affittato altri 8 risciò. Avevamo talmente tante persone che ci chiedevano di essere trasportate che i mezzi non bastavano!

 

Bi-Bo: un risciò ecologico e sociale per le strade bolognesi

 

 

Chi sono i pedalatori del risciò?

Agli inizi molti ragazzi e ragazze di Bologna volontari si sono proposti di partecipare al progetto per lanciarlo. Mano a mano abbiamo cercato di coinvolgere chi ne aveva più bisogno. Il progetto infatti non è ristretto all’ambito della mobilità sostenibile ma si allarga anche al sociale Oggi Bi-Bo coinvolge persone non avvantaggiate: due ragazzi che pedalano, ad esempio, sono profughi della Libia. A settembre potremo offrire loro un lavoro e la possibilità di avere un permesso di soggiorno.

 

 

Quali altre iniziative ha lanciato Primavera Urbana?

Ci siamo occupati anche di un’iniziativa per aiutare i profughi della guerra in Libia che si trovano a Bologna . ll 28 febbraio 2013 è infatti  finito il piano E.N.A. (Emergenza Nord Africa); lo Stato non ha quindi  più i fondi europei necessari per provvedere al sostentamento di queste persone. Primavera Urbana insieme ad altre associazioni ha cercato di aiutarli con quest’iniziativa. Supportiamo altri progetti come quello dell’autogestione della ex scuola Merlani, inutilizzata da tempo e di proprietà del Comune di Bologna, e dove andranno ad abitare dei ragazzi senza casa che le stanno strutturando.

 

Primavera Urbana fa parte di una rete di mobilità sostenibile a Bologna?

Sì, fa anche parte della Consulta della bicicletta di Bologna e Provincia che si è istituzionalizzata da poco ma che esisteva già da qualche anno. La Consulta riunisce associazione che promuovono la mobilità a due ruote, -nel nostro caso a tre ruote- a Bologna e in provincia, incentivando la mobilità ciclistica, per garantire maggiore sicurezza negli spostamenti.

 

Articolo precedente“CircOLIamo Estate” domani arriva a Barletta
Articolo successivoAcqua: l’Ue aggiorna la Direttiva delle Sostanze Prioritarie